Volge al termine anche la Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza con un importante e atteso appuntamento, in programma martedì 16 e mercoledì 17 aprile alle 20.45: si tratta de “La torre d’avorio” di Ronald Harwood, pièce teatrale di grande intensità, un dramma storico con forti implicazioni di carattere personale, protagonista Luca Zingaretti, che del dramma firma anche la regia (ed è anche produttore), affiancato da un superbo Massimo de Francovich.Per le due date dello spettacolo sono disponibili ancora pochi biglietti.
La Stagione di Prosa del Teatro Comunale è promossa e sostenuta dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza in collaborazione con Arteven, responsabile della direzione artistica, con il sostegno di Estel, Fiamm e Develon come partner, AC Hotel Vicenza, Anthea Broker, Burgo Group, AFV Beltrame, Confcommercio, Immobiliare Olimpica, Inglesina, Palzileri, Gruppo Mastrotto e Cantina Colli Vicentini come sponsor e Il Giornale di Vicenza come media partner.
“La torre d’avorio”, una co-produzione Zocotoco con il Teatro Eliseo di Roma, ha debuttato al Teatro Pergolesi di Jesi in gennaio e dalla città marchigiana ha mosso i primi passi per una importante tournée sui palcoscenici nazionali. L’intenso spettacolovede Luca Zingaretti, interprete e regista del testo teatrale di Ronald Harwood, Premio Oscar per la sceneggiatura del film “Il pianista” di Roman Polanski, interrogarsi sul ruolo dell’arte e della sua autonomia in un regime totalitario; in scena accanto a Zingaretti gli attori Massimo de Francovich, Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo e Caterina Gramaglia; le scene dello spettacolo sono di Andrè Benaim, i costumi di Chiara Ferrantini, le luci di Pasquale Mari.
“La commedia – scrive Masolino d’Amico che ha curato la traduzione del testo – ha debuttato a Londra nel 1995 per la regia di Harold Pinter e fu ripresa a New York e in molte altre città. Il titolo originale, Taking sides, significa letteralmente “schierarsi”: non un gran che in italiano, meglio comunque di quello del film di Istvan Szabò del 2001 (con Harvey Keitel e Stellan Skarsgard), A torto o a ragione. Proponendo di renderlo come La torre d’avorio si è voluto alludere alla condizione di orgoglioso isolamento che l’artista crede, forse a torto, di potersi permettere sempre”.
L’avvincente testo teatrale di Harwood che tocca uno dei temi più discussi e irrisolti della storia, ovvero l’autonomia dell’arte di fronte alla politica e la libertà dell’artista, è ambientato in una truce Berlino del 1946.
Ecco un indagato d’eccezione nelle indagini preliminari del processo di Norimberga: è il famoso direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler che aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere accesa la fiaccola dell’arte e della cultura, convinto che questa non avesse connotazione politica, e aveva sfruttato il suo prestigio per aiutare persone perseguitate o emarginate. Ma i vincitori vogliono vederci chiaro e affidano l’indagine a un uomo che dà ogni garanzia di essere immune al fascino del grande artista: un maggiore dell’esercito che detesta la musica classica e le sdolcinatezze borghesi, indignato dalle ingiustizie e dalle atrocità che ha visto perpetrare in questa corrottissima zona dell’Europa, un americano convinto dell’eguaglianza di tutti gli uomini, il maggiore Steve Arnold interpretato da Luca Zingaretti, nel ruolo insolito dell’antipatico e dell’antieroe.
Ma Furtwängler non era stato nazista, anzi non aveva nascosto di detestare le politiche del Terzo Reich. Il dilemma è dunque centrato sulla questione se svolgere un’attività artistica possa equivalere a collaborare.
Con il titolo “La torre d’avorio” si allude proprio alla condizione di orgoglioso isolamento dell’artista che crede, forse a torto, di potersi “isolare” anche nei momenti più bui.
Ronald Harwood, autore di “Servo di Scena”(anche questo testo è stato riproposto da Masolino D’Amico) ma poi di numerosi altri testi teatrali, letterari e cinematografici, è contemporaneamente ebreo, appassionato di musica (ha scritto una commedia su Mahler, un romanzo su César Franck) e sudafricano: in grado quindi sia di guardare il contegno di Furtwängler con gli occhi critici di una delle vittime, sia la tracotanza del filisteo maggiore Arnold con quelli di qualcuno per cui l’arte sia un bene supremo e irrinunciabile, sia l’atteggiamento dei vincitori dalla prospettiva di uno di loro ma che non è coinvolto come loro.
Lo scontro tra due avversari così diversi e così poco disposti a capirsi, ciascuno dei quali convinto delle proprie ragioni, offre teatralmente quello che nella boxe è considerato il match ideale, tra il picchiatore e lo schermidore; tra coloro che assistono, variamente coinvolti, e che offrono testimonianze ambigue, che potrebbero andare sia a carico che a discolpa dell’imputato. Del resto l’episodio è storico, all’epoca Furtwängler fu veramente indagato e in qualche misura umiliato, e se le accuse poi caddero la sua immagine pubblica non recuperò più del tutto la limpidezza di una volta.
Il suo caso suscita ancora interrogativi che nessuna formula sembra aver risolto e, se l’autore non propone risposte, sollecita ogni spettatore a dire la sua. Uno scontro tra due personaggi, tra due prese di posizione, tra ragione e sentimento.
Per lo spettacolo in scena al Comunale di Vicenza martedì 16 e mercoledì 17 aprile 2013 sono disponibili ancora pochi biglietti; è attiva anche la promozione biglietti last-minute che consente ai giovani under 30 di comprare biglietti nella data dello spettacolo al prezzo speciale di 10,60 euro, sulla base dei biglietti disponibili in quel giorno.
I biglietti per gli spettacoli sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale (viale Mazzini 39, Vicenza – tel. 0444.324442 biglietteria@tcvi.it aperta dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 18.30, martedì, mercoledì e giovedì anche il mattino dalle 10.30 alle 13.00), sul sito del Teatro Comunale www.tcvi.it, e in tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza.
I prezzi dei biglietti della Stagione di Prosa sono: 28 euro il biglietto intero, 22 euro per il ridotto over 60 e 14 euro per il ridotto under 30.