Venerdì 14 dicembre (ore 21) al Museo Centrale Montemartini (via Ostiense 106, Roma) con la mise en espace Euromemoria, frammenti da un presente remoto, si chiude la prima settimana romana de Il ratto d’Europa. Per un’archeologia dei saperi comunitari.
Il progetto – un viaggio-inchiesta in città alla ricerca e alla scoperta della nostra idea di Europa – è promosso da Teatro di Roma e Emilia Romagna Teatro Fondazione, coordinato dal regista Claudio Longhi, con il Patrocinio della Commissione Europea.
La mise en espace, Euromemoria, porterà in scena i cento partecipanti che sono stati coinvolti in sette ore di prove durante l’Atelier del 7 dicembre scorso che – in forma di laboratorio rivolto agli oltre sessanta partner de Il ratto d’Europa – ha inaugurato a Roma il progetto. Un approdo ideale per mostrare una prima geografia di ricognizioni critiche sulle idee d’Europa. Un’occasione per iniziare a riflettere intorno al significato di essere e sentirsi cittadini europei e contribuire da subito alla drammaturgia de Il ratto d’Europa.
Durante la serata di venerdì 14 dicembre la compagnia aprirà finestre narrative sullo stato del nostro continente, guidando gli spettatori fra i corridoi del museo, tra i fantasmi di un’antichità, come di una modernità, fatalmente perduta e ridotta a un affastellarsi di frammenti, di rovine. Un percorso che si concluderà con il racconto delle remote origini di Europa, per mettere in luce alcuni dei nodi irrisolti della nostra civiltà occidentale.
Così, la compagnia del Ratto – Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Simone Tangolo e Olimpia Greco (fisarmonica e arrangiamenti) – condurrà il pubblico in un viaggio affascinante tra le pagine ironiche di Massimo Bontempelli, variamente intrecciate ai versi dei poeti classici come Ovidio, Orazio ed Esiodo. Gli attori rinarreranno le vicende della principessa asiatica Europa, figlia del re dei fenici. Rapita da Zeus e condotta a Creta, Europa con il padre degli dei avrebbe poi dato vita alla stirpe di Minosse e Radamanto, fondatori della legge scritta e dunque di tutta la civiltà greca e, di conseguenza occidentale, così come narra Platone nelle “Leggi”.
La mise en espace è realizzata in collaborazione con Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza ai Beni Culturali, Musei Capitolini – Centrale Montemartini, Zètema – Progetto Cultura.
Il progetto è un inedito percorso a tappe, di avvicinamento alla messa in scena dello spettacolo Il ratto d’Europa, con debutti previsti al Teatro Storchi di Modena e al Teatro India di Roma, rispettivamente a maggio e a settembre 2013, a cura del regista Claudio Longhi.
Per il Teatro di Roma, che condivide il progetto con Emilia Romagna Teatro Fondazione, un nuovo tassello che si aggiunge all’attività di promozione e ricerca di inediti format e sistemi creativi della produzione teatrale contemporanea, che incontra tematiche di grande attualità e interesse culturale.
Ed infatti, con Il ratto d’Europa si avvia così il tentativo di sperimentare un nuovo sistema-teatro che sfugge alle regole della distribuzione teatrale ordinaria, per nascere e svilupparsi a stretto contatto con il territorio di riferimento. Uno strumento che non punta a produrre un allestimento da circuitare in tournée, ma mira a definire un modello di rappresentazione che, in ogni città in cui arriva, rinasce sotto nuove forme a partire dagli apporti delle diverse comunità che vi partecipano. Il progetto si propone come un’avvincente inchiesta intorno alle possibili radici della nostra identità europea sviluppata attraverso il linguaggio della scena, ma nutrita di tutte le possibili linfe che la vita all’interno di una comunità può distillare – da quella politica a quella religiosa, da quella civile a quella economico-finanziaria, da quella artistica a quella produttiva, o assistenziale, o sportiva.
Il ratto d’Europa non vuole essere un semplice spettacolo, ma un processo creativo attraverso il quale tutta la città sarà chiamata in scena per un intero anno a raccontare un’idea di Europa. Una chiamata collettiva che mobilità l’intera cittadinanza per il tramite delle sue varie aggregazioni, e che ad oggi ha già coinvolto più di 60 soggetti, fra scuole, biblioteche, università, comunità religiose, gruppi musicali, associazioni culturali, case protette, mondo dell’impresa, gruppi sportivi.