In una piovosa serata romana, ci tuffiamo dalla platea del Teatro Brancaccio tra le brume della Transilvania in compagnia di Frankenstein junior e dei suoi accoliti, per rivivere i fast comici e scenografici del film nato nel 1974 dal genio umoristico e parodistico di Mel Brooks, divenuto anche un successo teatrale con un musical firmato dallo stesso regista, con 485 repliche a Broadway dal 2007 al 2009. Questa versione italiana diretta da Saverio Marconi con la regia associata di Marco Iacomelli, è la trasposizione fedele del mitico film al quale si ispira anche per le scenografie in bianco e nero, le atmosfere gotiche e la caratterizzazione ironica dei personaggi.
Fendono l’aria ovattata, come fari nella nebbia, i caldi e sontuosi colori degli abiti ideati da Carla Accoramboni, e le luci quasi catarifrangenti degli oblò della nave che dal porto di New York condurrà il giovane Frederick nella lontana Romania. Saverio Marconi ha affrontato la sfida, con la sua Compagnia della Rancia, di misurarsi con un capolavoro della comicità classica, ritenuto una delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi, parodia del celebre Frankenstein di James Whale del 1931 e di altri horror dell’epoca ispirati alla creatura di Mary Shelley. Stupiscono gli innumerevoli effetti speciali nei rapidi cambi delle scene disegnate da Gabriele Moreschi, con i fondali che si susseguono nelle ambientazioni di interni ed esterni evocando il taglio delle sequenze cinematografiche. Tradotta in italiano da Franco Travaglio, la favola nera che si sviluppa nel tetro castello del barone Viktor von Frankenstein attorno ai maldestri tentativi di manipolazione umana del giovane nipote nel lugubre laboratorio, si giova delle musiche originali composte dallo stesso Mel Brooks, sulle cui note si animano le allegre coreografie di Gillian Bruce e si librano le voci degli interpreti, soprattutto quella carica di beffardi chiaroscuri, falsetti e vibrati farseschi di Giulia Ottonello, la egocentrica e imprevedibile fidanzata Elizabeth. Giampiero Ingrassia è l’interprete brillante che rievoca lo stralunato Gene Wilder, guadagnandosi con questo ruolo il premio Flaiano come miglior attore protagonista di musical. Il servo Igor di Mauro Simone è ripugnante e amabile al contempo; Altea Russo ha il cipiglio intransigente di Frau Blücher, cupa e sinistra perfino per i cavalli. Fresca e seducente la giovane Inga interpretata da Valentina Gullace che cede al fascino del dottore con qualche indulgenza a forzati ammiccamenti. Il Mostro si avvale del fisico possente e della voce del baritono Fabrizio Corucci. Completano il cast Felice Casciano nei panni dell’ispettore Kemp, Davide Nebbia in quelli dell’eremita cieco, Roberto Colombo nel ruolo del nonno e Michele Renzullo con il bizzarro Ziggy, tutti trasformati dal trucco di Antonella Marinuzzi e preparati dalla vocal coach Lena Biolcati.
Tuttavia, la comicità gotica, grottesca e arguta dell’opera originale in alcuni passaggi stride con le battute ammiccanti, anzi palesemente allusive e gratuite, disseminate nei dialoghi italiani.
Il debutto a Roma è avvenuto nella settimana di festeggiamenti che preludono alle celebrazioni per il quarantennale del film, che culminano con il ritorno al cinema nella sola giornata del 26 novembre della pellicola restaurata e digitalizzata.
Teatro Brancaccio – fino al 1 dicembre 2013
Via Merulana, 244 – Roma
tel.: 0680687231/2
www.teatrobrancaccio.it