Una delle commedie eduardiane più esilaranti. Al teatro Diana Gianfelice Imparato e Giovanni Esposito portano in scena “Uomo e galantuomo”, le scene sono di Aldo Buti e i costumi di Valeria Fucci per l’originalissima regia di Alessandro D’Alatri. Esempio di teatro nel teatro, una storia di poveri attori, equivoci ed episodi irresistibilmente comici. Tutti elementi che possono far pensare ad una farsa, come del resto è solita essere classificata questa commedia. “Emergono una gran quantità di contraddizioni tra l’apparire e l’essere della borghesia contro il dramma proletario di chi ogni giorno affronta la sopravvivenza. Falso perbenismo contro tragedia. Onore da salvare contro fame. E in tutto questo dov’è l’uomo e dove il galantuomo?” si legge in una nota del regista. È proprio il teatro ad essere motore drammaturgico. La storia infatti è quella di una compagnia di teatranti, “L’eclettica”, alle prese con le prove di “Malanova” di Libero Bovio. “Attraverso il classico meccanismo della commedia degli equivoci, si scatena così il teatro nel teatro, la follia tra farsa e dramma evocando sapori pirandelliani. Ma si respirano anche profumi di Goldoni, di Skakespeare, e forse anche un po’ di quel teatro dell’assurdo che va da Osborne a Beckett a Jonesco. L’assenza di talento e l’improvvisazione della compagnia fanno infatti da contrappasso ai drammi borghesi interpretati invece con talento e una vena di follia. Sullo stesso palcoscenico della vita saranno più attori i benestanti, i cui sforzi mirano ad interpretare ruoli d’apparenza che i veri commedianti protesi, senza alcuna esigenza interpretativa, soltanto a sopravvivere al quotidiano”.
Info: www.teatrodiana.it