La sedicesima edizione del Moncalieri Jazz Festival si chiude a Torino domenica 17 novembre con A Joyful Day, un concerto/evento irripetibile che celebra i 40 anni del trombettista Fabrizio Bosso (dei quali 35 dedicati alla musica e al suo strumento), realizzato in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Sul palcoscenico dell’Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, lo stesso Bosso festeggerà il suo anniversario proponendo in anteprima il progettoEnchantment – L’Incantesimo di Nino Rota, con Claudio Filippini al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Lorenzo Tucci alla batteria e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI con gli arrangiamenti e la direzione del maestro Stefano Fonzi. Inoltre, come in un vero compleanno, non mancheranno sorprese e colpi di scena con un susseguirsi di momenti musicali regalati da amici che in questi anni hanno lavorato con Fabrizio Bosso e tra i quali si segnalano:Mario Biondi, Luca Bulgarelli, Javier Girotto, Rosario Giuliani, Raphael Gualazzi, Natalio Mangalavite, Luca Mannutza, Egidio Marchitelli, Bruno Marcozzi, Alberto Marsico, Julian Oliver Mazzariello, Alessandro Minetto, Daniele Scannapieco, Marco Siniscalco, Emanuele Smimmo e Nina Zilli. La serata, che sarà condotta dal giornalista Marco Basso, vede anche celebrare i 10 anni del Maestro Cioccolatiere Guido Castagna di Giaveno che solo nel 2013 ha vinto ben 4 primi premi GOLD dell’International Chocolate Awards per Giandujotto, Pralina cannella e calendula, Pralina ovetto ripieno e Crema di nocciole +55 e che, nell’ambito della serata, offrirà a tutto il pubblico presente delle tavolette di cioccolato con sopra inciso il logo del Moncalieri Jazz Festival, ideato e realizzato dalla Giugiaro Design.
Fabrizio Bosso è nato a Torino il 5 novembre del 1973.
Il padre Gianni, commerciante ma trombettista per passione, lo coinvolge fin da piccolo nell’ascolto del jazz così, già nel 1978, Fabrizio riceve in regalo la sua prima tromba. La mamma Marina ci racconta «Fabri aveva 6 anni e il suo repertorio era composto da un unico brano: Ciliegi Rosa, che però eseguiva alla perfezione, con tanto di glissato! Era troppo piccolo per iscriverlo al Conservatorio quindi fece il percorso di studi da privatista con il M° Magnani »
Nell’89, a 15 anni, Fabrizio consegue il diploma al Conservatorio di Torino.
E’ in quegli anni giovanili che incontra Flavio Boltro, più grande di lui di una decina d’anni. E’ con Flavio che Fabrizio frequenta i concerti jazz nei locali della città: il fascino di quel far musica l’aveva già conquistato.
Un suo ricordo: «In quegli anni perfezionavo gli studi classici con il M° Ercole Ceretta il quale, per farmi suonare rilassato anche quelle partiture, mi diceva: pensa di suonare Over The Rainbow!»
Tanti anni di collaborazioni con orchestre, big band, e tanto studio, tanta passione. Incontri importanti, ognuno dei quali segna una tacca nel percorso musicale e di crescita di Fabrizio: Gianni Basso, ad esempio. Fabrizio afferma che, tra i 1000 insegnamenti ricevuti dal compianto maestro di Asti, uno fondamentale riguarda il lavoro in studio di registrazione. E chi entra in studio con Fabrizio ancora oggi sa esattamente a cosa si riferisce. Ma anche Enrico Pieranunzi, che lo coinvolse nella realizzazione del suo omaggio “Evans Remembered”. Ed Enrico Rava, che ha sempre sostenuto e portato in palmo di mano il giovane collega in qualsiasi occasione gli si presentasse.
Nel 2000 finalmente il primo disco a suo nome,”Fast Flight”, con Rosario Giuliani, Salvatore Bonafede, Giuseppe Bassi e Marcello Di Leonardo. «Ci siamo incontrati in occasione di un concerto dei Jazz Convention – racconta Rosario – dove ero stato invitato come guest. Con lui è nata subito una familiarità che andava molto oltre il fatto di suonare insieme. Si manifestava sul palco attraverso la musica ma nasceva molto più nel profondo. Questo sentimento ci sta accompagnando da allora e ora che ci ritroviamo nuovamente a condividere il palco (Fabrizo e Rosario condividono il nuovo progetto THE GOLDEN CIRCLE – ndr) è forte più che mai, nutrita dal desiderio di raccontarci sempre più cose, le nostre esperienze, le nostre emozioni, non solo di musica. Fabrizio è scritto con caratteri indelebili nel libro della mia vita». E’ sempre grazie a Rosario che Fabrizio incontrerà un altro collega che da quel momento gli sarà accanto sempre, sia come musicista e come amico: Lorenzo Tucci.
Proprio Lorenzo gli farà incontrare Daniele Scannapieco, e loro tre, insieme a Pietro Ciancaglini e Julian Oliver Mazzariello daranno vita agli HIGH FIVE. Nel 2002 esce il loro primo disco “Jazz for More”. Julian per ragioni di salute è costretto ad una pausa piuttosto lunga e sempre Lorenzo indica un sostituto, un pianista cagliaritano: Luca Mannutza. Lorenzo racconta: «il problema di Julian si manifestò improvvisamente, il giorno prima di un concerto. Chiamai Luca, che accettò. Non conosceva il repertorio, quindi ascoltammo in macchina i brani andando al concerto. Quella sera li suonò come se fosse sempre stato con noi!»
Gli HIGH FIVE QUINTET pubblicheranno in seguito molti dischi che riscuoteranno grande successo in Italia e anche all’estero, soprattutto in Giappone, dove il quintetto approderà per la prima volta nel 2008, al Blue Note di Tokyo. Nel 2006 gli High Five vengono scritturati per realizzare il disco di un “crooner”, siciliano di origine ma dall’anima nera. “Handful of Soul” fa il giro del mondo e quella voce inconfondibile era quella di Mario Biondi.
Nel frattempo nasce il FABRIZIO BOSSO QUARTET, sempre con Lorenzo e Luca ma al contrabbasso Luca Bulgarelli, un altro talento abruzzese con cui Fabrizio aveva suonato nel gruppo del pianista Paolo di Sabatino. Per inciso è al ‘Bulgaro’ che si deve l’incontro di Fabrizio con Sergio Cammariere, e quindi i primi passi nel mondo del pop. Sergio sarà ospite nella versione di Estate contenuta nel disco che ha segnato la consacrazione di Fabrizio: “You’ve Changed”, con Pietro Lussu, Luca Bulgarelli e l’immancabile Tucci. Gli arrangiamenti dell’orchestra d’archi sono di Paolo Silvestri. La voce femminile coinvolta per eseguire il capolavoro che da il titolo all’album è quella di Dianne Reeeves.
Erano diversi anni che ognuno seguiva la carriera dell’altro fino a che, un giorno del 2005, si sono incontrati al festival di Ciampino dove Javier Girotto suonava con Natalio Mangalavite e Peppe Servillo e Fabrizio con Irio De Paula e si sono detti che dovevano fare qualcosa insieme. L’occasione è arrivata l’anno seguente: per il Brianza Open Jazz festival nasce con Javier Girotto, Natalio Mangalavite, Luca Bulgarelli e Lorenzo Tucci il quintetto LATIN MOOD che a seguito della registrazione del primo disco “Sol”, pubblicato nel 2008, diverrà sestetto con l’apporto musicale ed ‘energetico’ di Bruno Marcozzi.
Facciamo un passo indietro…a Torino negli anni 80 erano diversi i luoghi in cui i musicisti si riunivano a suonare, e fra questi molto frequentata era la casa di un bassista non professionista ma molto apprezzato. La frequentava con assiduità Alessandro Minetto. «Una serà passò anche Fabrizio, aveva credo 17 anni, un pischello magro magro – ricorda Sandrino – Cominciò a suonare e rimanemmo a bocca aperta tutti quanti. Negli anni a seguire ci sentimmo e suonammo anche insieme in diverse occasioni. Lui aveva già cominciato la sua carriera ma quando veniva a Torino spesso ci chiamava per suonare. Nel 2008 volli invitarlo io e gli presentai Alberto Marsico. Facemmo un po’ di concerti con un repertorio vario. Fino a che lui disse che avrebbe voluto che il nostro trio diventasse una sua formazione stabile. Così Alberto si inventò il progetto SPIRITUAL»
Nel 2010 uscirà il primo disco, appunto “Spiritual” e nel 2013, alla fine di questo mese, verrà pubblicato “Purple”.
Il 2010 è un anno importante anche per un altro sodalizio, quello con il contrabbassista Rosario Bonaccorso. Tanti anni prima Fabrizio aveva espresso il suo apprezzamento per le composizioni del bassista ligure eseguendo sovente con le sue formazioni un bellissimo brano a firma di Rosario: Agosto. Ed è stato nel 2010 che Rosario ha coinvolto Fabrizio nella realizzazione del disco “In Cammino”. Il suo trio, con Andrea Pozza al piano e Nicola Angelucci alla batteria, con Fabrizio diviene quartetto. Ascoltandolo è evidente come la musica sia stata scritta pensando proprio alla tromba di Fabrizio. Ma è sempre nel 2010 che Stefano Fonzi, giovanissimo arrangiatore e direttore d’orchestra aquilano, propone a Fabrizio di realizzare un tributo alla musica di Nino Rota, del quale l’anno seguente ricorreva il centenario della nascita. Parte così l’avventura di ENCHANTMENT che porterà Fabrizio, Stefano, Rosario Bonaccorso, Lorenzo Tucci e Claudio Filippini a Londra, presso gli Air Studios, a registrare con la London Symphony Orchestra alcuni tra i brani più belli e suggestivi del grande compositore milanese, ri-arrangiati con grande originalità ma anche grande rispetto da Stefano Fonzi.
E’ sempre nel 2010 che Fabrizio torna a Sanremo, questa volta invitato da Raphael Gualazzi, che vincerà la categoria giovani, con il quale si crea un legame di amicizia e stima professionale.
Nel 2011 torna di nuovo all’Ariston, ma questa volta accanto a Nina Zilli. Con lei si re-incontrerà l’anno seguente e condividerà l’esperienza televisiva nello show Panariello Non Esiste. Nel 2012 nasce l’idea di un tributo ad Amy Winehouse e alle grandi voci del Soul e sarà questa volta Fabrizio a chiamare l’artista piacentina al suo fianco, con il ritrovato Julian Mazzariello, con il quale Fabrizio condivide anche un emozionante duetto, Egidio Marchitelli, Marco Siniscalco, Emanuele Smimmo, nel tour 2013 di WE LOVE YOU.
E siamo arrivati ad oggi, a joyful day.
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Nel 1931 fu fondata a Torino la prima orchestra sinfonica dell’ente radiofonico pubblico, a cui si aggiunsero le orchestre di Roma, Milano e Napoli. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nacque nel 1994 dalla loro unificazione, divenendo una delle orchestre più prestigiose d’Italia. Dal novembre 2009 Juraj Valčuha ne è Direttore principale.
Con la presenza nei palinsesti radiofonici e televisivi, ha contribuito alla diffusione del repertorio sinfonico e dell’avanguardia storica e contemporanea, ottenendo importanti riconoscimenti discografici.
L’OSN Rai affianca alla stagione concertistica torinese cicli speciali, e partecipa ai principali festival internazionali.
Infoline:
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