La storia di Maria Sibilla Ascione “ignara e innocente bambina” si presenta al pubblico del Piccolo Bellini in tutta la sua crudezza. Come un fiume in piena Mimmo Borrelli, accompagnato dalle musiche di Antonio Della Ragione seduto in un angolo del palco con pochi strumenti, racconta con un linguaggio aspro e duro la storia di una “Malacrescita”. Questo è il titolo dello spettacolo che rappresenta una riduzione tratta dalla tragedia “La Madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma”. Il pubblico ascolta catturato le fasi della vita di quest’ignara bambina cresciuta nelle terre del casertano dove si coltiva l’oro rosso e dove le terre abbondano di rifiuti tossici provenienti dalle industrie del nord. Figlia di un proprietario terriero della zona, la bambina cresce con i segni delle violenze maschili, a soli sette anni è già donna. Diventa una bellissima adolescente e si innamora di Francesco Schiavone, detto Sandokan. Per lui Maria è disposta a tutto, per lui compie atroci delitti, di lui resta incinta e come una contemporanea Medea è in dubbio se uccidere o meno il frutto di quell’amore morboso. Un amore sbagliato quello per Schiavone, un amore mal corrisposto che la porta alla rovina. Mimmo Borrelli porta in scena la malacrescita di una donna, la barbarie e gli errori di chi ha scoperto troppo presto la sofferenza. Una scena fatta di pochi oggetti con una musica timida e onirica che accompagna la narrazione cruda di Borrelli. Si attraversano tutte le fasi di questa triste crescita in un’altalena di emozioni evocate dal linguaggio scevro di abbellimenti e dalla bellezza del testo, che ferisce e logora ma cattura e piace.
tratto dalla tragedia “La Madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma”
musiche Antonio della Ragione
oggetti di scena elementi e spazio scenico Luigi Ferrigno
testi e regia Mimmo Borrelli
disegno luci Gennaro Di Colandrea
collaborazione al progetto Luigi Ferrigno, Placido Frisone, Enzo Pirozzi, Tobia Massa