Ci sono opere teatrali che non tramonteranno mai. Una di queste è L’avaro di Molière, scritta nel 1668 ma ancora attuale nelle tematiche e avvincente nella narrazione. Soprattutto se a vestire i panni dell’avaro anaffettivo è Lello Arena, attore giunto proprio nell’età del protagonista, sessantenne, e ricco di esperienze teatrali brillanti e memorabili (come dimenticare La smorfia, il gruppo teatrale fondato insieme a Massimo Troisi ed Enzo Decaro?). Lello Arena riesce a ridare vita ad Arpagone facendolo proprio, sottolinea le ironie sottese nel testo di Molière ed è capace di passare dal registro tragico a quello comico con grande destrezza, arricchendo il testo con mimica espressiva e caratterizzazioni efficaci. L’Avaro diretto da Claudio Di Palma è uno spettacolo ben congegnato, in cui tutti gli ingranaggi sono oliati alla perfezione e fanno risaltare la meticolosa tecnica di punteggiatura teatrale di Molière. I movimenti di scena sono fluidi e quasi danzati. Le luci, le musiche di Paolo Vivaldi, la scenografia di Luigi Ferrigno giocano con gli attori sul palco, accompagnandoli nei complotti, nei raggiri, nelle avventure amorose e nelle agnizioni inaspettate. Il perimetro della scena è una successione di teche, in cui Arpagone custodisce gelosamente i suoi averi, simboleggiati da una ossessiva collezione di sedie. Si legge nelle note di scena: “Sedie di epoche diverse in cui è possibile leggere il segno del potere, ma anche quello dell’assestamento e, conseguentemente, dell’impigrimento e della devitalizzazione”. L’atmosfera che potrebbe emergere e l’insistenza sul vizio capitale dell’avarizia potrebbero risultare angosciosi, ma Lello Arena con la sua verve riesce a dosare risate e momenti più riflessivi. Come Lello Arena, anche gli attori non protagonisti hanno saputo trovare la chiave giusta per interpretare i personaggi. I costumi di Maria Freitas sono rivisitazioni contemporanee dei costumi della seconda metà del Seicento, componendo corpetti con stecche e ampie gonne lunghe con mantelli di plastica, mise bizzarre e luci al led. Scenografie e costumi creati danno vita ad uno spazio irreale e atemporale, che rendono L’avaro sempre attuale. Uno spettacolo pienamente convincente. L’avaro con Lello Arena, Fabrizio Vona, Francesco Di Trio, Valeria Contadino, Giovanna Mangù, Gisella Szaniszlò, Fabrizio Bordignon, Enzo Mirone.