Dopo aver chiuso le vacanze di Natale della scorsa stagione teatrale con il tutto esaurito e una lunga lista d’attesa, torna a grande richiesta ”My Fair Lady” di Massimo Romeo Piparo sul palco del Teatro Sistina di Roma. E la prima è una festa organizzata in grande, con tanto di carrozza d’epoca che si fa strada tra due ali di spettatori e vip del mondo dello spettacolo che attendono su via Sistina il suono della campanella del teatro per entrare. Vengono così accolti tra applausi entusiasti e sguardi curiosi i due protagonisti, Vittoria Belvedere e Luca Ward, splendidi nei loro vestiti di scena, accompagnati dal folto gruppo di cantanti-ballerini in costume, gli stessi che aprono la scena per uno scoppiettante inizio dello spettacolo. Il ritmo resta serrato per tutta la serata, merito del regista Massimo Romeo Piparo, ora anche direttore artistico del Sistina, autore dei più bei musical visti in questi anni in Italia, come The Full Monty, Il Vizietto-La Cage aux Folles, HairSpray…Grasso è bello! e La Febbre del Sabato Sera. Anche My Fair Lady, come tutti spettacoli che portano la sua firma, è curatissimo nei particolari e brioso. L’imponente apparato scenografico e i costumi di ottima fattura di questo allestimento di My Fair Lady ricreano realisticamente l’atmosfera londinese della prima metà del Novecento nella quale è ambientato il musical, scritto da Alan Jay Lerner e musicato da Frederick Loewe che nel 1956 hanno adattato l’opera Pigmalione di George Bernard Shaw. Le coreografie energici e corali sono architettati secondo lo stile migliore dei musical di Broadway e sono capaci di amplificare ora i momenti burleschi ora quelli romantici. Mentre forte è l’ispirazione che il regista ha avuto dal film di My Fair Lady di George Cukor, vincitore di 4 premi Oscar, che vedeva Audrey Hupburn nei panni di Eliza Doolittle, la fioraia di bassa estrazione sociale che (per scommessa) veniva istruita alle buone maniere a ad un linguaggio corretto e forbito dal professor Henry Higgins, interpretato nel film da Rex Harrison. Il cappello di Vittoria Belvedere, i suoi vestiti di scena, compreso quello della scena clou al gran ballo della regina di Transilvania, sono, infatti, mutuati dal celebre film, così pure molte scelte stilistiche. Luca Ward, col suo charme da vendere e la sua voce calda e impostata che lo hanno reso uno dei doppiatori italiani più conosciuti e amati, solca il palcoscenico con grande sicurezza, imponendosi come presenza magnetica. Vittoria Belvedere, anche se dalla voce meno duttile, conquista il pubblico con l’ingenuità e l’allegria del suo personaggio alle prese con una rigida rieducazione. Alla sua conquista della pronuncia foneticamente corretta della frase “La pioggia in Spagna bagna la campagna” partecipano tutti gli spettatori che poi si sciolgono alla vista del bacio che corona il sogno di una fanciulla partita dai bassifondi londinesi che conquista l’apice dell’alta società e il cuore dell’algido Higgins. Indovinatissimi anche gli attori scelti per i personaggi secondari: Enrico Baroni è il colonnello Pickering, che scommette col professor Higgins sulla riuscita o meno della rieducazione della fanciulla, Giulio Farnese è Alfred Doolittle, il cinico padre di Eliza dalle spiccate capacità retoriche, e Giuseppe Verzicco, attor giovane che prende vari applausi a scena aperta nel ruolo del ragazzo che si innamora di Eliza innestando la gelosia nel professore. I dialoghi brillanti, le musiche trascinanti e il tutto il cast composto da preparatissimi cantanti e ballerini, fanno il resto, regalando agli spettatori due ore di grande spettacolo.