Non è facile ridurre per il palcoscenico un capolavoro della letteratura americana che valse a Hemingway il premio Pulitzer e il Nobel per la letteratura. Le compagnie Tra il dire e il fare e La luna nel letto hanno affrontato la sfida e con questo spettacolo hanno conquistato il premio Eolo Awards 2011. Il regista di Ruvo di Puglia, Michelangelo Campanale, riesce a condensare in un meno di un’ora la storia del vecchio pescatore Santiago (Salvatore Marci) e del giovane Manolin (Bruno Soriato) riducendo i dialoghi all’essenziale e proiettando le speranze, i sogni e l’avventura dei protagonisti in un’atmosfera immaginifica, fatta di luce, suoni e simboli. Di grande suggestione sono l’apparato scenico fatto di argani, alberi maestri, funi, un tavolaccio di legno ingrossato dal mare e il gioco di luci abbacinanti o crepuscolari che trasportano lo spettatore sul mare cubano, dove Hemingway ambienta la storia. Le immagini proiettate trasformano il tavolaccio inclinato sulla scena in una lanterna magica su cui scorrono i sogni dei protagonisti degli anni in cui si colloca la storia. La voce di Hemingway che narra in inglese le pagine de Il vecchio e il mare accoglie lo spettatore fin dal suo ingresso in sala e inizia il racconto con le parole usate dallo scrittore in una lettera del 7 febbraio del 1939 inviata al direttore letterario della sua casa editrice, cui diceva di aver trovato una storia affascinante. Le molte idee buone, però, risultano affastellate in uno spettacolo gridato e slegato. Il dialogo tra il vigore dell’uomo e le forze della natura troppe volte viene interrotto dall’entrata in scena di un terzo personaggio, Hemingway stesso, impersonato da Robert McNeer, che interrompe il flusso energetico senza aggiungere nulla alla narrazione. Le celebri arie operistiche, scelte per commentare vari passaggi narrativi, sono prevedibili e fin troppo didascaliche per uno spettacolo che vorrebbe essere evocativo e concettuale. I momenti lirici sono annacquati in un mare di idee e si torna a casa frastornati e senza portare via nulla. Peccato.