con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto
Azzurra Schena Clara Luca Pannacci Fritz/Principe
Regia e Coreografia Mario Piazza
Musica di Petr Il’ic Cajkovskij
Nuovo libretto ed elaboraz. drammaturgica Riccardo Reim
Maitre de ballet e assistente alle coreografie Piero Rocchetti
Scene e Costumi Giuseppina Maurizi
Light Designer Emanuele De Maria
Regista Assistente Ludovic Party
Costumista Assistente Emily Pelacani
Video realizzato da Tiziana Amicuzi, Emanuela Bonella, Raffaella Bonsignore
Costumi realizzati da Sartoria Farani di Roma
Scene realizzate da Opera Scene Europa s.r.l.
produzione Luciano Carratoni
Ritorna all’Auditorium Conciliazione a Roma, edizione speciale a Capodanno il 31 dicembre e il 1 gennaio, “Lo Schiaccianoci” con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto.
Lo Schiaccianoci, una produzione originale che pur mantenendo rigorosamente la partitura musicale di Cajkovskij è stato rielaborato drammaturgicamente da Riccardo Reim per la coreografia di Mario Piazza, con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel doppio ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto.
Lo spettacolo ha riportato un clamoroso successo di critica e di pubblico divenendo, nel giro di pochi anni, un vero e proprio ‘cult’ regolarmente riproposto e riapplaudito entusiasticamente dagli spettatori.
Lo Schiaccianoci è divenuto, in un tempo relativamente breve (in Italia debutta nel 1938) un balletto popolarissimo, spesso usato – e abusato – come una sorta di ‘strenna’ natalizia, una specie di fiaba gioiosa dedicata all’infanzia. In realtà, Lo Schiaccianoci è semmai dedicato, verrebbe da dire, alla tragedia dell’infanzia ovvero al doloroso e traumatico atto del crescere, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze, al superamento di quella “linea d’ombra” che segna il passaggio verso le tortuosità dell’adolescenza.Adottando l’andamento e gli espedienti del thriller e coniugandoli con il linguaggio della danza contemporanea, Lo Schiaccianoci – con la sua dilatazione mostruosa della dimensione domestica, le sue mini-battaglie, la violenza e l’orrore sottesi in tutta la narrazione – si presta a farsi specchio fedele delle generazioni odierne, precocemente private dell’infanzia (e quindi del diritto all’innocenza) dall’informazione ossessiva dei media, che hanno ormai trasformato la guerra e ogni altra violenza in ‘spettacolo’ da guardare con distratta indifferenza in qualsiasi momento della giornata.
In questa nuova versione, dove spesso situazioni e psicologie vengono letteralmente ribaltate, lo Schiaccianoci – sorta di inquietante alter ego di Drosselmeyer, quasi un Mr. Hyde – diviene il grumo di tutti gli incubi della piccola Clara, sinistro personaggio capace di assassinare il fratellino Fritz o di trasformarsi in una macabra Fata Confetto (simbolo dell’ingannevole ‘dolcezza’ dei malvagi)… Passando di spavento in spavento, Clara, novella Alice, si desterà quando ormai l’incubo sembra schiacciarla senza più scampo: ritroverà i suoi cari, ma vedendoli ormai con occhi diversi; gli occhi di chi – forse ancora confusamente – comincia a comprendere che da quegli affetti bisognerà imparare a distaccarsi e a fare da soli. Il tutto narrato secondo le regole e i ‘tranelli’ dei nuovi giochi tecnologici: il sogno si sfrangia nell’incubo di un atroce videogame che ingloba e imprigiona la protagonista, annullando ogni confine tra reale e virtuale, dove non sono più tanto i giocattoli a prendere vita, bensì il giocatore stesso a essere orribilmente trasformato in futile pedina.
Ogni possibile ‘riscatto’ andrà cercato dunque secondo tali regole, ma al tempo stesso (ricordiamoci che si tratta di una fiaba e tale deve restare) con i mezzi da sempre a disposizione di ogni creatura umana, ovvero la fede in se stessi e nella nostra parte migliore, uniche vere ‘armi’ per affrontare lo spinoso cammino degli adulti, alla conquista della propria porzione di felicità.
(Riccardo Reim)
Spettacolo di ammaliante confezione visiva, fantasiosi costumi moderni, sfavillio di luci colorate e scenografie di segno barocco.
Sulla scena una versione moderna del celebre balletto di Čajkovskij dedicata alla dimensione magica dell’infanzia, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze: la nuova elaborazione drammaturgica del libretto firmata da Riccardo Reim è una fiaba emblematica del ventunesimo secolo abilmente coreografata da Mario Piazza e danzata dal Balletto di Roma, una delle migliori realtà della danza nel nostro paese, compagnia nata nel 1960 grazie al sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini, tutt’oggi Direttore Artistico dell’ensamble.
31 dicembre SERALE h. 22,00
1 gennaio POMERIDIANA h. 17,00
BIGLIETTI 31 dicembre
POLTRONISSIMA € 60,00 (intero) € 30,00 (ridotto under 12)
POLTRONA € 50,00 (intero) € 25,00 (ridotto under 12)
BIGLIETTI 1 gennaio
POLTRONISSIMA € 33,00(intero) € 28,00 (ridotto) € 23,00 (gruppi minimo 10 persone)
POLTRONA € 28,00(intero) € 23,00 (ridotto) € 18,00 (gruppi)
GALLERIA € 23,00(intero) € 18,00(ridotto) € 13,00 (gruppi)
INFO: www.ballettodiroma.com – tel. 06.90375236 www.ticketone.it
botteghino Auditorium Conciliazione: Via della Conciliazione n.4, Roma – dal lun. al ven. 11,00/18,00
Il Balletto di Roma nasce nel 1960 grazie al sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca Bartolomei, prima ballerina e coreografa dei principali enti lirici italiani e di realtá straniere, e l’étoile Walter Zappolini dal 1973 al 1988 direttore della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Il frutto di questo progetto si è tradotto in oltre cento balletti allestiti e portati in scena sia in Italia che all’estero.
Il Balletto di Roma, diretto oggi dal M° Walter Zappolini, nel corso dei suoi cinquant’anni di vita ha visto il susseguirsi di prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, ma indubbiamente il suo profilo artistico attuale è il frutto dell’incontro con il prestigioso Balletto di Toscana e della sinergia dal 2001 al 2007 con Cristina Bozzolini. Nuove ed originali coreografie, firmate da artisti italiani giá affermati nel panorama della danza contemporanea, segnano l’inizio di questo rinnovato percorso artistico a partire dalla stagione teatrale 2001/2002: in questi ultimi anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità e corposità delle opere allestite nel corso delle stagioni (“Don Chisciotte” e “Contemporary Tango” di Milena Zullo; di Fabrizio Monteverde “Cenerentola”, ”Giulietta e Romeo”, ”Otello” e “Bolero”; di Mario Piazza “Lo Schiaccianoci“ a cui si aggiungono le nuove coreografie che saranno presentate nel corso del 2011 di Michele Pogliani “The arena love”, “In-contro” e “H pour P – La Campanella” di Giorgio Mancini e del giovane coreografo Paolo Santilli “La morte e la Fanciulla”), sia per le prestigiose collaborazioni con artisti ospiti come Andrè De La Roche, Raffaele Paganini e Monica Perego. Non ultimo in termini di importanza è da rilevare come nel corso delle stagioni l’intensa attività abbia poggiato su un crescente consenso di pubblico con oltre 400.000 presenze.
Da queste e altre considerazioni, esso muove ogni anno di più i passi verso un futuro fatto di tradizione e vocazione, storia ed espressione senza tempo, confermando la comprovata posizione leader nella danza italiana.
Mario Piazza
Mario Piazza dopo aver danzato con Momix di Moses Pendleton e la Lindsay Kemp Company, inizia il suo percorso coreografico, proponendo un lavoro legato alla danza contemporanea , alla multimedialità, al teatro e alle arti figurative. Riceve numerosi riconoscimenti tra cui: Premio per le “Performing Arts” dell’European Association for
Jewish Culture” – Londra; Premio per la coreografia “Prix Volinine”, Parigi; Premio Gino Tani per la Danza Contemporanea; I° Premio Atelier concorso Città di Cagliari; I°Premio “Singolari di danza” Teatro Spazio Zero di Roma. Crea per: Maggio-Danza Teatro Comunale di Firenze, “A Selene” musiche di Francis Poulenc; Teatro Massimo di Palermo, “Leitmotiv”, “Exodus Bar”, “Circus Waltz” su musiche di Goran Bregovic, Les Tambours du Bronx, Dmitri Shostakovic; Sofia National Opera Ballet, “Ghetto” musica Klezmer: Festival di Danza de L’Avana,
“Suite da Kurt Weill”; Teatro dell’Opera di Roma, “Salomè” di Richard Strass, “Lady in the Dark” di Kurt Weill e “Dio Salvi la Regina” su musiche di Kurt Weill; Opera di Varsavia, “Salomè” di R.Strauss. Fonda nel ‘95, con il danzatore Ludovic Party, la Compagnia Mario Piazza per la quale crea sino al 2000, anno della fusione della compagnia in un
unico ente con il Balletto di Roma. Crea le coreografie per numerose opere liriche al Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Parma, Teatro Regio di Torino, Sferisterio di Macerata e per spettacoli di prosa con la regia di Lisi Natoli, Francesco Capitano, Antonio Calenda , Marco Gagliardo, Gianpaolo Sepe, Gustav Kuhn, Enrico Job. Per il cinema coreografa “Isabella Morra”, regia di Marta Bifano e “Le Grandi Dame di Casa d’Este” regia di Diego
Ronsisvalle. Quest’anno per le celebrazioni Mozartiane a Vienna crea le coreografie per “Ulisse in Campania” di Maria Teresa Agnesi Pinottini in programma al Teatro Schonbrunn.
Andrè De La Roche
Di origine corso vietnamita e adozione americana, a soli otto anni fa parte del musical “The King and I “.
Successivamente vince una borsa di studio triennale di danza classica, diretta da Eugene Loring Coreografo dell’American Ballet Theater. A diciotto anni danza in molti musical,spettacoli musicali e varieta’ televisivi: “Can Can”, “West Side Story”, “Lola Falana Show”, “Diana Ross Show”, “Juliet Prowse Show”, “Sonny and Cher Show” ” Ringo Star Show “. Nel ’79, scritturato come solista dal grande maestro del musical Bob Fosse, arriva in Italia con “Dancing”, nel’84 torna in Italia ospite del Festival di Spoleto. Nell’85 è protagonista ballerino nel film “Joan Lui”.
Nell’86 è primo ballerino nello show di Rai Uno “Serata D’Onore” e “Fantastico 8”. E’ coreografo e ballerino per: “Jeans 2”, “Europa Europa”, “Taormina Arte”, “Festival di Saint Vincent”, “Riva del Garda“, “Avanspettacolo”, “Sotto le Stelle”, “Saluti e Baci”, “Bucce di Banana”, “Champagne”, “Beato fra le Donne”, “Rose Rosse”, “Viva le Italiane”, “Gran Caffe”, “Premio David di Donatello”. Nel 2001 Vittoria Ottolenghi scrive ….”è uno dei migliori ballerini Jazz del
mondo….è il Nureyev della danza jazz…” e gli dedica due Special in “Maratona d’Estate” su Rai Uno nell’88 e nel ‘94. Riceve vari premi come Miglior Ballerino, Coreografo Televisivo e per L’Alta Professionalita’: Positano ’86 e ’95, Agis ’92, Bob Fosse ’94, Omaggio a Cilea ’99, Premio Rodolfo Valentino ecc.. La sua carriera teatrale italiana inizia nel ‘92 producendo e dirigendo la sua compagnia in “Wanga”, “Zingari”, “Andre’ and Friends” e “Omaggio a Bejart” con Grazia Galante. E’ interprete in “Bolero” di Grazia Galante ,”Excelsior” al San Carlo di Napoli con coreografie di
Ugo Dell’Ara, “La Bella e la Bestia” di Luciano Cannito, ”Ragazzi Selvaggi” coreografie di Robert North, ,”Rapsodia in Blu”. Nel ‘98 coreografa e danza l’opera “Carmen” regia di Beppe De Tomasi e vari musical “Cats”, “Jesus Christ Superstar”, “Re Leone”, nel 2001 ”il Mago di Oz” con la regia di Filippo Crivelli, nel 2002 cura la regia del musical “Sister Act II” con Theresa Thomason, nel 2002-2003 è in tournèe con “Musical” uno spettacolo che lo impegna
anche come coreografo e regista. Nel 2003-2004-2005 in tournée con il Balletto di Roma con “Don Chisciotte” e coreografo e regista del “Fantasma dell’Opera” produzione e versione Italiana. Per il Balletto di Roma è stato protagonista del “Don Chisciotte” – coreografie di Milena Zullo, riscuotendo grande successo nelle stagioni 20032004-2005.
Riccardo Reim
Riccardo Reim esordisce (‘72) con la pièce Ragazzo e ragazzo, per la regia di Dacia Maraini, in cui ricopre anche il ruolo di protagonista. Seguono altri testi, sempre impegnato nel duplice ruolo di autore e attore: L’uomo di sabbia
(‘76, regia di Tinto Brass), Bello l’amore mio che se ne andò in marina (‘82, regia di Salvatore Samperi). Nel ‘74 interpreta Venere (testo e regia di Dacia Maraini); nel ‘78 Aldo Trionfo lo sceglie come protagonista del suo Lady Edoardo – Giochi segreti dall’Edoardo II di Marlowe. Nel 1980 scrive a quattro mani con il grande Copi la farsa-fumetto Tango-charter. Da metà degli anni ’80 inizia a privilegiare l’attività registica, con sofisticate riletture ed elaborazioni di testi spesso rari o dimenticati: Gamiani o due notti di eccessi da Musset (‘84), Il frate del Lasca (‘86),
Carolina del peccato, tratto dai feuilleton della Invernizio e dai romanzi-collage di Max Ernst (con Aldo Trionfo, ‘87), Zvanì, famiglia Pascoli e dintorni, da materiali vari di Giovanni Pascoli (’95 con Francesca Benedetti), I ragazzi di via Pàl da Ferenc Molnàr (‘95), Cuore, amore e ginnastica da De Amicis (‘01) e soprattutto il ‘dittico’ dedicato a Victor
Hugo: Lucrezia Borgia (allestito per le Panatenee Pompeiane ‘93 e RAI 2,) e I miserabili – scene di vita in villa (‘96, con Philippe Leroy). L’attività originale di scrittura (strettamente legata a quella registica) procede in spettacoli come Frau Sacher-Masoch (‘91), Virginia Maria de Leyva monaca di Monza (‘92), I mignotti (‘97) – tratto dall’omonimo libro-inchiesta curato insieme ad Antonio Veneziani, che suscita un vero e proprio ‘caso’, Marquis de Sade, vierge et
martyr (‘04, con Pino Micol). Nel 2003 è uno dei protagonisti, accanto a Carmen Maura, del film Assassini dei giorni di festa di Damiano Damiani. Ha pubblicato numerosi libri di saggistica, teatro e narrativa, fra cui: Pratiche innominabili (Mazzotta ‘79, con uno scritto di Alberto Moravia), Nero per signora (con Edoardo Sanguineti, Editori Riuniti ‘86, nuova ed. 2006), Da uno spiraglio (Newton Compton ‘92), I grandi romanzi gotici (Newton Compton ‘93),
Il corpo della Musa (Editori Riuniti 2002), Oscar Wilde – Manuale del perfetto impertinente (Newton Compton, 2005).
E’ presente con racconti e poesie in numerose antologie italiane e straniere; ha tradotto dall’inglese e dal francese opere di Stevenson, Wilde, Poe, Dickens, Diderot, Hugo, Zola. Di recente è uscito un volume-profilo a lui dedicato, Riccardo Reim, di Daniele Bortoletti, prefato da Tullio De Mauro (Coniglio, 2006).