di Barbara Nativi
costumi e regia Dimitri Milopulos
con Roberto Gioffré, Alessio Nieddu, Ludovica Fazio, Sonia Remorini, Federico Valeri
G.G.fu il primo testo scritto da Barbara Nativi, presentato nel 1988 e concepito appositamente per il cortile della bellissima villa di Santa Colomba, nei dintorni di Siena, usufruendo, in quell’occasione, della scenografia naturale offerta dalla villa e presentandolo con costumi fedeli al periodo storico.
Il testo è basato sulla vita, pubblica e privata e sull’opera di Girolamo Gigli, quest’ultima ormai irrimediabilmente sbiadita dal tempo che l’ha privata della sua natura originale, provocatoria e scomoda. G.G fu autore di diverse opere, sia teatrali che non, molte delle quali furono bruciate in piazza perché considerate offensive e blasfeme, soprattutto la polemica contro il dialetto fiorentino, ritenuto da Gigli inferiore rispetto a quello senese, fu letta in chiave politica, come un attacco a Cosimo e ai Medici, e provocò un vero e proprio scandalo. L’irrefrenabile impulso ironico e caustico di G.G. gli causò molti guai: ricco già a diciotto anni, marito e padre precoce, fu studioso e scrittore, inguaiato con il potere e con il patrimonio, sia suo che della moglie, che si esaurì nel giro di pochi anni.
In questa esilarante versione troviamo un poco diplomatico G.G. che, al rientro da Roma a Siena, troverà la casa “infettata” dall’ossessione religiosa gesuita regnante in quel periodo. Gigli dovrà confrontarsi con l’avara e aspra moglie Laurenzia, affrontare la disarmante ingenuità della serva, sopportare e raggirare la stupidità di una aspirante cantante senza talento e tener testa a dei finti preti sessualmente depravati con il chiodo fisso per le donne.
Il dialetto toscano verrà portato in scena strappandolo dal suo uso “parlato” quotidiano per affrontarlo come esso veramente è, o meglio, era.