Dopo quindici anni torna al Teatro Regio di Torino, dal 17 al 26 maggio, l’opera più poetica, intima ed essenziale di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Evgenij Onegin, su libretto di Konstantin Šilovskij e dello stesso Čajkovskij, dall’omonimo poema di Aleksandr Puškin.
L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio saranno guidati dal maestro Gianandrea Noseda, che torna sul podio del “suo” teatro dopo la tournée parigina e il grande successo del Don Carlo ad aprile. La regia del nuovo allestimento – prodotto dal Regio in collaborazione con il Covent Garden di Londra e con Opera Australia – è firmata dal quarantenne Kasper Holten, direttore artistico della Royal Opera House di Londra.
Nella parte di Tat’jana, torna al Regio una delle interpreti più amate, Svetla Vassileva. Nel ruolo del protagonista, Vasilij Ladjuk; nel cast si segnalano inoltre le stupende voci di Nino Surguladze e Maksim Aksënov.
Justin Way riprende al Teatro Regio la regia originale di Kasper Holten, le scene sono di Mia Stensgaard, i costumi di Katrina Lindsay, la coreografia di Signe Fabricius, i video di Leo Warner.
Gianandrea Noseda, che del repertorio russo è ormai considerato uno dei massimi interpreti, afferma: «Onegin è un condensato di mentalità e cultura russe. Penso al testo di Puškin, costruito intorno al dramma della negazione dei rapporti umani, e credo che solo un suo conterraneo come Čajkovskij avrebbe potuto tradurlo con tanta naturalezza in musica».
Per evidenziare gli aspetti più umani della vicenda, il regista ha scelto di presentare la storia come un viaggio nella memoria dei due protagonisti. Spiega Kasper Holten: «Tutti noi osserviamo le nostre vite e il nostro passato per capire come siamo diventati ciò che siamo, perché le cose si sono risolte in un certo modo. Onegin e Tat’jana fanno questo percorso insieme: nella prima parte dell’opera vediamo crescere lei, nella seconda invece tocca a lui. Nel romanzo di Puškin la storia è raccontata da un narratore, il che conferisce una certa malinconia. Ho voluto tradurre questa malinconia nello sguardo di Tat’jana e Onegin verso loro stessi: si osservano nel passato e capiscono che le cose non possono più essere cambiate. L’uso dei “doppi”, poi, serve anche a mostrare come l’essere umano talvolta cerchi di raggiungere o confortare il suo “altro” più giovane: un’operazione impossibile, che lascia spazio solo all’accettazione di quello che si è nel presente».
L’ambientazione è tradizionale e i costumi sono in stile Ottocentesco; ciononostante il pubblico troverà questa messa in scena dell’opera molto innovativa e coinvolgente.
Quando Čajkovskij incominciò a considerare seriamente la possibilità di scrivere un’opera sull’Evgenij Onegin, nel 1877, il romanzo in versi di Puškin – pubblicato una quarantina di anni prima – iniziava a imporsi come un classico della letteratura tra gli intellettuali russi. Ciò che destava ammirazione in questo libro non era né la trama né i personaggi (giudicati di per sé poco originali), bensì lo stile pungente e distaccato dei versi. L’operazione di ridurre a libretto un testo tanto amato era pericolosa: lo stile ironico del poema sarebbe andato perso, e sarebbe rimasta solo la trama, per sua natura poco spettacolare. Nonostante ciò, Čajkovskij era sicuro della sua scelta: un dramma così peculiare come quello di Onegin e Tat’jana gli avrebbe permesso di scrivere un’opera in uno stile completamente nuovo, anzi, non un’opera ma “scene liriche” come il musicista denominò la sua composizione. La mancanza di elementi scenografici straordinari era per il musicista un elemento di pregio essenziale a tal punto che, per preservare l’Evgenij Onegin da ogni tentativo di spettacolarizzazione, decise di non affidare l’allestimento alla direzione dei Teatri Imperiali ma di seguire direttamente la realizzazione al Conservatorio, dove l’opera fu effettivamente allestita nel marzo del 1879.
Čajkovskij curò personalmente anche il libretto, valendosi della collaborazione dell’amico e attore Šilovskij e riutilizzando molti versi dell’originale di Puškin (la famosa lettera di Tat’jana, ad esempio, è riproposta testualmente). Nonostante l’apparente fedeltà al poema, l’opera ha molti elementi nuovi; Čajkovskij, appartenendo a una generazione diversa da quella di Puskin, ha un’altra sensibilità e di conseguenza la sua visione dei personaggi è differente: nell’opera, Tat’jana – la cui innocenza viene distrutta di fronte agli occhi del pubblico – diventa il simbolo dell’amore inappagato; il poeta Lenskij è il modello del genuino talento creativo e Onegin risulta un personaggio capriccioso e scontroso. Questa nuova visione dei personaggi e dei loro rapporti scaturisce non tanto dal testo quanto dal materiale musicale che li presenta. Scriveva Čajkovskij al collega Taneev: «Se è mai stata composta una musica con passione sincera, con amore per la storia e i personaggi, quella è la musica per l’Onegin. Tremavo e mi scioglievo in un indicibile piacere mentre la scrivevo. Se gli ascoltatori sentissero una piccolissima parte di quello che io ho sperimentato mentre componevo l’opera, mi sentirei pienamente contento e non chiederei altro».
La prima parte dell’Evgenij Onegin è ambientata in campagna. I personaggi che vengono presentati per primi sono la signora Larin e le sue due figlie, giovani ragazze estremamente diverse: Ol’ga ha un carattere spensierato mentre Tat’jana è taciturna. Presto la tranquillità famigliare risulta piacevolmente scossa dall’arrivo del poeta Lenskij, fidanzato di Ol’ga, e del suo amico Onegin, uomo enigmatico. Tat’jana si innamora perdutamente di Onegin e, presa dalla subitanea passione, la notte scrive una lettera all’amato per confessargli i suoi intensi sentimenti. La mattina dopo Onegin, incontrando Tat’jana, prima le rimprovera con freddezza l’impulsività della lettera e poi le spiega che la sua indole tormentata gli impedisce di contrarre l’unione duratura che pretenderebbe la ragazza. Il carattere irrequieto di Onegin si palesa durante la festa per l’onomastico della giovane. Preso dalla noia, l’uomo corteggia Ol’ga per provocare Lenskij, il quale, esasperato, lo sfida a duello. Ciò che doveva essere uno scherzo, per colpa della rudezza di Onegin si trasforma in tragedia: i due amici si affrontano in duello e Lenskij rimane ferito a morte.
Onegin parte e rivedrà Tat’jana molti anni dopo in occasione di un ballo nel salone di un palazzo pietroburghese. La giovane, ora moglie del principe Gremin, è diventata una dama elegante e ammirata. Nell’incontrare la sua antica conoscenza,Onegin si scopre perdutamente innamorato e decide di scrivere una lettera per dichiarare il suo amore. Nel leggere le parole di Onegin, Tat’jana sente risvegliarsi in lei la passione di un tempo ma quando lo incontra, pur svelando il suo amore, lo rifiuta e lo congeda per sempre in nome della fedeltà al marito.
Protagoniste del delicato dramma di Čajkovskij saranno le voci intense del soprano Svetla Vassileva e del baritono Vasilij Ladjuk. Il soprano bulgaro, che torna al Regio dopo le splendide interpretazioni di Bohème e Manon Lescaut di Puccini, Rusalka di Dvořak e La dama di picche di Čajkovskij è dotata di una tecnica sicura e una grande duttilità vocale, in grado di rendere sia la Tat’jana innamorata, sia la Tat’jana delusa non solo dall’amore, ma dalla vita stessa. Vasilij Ladjuk si è formato a Mosca e ha interpretato numerose volte il ruolo di Onegin ottenendo sempre, grazie al suo bel timbro e alla sua presenza scenica, dei calorosi consensi. Il tenore Maksim Aksënov, che a novembre ha vestito i panni di Don José nella Carmen di Bieito, torna al Teatro Regio nel ruolo di Lenskij. Il mezzosoprano Nino Surguladze sarà l’allegra Ol’ga. Completano il cast: Aleksandr Vinogradov, Marie McLaughlin, Carlo Bosi, Elena Sommer, Scott Johnson, Vladimir Jurlin e Marco Sportelli.
Maestro del Coro è Claudio Fenoglio.
Nel corso delle otto recite, nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Vladislav Sulimskij (Onegin), Radostina Nikolaeva(Tat’jana), Aleksey Tatarintsev (Lenskij) e Iryna Zhytynska (Ol’ga).
Evgenij Onegin sarà presentato al pubblico da Susanna Franchi nell’Incontro con l’Opera che si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 15 maggio 2013 alle ore 17.30.
La prima dell’opera sarà trasmessa in diretta da Rai-Radio3 venerdì 17 maggio alle ore 20.
Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242 – e-mail: biglietteria@teatroregio.torino.it. Info – Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.