Non è facile portare in scena uno dei più bei romanzi italiani di tutti i tempi, Mastro-don Gesualdo, pubblicato da Giovanni Verga nel 1889. Ci era riuscito nel 1967 Turi Ferro, il grande attore siciliano, l’interprete magistrale della letteratura verghiana e pirandelliana, fissandosi per sempre nella memoria e nei cuori di tanti spettatori. Oggi una nuova messinscena diretta da suo figlio, Guglielmo Ferro, riporta in teatro Mastro-don Gesualdo scegliendo come interprete principale Enrico Guarneri, attore di teatro catanese molto amato dal pubblico siciliano e non solo, capace di grandi slanci drammatici e di una sottile ironia. Con lui Gesualdo Motta esce dalle pagine del romanzo e si fa personaggio in carne e ossa sul palcoscenico del Teatro Quirino. Enrico Guarneri ha il physique du rôle, la voce, la gestualità e la rabbia di Gesualdo, ex muratore che con il duro lavoro e la caparbietà riesce a diventare l’uomo più ricco di Vizzini, in Sicilia, e a sposare una donna compromessa, Bianca Trao, discendente da un’importante famiglia nobiliare ora decaduta. Il suo arrivismo, però, inaridisce la sua vita e lo allontana sia dai suoi compaesani contadini sia dagli acquisiti parenti aristocratici che lo disprezzano. Circondato in vita dal gelo degli affetti familiari, muore da solo, lontano dalla sua amata terra, nel palazzo della figlia che ha voluto dare in sposa all’anziano duca di Leyra che dilapida il suo patrimonio e lo umilia con la sua indifferenza. Enrico Guarneri riesce a trasmettere magistralmente il carattere di questo complesso personaggio così legato alla “roba”, facendo emergere la sua astuzia, la sua ostinazione, la sua collera e la sua disperazione che gli fanno marcire lo stomaco di cancro. La rielaborazione drammaturgica di Micaela Milano rende agile la messinscena, selezionando i passaggi più importanti del romanzo, rimanendo fedele al disegno generale di Verga. Peccato solamente per le musiche, più adatte ad una fiction televisiva che ad uno spettacolo così ben congegnato, e per i fondali scenografici video-proiettati. Calde e intime, invece, le ambientazioni create da quinte amovibili e dagli essenziali ma ben scelti oggetti di scena. Accanto a Enrico Guarneri anche Ileana Rigano, Rosario Minardi, Francesca Ferro, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Valeria Panepinto, Giovanni Fontanarosa. Da non perdere.