Il teatro di via Leopardi, nel quartiere Fuorigrotta, apre al meglio la sua stagione. Il primo degli spettacoli in cartellone infatti è “Lezioni americane” tratto dall’omonimo ciclo di conferenze di Italo Calvino, regia di Orlando Forioso. In scena un mostro sacro dei palcoscenici italiani: Giorgio Albertazzi.Le Lezioni americane sono cinque conferenze scritte nel 1985 da Italo Calvino per le “Charles Eliot Norton Poetry Lectures” della Harvard University. L’invito dell’università americana si configurava come un vero evento per la cultura italiana, Calvino sarebbe stato il primo italiano a tenere quelle conferenze, preceduto negli anni dalle più grandi personalità della letteratura mondiale: T.S.Eliot, Stravinsky, Borges, Northrop Frye, Octavio Paz. Purtroppo Calvino non ha potuto mai parlare al pubblico americano poiché morì qualche mese prima della partenza per l’America. Le lezioni, appunti, carte e scritti diventeranno un libro fatto pubblicare dalla moglie Ester Calvino sotto il titolo di Lezioni americane – Six memos for the next millenium (Sei proposte per il prossimo millennio). In realtà le lezioni sono cinque, ma Calvino doveva scrivere in America la sesta, della quale conosciamo solo il titolo: Consistenza. “Vorrei dedicare le mie conferenze a certi valori, a certe qualità, o certe specificità della letteratura che mi sono particolarmente care, cercando di inserirle nella prospettiva del prossimo millennio.”, dichiarava Calvino nella sua introduzione alle conferenze sulla Leggerezza, la Rapidità, L’Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità; cinque valori da approfondire da un punto di vista letterario certo, ma anche come elementi del nostro vivere quotidiano.Oggi Calvino avrebbe novant’anni e a declamare quelle lezioni per lui ci pensa Giorgio Albertazzi in una riduzione teatrale di enorme successo, “una galoppata epica della letteratura” come la definisce Forioso in una nota.
“Il nostro spettacolo si concentra su questa prima conferenza, nella quale si incrociano e si fondono poesia e teatro, Calvino ed Albertazzi. Dante, Cavalcanti, Shakespeare, Lucrezio, Ovidio, Borges, Kafka, Cirano, Leopardi, sono stati da sempre gli autori con i quali ha convissuto Giorgio Albertazzi, e ci è parso naturale accostare alla conferenza calviniana il percorso parallelo di un artista innamorato della poesia e della scrittura. Un percorso che viene da lontano, e spesso con Albertazzi abbiamo evocato la preistoria della televisione italiana quando, in “Appuntamento con la novella”, le sue mani aprivano e chiudevano il Libro. Oggi il libro/i libri di Calvino diventano teatro, in un labirinto di richiami, in un continuo dialogo tra letteratura, teatro, video e musica, facendo della stanza del Conferenziere l’antro dove si viviseziona la scrittura e dove se ne cercano i segreti; dove la Leggerezza è per lo scrittore l’oggetto irraggiungibile di una ricerca senza fine, data “l’insostenibile pesantezza dell’essere”.
A seguire il conferenziere è una giovane allieva che cerca di comprendere il senso di questa ricerca, e il suo occhio-telecamera filma appunti, schizzi, disegni, quadri, libri, oggetti, e proiettando frammenti di filmati della memoria teatrale di un Albertazzi. Nulla più in scena solo la letteratura che si fa spettacolo.
Info: http://www.teatrotroisinapoli.it/