Dopo la Soirée Roland Petit con la Carmen e l’Arlesienne nella stagione estiva alle Terme di Caracalla, è la Coppélia di Roland Petit l’ultimo titolo di balletto della stagione 2012/2013 del Teatro dell’Opera di Roma. L’allestimento del grande Roland Petit creato per il suo Ballet de Marseille risale ormai al 1975, ma a distanza di quasi 40 anni, resta un grande classico della danza, che sprizza gioia di vivere e ironia, non senza un pizzico di malinconia.
Il balletto tratto dal racconto di Hoffmann (nato nel 1876) in Petit (la coreografia a Roma è ripresa da Luigi Bonino) perde l’attitudine bucolica per trasformarsi in un affascinante e godibilissimo balletto fra automi, ragazze oltremodo curiose e un inarrestabile girotondo di gelosie e di infedeltà, illuminate dalla musica scoppiettante di Léo Delibes diretta con brio da Koen Kassels sul podio dell’Orchestra romana.
Va in scena il brioso triangolo amoroso fra il dottor Coppélius, la giovane e seducente Swanilda e il fidanzato Franz, con la presenza della misteriosa Coppélia che altro non è che un automa, una bambola, creata da Coppélius a immagine e somiglianza di Swanilda di cui è perdutamente innamorato… il lieto fine assicurato con le nozze dei giovani Swanilda e Franz.
Luigi Bonino interpreta un eccezionale dottor Coppélius, raffinato ed elegante dandy-viveur in frac e marsina, avvolto di mesta malinconia nel finale e la coppia Swanilda-Franz è fresca e gioiosa in tutta la sua spensieratezza.
Swanilda-Coppelia è una deliziosa Alessia Gay (si alterna ad Alessandra Amato ed Erika Gaudenzi) bravissima nelle rapidissime variazioni delle danze di colore del secondo atto e Alessio Rezza (che si alterna a Dinu Tamazlacaru) è leggiadro e aitante, nel ruolo dell’ingenuo Franz.
Come sempre, anche da un punto di vista puramente visivo, il balletto appare molto elegante e curato nelle scene essenziali e raffinate (in perfetto stile voyeur tipo casa delle bambole con le finestre da cui si affacciano i protagonisti) e nei costumi di Ezio Frigerio, dalle uniformi dei soldati, agli abiti in stile in stile belle époque, nello scintillio dei tutù o anche solo nella semplice raffinatezza del frac di Coppélius.
Il geniale Roland Petit amava dire che in Coppélia “tutta la felicità è intessuta di infedeltà” perché tutto sommato “la felicità è ciò che ne facciamo”. Meglio allora non perdere l’occasione e godere di uno spettacolo godibilissimo, un vero classico in scena fino al 6 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma.