Progetto e regia Emiliano Masala e Lisa Nur Sultan
con Elisa Lucarelli, Leonardo Maddalena, Emiliano Masala
Luci Matteo Crespi
Produzione in collaborazione con Proxima Res
Premio Nuove Sensibilità 2008/2009
Vincitore del Premio Eceplast / Festival Troia Teatro 2010
Vincitore del Premio Girulà, Teatro – Napoli – come Miglior testo per l’anno 2010.
Menzione speciale al Bando Storie di Lavoro 2011
I protagonisti dello spettacolo sono legati a un’azione concreta, snervante, faticosa ma gioiosa come montare un mobile. Montarlo come oggi si monta la propria vita, senza un progetto preciso, cambiandole forma per evitare di darle un senso definitivo. Per evitare di vederne la fine.
In scena, trappola e destino dei due protagonisti occupati a brugolare, con 7 assi, 54 viti e 2 brugole.
Lo spettacolo nasce da una riflessione sulle costrizioni invisibili di cui ognuno è vittima: i divieti interiorizzati, gli imperativi acriticamente accettati, la fede nelle scelte della massa.
Racconta un mondo che gira a vuoto, un infinito smontare e rimontare pezzi senza più alcuna progettualità, nonostante l’impressione di estrema razionalità: si monta, si smonta ma non si costruisce più nulla. È l’epitaffio dell’homo economicus, che si rivela in tutta la sua triste inconsapevolezza: preoccupato di stare al passo, di non lasciarsi sfuggire le occasioni – che sono sempre altre e sempre di più – ha come unico modo per sopravvivere all’angoscia, inventarsi scadenze e piccole emergenze. Nuove urgenze. Per sottostare alla “tirannia dell’istante”, dove il carpe diem ha sostituito il memento mori. Ma non fa meno paura.
7 assi, 54 viti e 2 brugole.
E infinite possibilità.