La pièce, scritta e diretta per Tommaso Taddei dal regista brasiliano Virginio Liberti che con questo lavoro prosegue la collaborazione con la compagnia toscana Gogmagog, riflette sul gesto di uccidere e le sue assurde motivazioni psicologiche, familiari e culturali.
Dopo la prima elaborazione del 2010 intitolata Quanto mi piace uccidere, e presentata con successo in vari festival nazionali, lo spettacolo giunge al Teatro Studio di Scandicci a una forma compiuta della durata di un’ora, grazie a un affondo registico e un’ulteriore elaborazione drammaturgica.
Nella prima parte un promettente politico appena eletto si presenta davanti ai suoi concittadini per ringraziarli di averlo portato in parlamento. Il giovane onorevole ha fondato la sua lista civica a poche settimane dalle ultime elezioni, battendo con grande disinvoltura i suoi avversari, politicamente più esperti e economicamente più agiati. In questa piacevolissima serata, l’onorevole racconta la storia della sua vita: l’amore per l’ allevamento dei polli, il giardinaggio come terapia anti-stress contro la gente maleducata, l’hobby per la preparazione di gustosi sughi, senza dimenticare, come era previsto, i duri ricordi di un’infanzia difficile, la giovinezza piena di voci che dall’aldilà gli dicevano cosa fare e cosa non fare, il suo amore per le donne mai corrisposto… Fra ex animatori di crociere, imprenditori, magistrati, avvocati, soubrette e comici, ecco quel che mancava al panorama politico: l’onorevole Tommaso Taddei, simbolo della nuova politica italiana che ama tanto la vita quanto la morte (degli altri).
Nella seconda parte un giovane apatico e misterioso racconta la sua vita, spesa alla ricerca di forti emozioni per riempirne il vuoto. Una teoria di notti trascorse in cerca di compagnia, approcci in discoteca, luoghi ameni dove appartarsi con le sue “prede” e poi ricordi, storie d’amore e di profonda amicizia che svelano a poco a poco che questo personaggio riesce a sentirsi vivo solo uccidendo.
Una vera e propria vetrina di orrori in cui l’autore e l’attore illustrano al pubblico il piacere macabro che anima i nostri mezzi di informazione e quella tipologia umana che cerca di giustificare una così grande e gratuita violenza.
La piece è scritta in una lingua poetica e travolgente, e descrive in crescendo un delirio onirico e violento, spesso segnato da tratti splatter e un po’ noir, che fornisce a Taddei la possibilità di mettersi totalmente in gioco in un’ora di “solo” da grande prova d’attore.
Estratti dalla rassegna stampa di QUANTO MI PIACE UCCIDERE“(…) E’ il curioso racconto dei pensieri crudeli di un sedicente politicante locale (…)Che ci espone la sua vita familiare grondante di omicidi (…) Ed è preziosa la svariante interpretazione di Tommaso Taddei del gruppo Gogmagog, sospesa tra la verità e il sogno. Giocando con la nostra attualità quotidiana, felice di deridere la fosca realtà che ci circonda (…)” Franco Quadri
– La Repubblica
“Dopo tante regie, con il gruppo Egumteatro Virginio Liberti ha presentato alla Pelanda un testo suo, «Quanto mi piace uccidere (storia di un politico toscano)». Ne era interprete Tommaso Taddei che si rivolge ai presenti come fosse un pubblico di cittadini reduce dalle elezioni, quelle che al «politico toscano» hanno consentito di diventare deputato.(…) Ma il punto è quando il discorso di Liberti da realistico si fa gotico, o meglio allegorico. La strada del politico di successo è lordata, alla lettera, di sangue(…)” Franco Cordelli – Il Corriere della Sera
BIGLIETTI: 12.00 euro intero; 10.00 euro ridotto
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