Sulla scia dello straordinario successo riscosso dallo spettacolo di chiusura della stagione, Un marito ideale di Oscar Wilde diretto da Roberto Valerio il Teatro Quirino annuncia il cartellone 2013-2014.
È emblematicamente chiamato “una nuova stagione” il nuovo cartellone 2013-2014 del Teatro Quirino che guarda al futuro con speranza e che viene presentato con orgoglio dal direttore artistico Geppy Gleijeses che sottolinea il trend positivo dello storico teatro romano anche in un momento difficile come quello attuale.
La rivoluzione cominciata quattro anni fa con la trasformazione del Quirino in un centro culturale, per vivere pienamente il teatro oltre lo spettacolo, continua a dare i suoi frutti: il numero di abbonati (8000 lo scorso anno) è in costante crescita e la nuova stagione si annuncia emozionante e molto eterogenea per accogliere le esigenze di un pubblico sempre più interessato a una molteplicità di generi.
Dunque non solo prosa, ma anche operetta, commedia, testi classici e contemporanei.
La stagione si apre con un omaggio a Turi Ferro con Mastro Don Gesualdo di Verga, diretto da Guglielmo Ferro e interpretato da Enrico Guarnieri (dall’8 al 13 ottobre), uno specchio dell’Italia (anche moderna) con un cast di giovani attori.
Dal 15 al 27 ottobre torna in scena Lello Arena (già al suo terzo Molière) con L’Avaro, diretto da Claudio Palma.
La signora delle mele segna il ritorno a teatro di Marisa Laurito: uno spettacolo fortemente voluto dall’attrice napoletana che ha impiegato ben quattro anni prima di riuscire a portarlo in scena. Trenta attori per una commedia liberamente tratta da Madame la Gimp di Damon Runyon (praticamente Angeli con la pistola di Bette Davis e Glenn Ford) con le musiche di Nicola Piovani e interpretata insieme a Giuseppe Zeno (29 ottobre-10 novembre).
Dal 12 novembre al 1 dicembre torna in scena il classico dei classici, La locandiera di Goldoni interpretato da Nancy Brilli: un testo adattato e diretto da Giuseppe Marini che lo ha ripensato come antesignano e precursore del dramma borghese dell’Ottocento lasciando intendere una sorta di finale aperto in una nuova trasposizione.
Dal 3 al 15 novembre Marco Bellocchio, il più anticonformista dei registi italiani, dirige lo Zio Vanya di Cechov con due grandi interpreti: Michele Placido (che l’anno scorso ha aperto la stagione con Re Lear) e Sergio Rubini, per la prima volta insieme sul palco.
Non ha bisogno di presentazioni l’Hedda Gabler di Ibsen diretto da Antonio Calenda. “Un testo antesignano del teatro dell’angoscia, importante per capire tutto il resto del teatro” ha detto il regista che dirigerà Manuela Mandracchia nel ruolo della protagonista (già straordinaria in un altro Ibsen lo John Gabriel Borkman all’Eliseo con Popolizio lo scorso anno) e Luciano Roman (dal 17 al 22 dicembre).
Nel periodo natalizio (dal 26 dicembre al 12 gennaio) spazio a Eduardo De Filippo con Sogno di una notte di mezza sbornia, con Luca De Filippo diretto da Armando Pugliese.
Dalla commedia napoletana alla miglior commedia tedesca mai scritta.
Secondo Paolo Bonacelli La brocca rotta di Heinrich Von Kleist rappresenta una delle tre migliori commedie mai scritte per il teatro (insieme alla Mandragola di Machiavelli e alla Locandiera di Goldoni): diretto da Marco Bernardi, lo spettacolo dello Stabile di Bolzano, segna una nuova collaborazione fra Bonacelli (nel ruolo del giudice Adamo), Patrizia Milani e Carlo Simoni dopo il successo del Il malato immaginario di Moliére (dal 14 al 26 febbraio).
Amatissima dal pubblico, torna l’operetta con Cin Ci Là di Carlo Lombardo con Elena D’Angelo e Umberto Scida (dal 28 gennaio al 9 febbraio) e dall’11 al 23 febbraio spazio alla prosa con Federico Branciaroli che dirige e interpreta Il teatrante del drammaturgo austriaco Thomas Bernhard, sulle frustrazioni di un attore megalomane e frustrato alle prese con uno spettacolo impossibile da realizzare. Una produzione dello Stabile di Brescia e del Teatro degli Incamminati che avevano già prodotto Servo di scena di Hardwood la scorsa stagione.
I padroni di casa Geppy Gleijeses e Marianella Bargilli (che si confronta per la prima volta con un ruolo maschile, dando corpo e anima ad Algenore) insieme alla grande Lucia Poli sono i protagonisti della commedia L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde (dal 25 febbraio al 16 marzo) coprodotto dal Quirino e dallo Stabile di Calabria.
A seguire il dramma giudiziario psicologico Pazza di Tom Topor con Caterina Murino (dal 18 al 30 marzo). Dal 1 al 13 aprile Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti sono i protagonisti di Boeing Boeing, commedia francese anni Sessanta di Marc Camoletti che riprende l’allestimento div Matthew Warchus.
Chiude la stagione un testo in prima nazionale, il thriller di Jordi Galceran, Parole incatenate con Francesco Montanari e Claudia Pandolfi (praticamente al suo debutto teatrale) diretti da Luciano Melchionna (dal 6 al 18 maggio). E ancora tante attività collaterali, come Autogestito, la rassegna di teatro indipendente giovane curioso civile che porta al Quirino le nuove realtà del panorama teatrale, curato da Marianella Bargilli e in programma a settembre.