Debutto in prima nazionale al Teatro della Pergola per Stefano Accorsi e Marco Baliani, di nuovo insieme a giocare con i versi dell’Ariosto, una produzione Nuovo Teatro con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola. In scena dal 19 al 24 novembre, poi in tournée in tutta Italia.
Attore, regista e drammaturgo, Marco Baliani ha trasformato i 38.746 versi dell’Orlando Furioso e le donne i cavalier, l’arme, gli amori nel nuovo spettacolo Giocando con Orlando, un’inedita ballata in ariostesche rime e una singolar tenzone per il palcoscenico da condursi corpo a corpo, rima dopo rima con Stefano Accorsi.
Coincidenze, occasioni e imprevisti hanno generato questa nuova avventura, che parte dal successo dell’edizione di Furioso Orlando, e raccoglie la necessità e la rinnovata sfida di provare a esplorare il testo in una direzione ancor più radicale dove l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione fa risuonare i corpi in scena attraversati da rime, versi, suoni, rumori trasformandoli in uno e in tutti i personaggi e nei mostri e nelle creature magiche del celebre ‘cantare’.
“Lo scorso luglio ero ad Asti – racconta Baliani – per la regia della stagione estiva del Furioso Orlando, ma quel giorno l’attrice – Nina Savary – non è riuscita a prendere l’aereo, le scenografie non sono partite da Napoli e c’erano più di ottocento prenotazioni…Il produttore Marco Balsamo e gli organizzatori erano disperati, con Stefano Accorsi ci siamo messi a tavolino: siamo andati in scena così, senza costumi e luci, improvvisando. Io, che non conoscevo a memoria il testo, ho recitato le parti femminili e ho riprodotto con il suono della voce tutti i rumori di scena. Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena, con soltanto noi due attori in scena, tornando un po’ al fondamentalismo del mio Kohlhaas. È un nuovo esperimento, una nuova tappa di lavoro.”
Stefano Accorsi sarà ancora il paladino Orlando, ma anche il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia, Marco Baliani sarà invece un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe.
Lo spettacolo parte sempre dalle due storie d’amore principali: il paladino Orlando che insegue la bella Angelica e la guerriera cristiana Bradamante innamorata di Ruggiero, cavaliere saraceno destinato alla conversione, per poi moltiplicare i personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, per condurli a giocare sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Mimmo Paladino con i suoi celebri cavalli, realizza la giostra per i duelli, gli amori, gli scontri e gli incontri dei cavalieri che appaiono e scompaiono nel girotondo che il gioco impone. In un impianto scenico firmato da Daniele Spisa si muovono i costumi di Alessandro Lai nel disegno luci di Luca Barbati.
Dopo il debutto in prima nazionale alla Pergola di Firenze, Giocando con Orlando prosegue la tournée in tutta la penisola con repliche a Roma, Milano, Genova e Bologna prima di concludersi a marzo al Teatro Nuovo di Napoli.
Info: www.saverioferragina.com/giocando-con-orlando.html – www.teatrodellapergola.com e www.nuovoteatro.com
Fondazione Teatro della Pergola
Ufficio Stampa – Paola Pace
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Addetto stampa della compagnia:
Saverio Ferragina
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Nuovo Teatro con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola
presenta
Stefano Accorsi e Marco Baliani
GIOCANDO CON ORLANDO
liberamente tratto da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
Scene: Mimmo Paladino
Impianto scenico: Daniele Spisa, Costumi: Alessandro Lai
Disegno luci: Luca Barbati
Adattamento teatrale e regia di Marco Baliani
Tournée:
Novembre 2013
dal 19 al 24 Novembre – FIRENZE Teatro della Pergola – PRIMA NAZIONALE
27 – SANTA CROCE SULL’ARNO Teatro Verdi
28 – BARGA Teatro dei Differenti
dal 29 al 30 – MACERATA Teatro Lauro Rossi
Dicembre
1 Dicembre – SAN BENEDETTO DEL TRONTO Teatro Concordia
4 – NEMBRO Teatro San Filippo Neri
5 – SCHIO Teatro Astra
dal 6 al 8 – TREVISO Teatro Comunale
11 e 12 – COMO Teatro Sociale
13 – CESANO MADERNO Teatro Excelsior
14 e 15 – CARRARA Teatro Garibaldi
18 e 19 – BRINDISI Teatro Nuovo Verdi
dal 20 al 22 – BARLETTA Teatro Comunale Giuseppe Curci
Gennaio 2014
7 e 8 Gennaio – LIVORNO Teatro Goldoni
9 – TEANO Auditorium Tommasiello
dal 10 al 12 – CASERTA Teatro Comunale
dal 16 al 26 – ROMA Teatro Ambra Jovinelli
29 – CASTIGLION DELLE STIVIERE Teatro Sociale
30 – OMEGNA Teatro Sociale
31 – VIGEVANO Teatro Cagnoni
Febbraio
1 e 2 Febbraio – NOVARA Teatro Coccia
dal 4 al 9 – MILANO Teatro Elfo Puccini
dal 11 al 16 – GENOVA Teatro della Corte
19 e 20 – VIGNOLA Teatro Ermanno Fabbri
dal 21 al 23 – BOLOGNA Teatro Duse
dal 25 Febbario al 2 Marzo – NAPOLI Teatro Nuovo
Note di regia:
“Ma che c’entra Baliani con Accorsi?
Tutt’e due in scena, due attori così diversi?
Ma il Furioso Orlando sono già due stagioni che gira con Accorsi in scena e regia di Baliani. Che bisogno c’era di farne una nuova versione? E’ la stessa frittata rivoltata per riempire i teatri: perché intanto va detto che il Furioso Orlando è stato un successo di pubblico senza precedenti. Vabbè e allora?
Allora succede che dopo due anni ti accorgi che quello che hai fatto era una scoperta interessante ma che si poteva fare di più.
Mentre seguivo Nina Savary e Stefano Accorsi nella loro evoluzione, e vedevo la forza teatrale del repertorio, della ripetizione che genera nuove idee, ecco che mi invitano al festival di Mantova a fare una maratona di incursioni ariostesche insieme ad altri scrittori, registi, poeti, attori, il tutto di notte, nelle stesse sale e giardini dove presumibilmente Ariosto declamava il suo poema. Mentre noi, frammentati autori, dicevamo la nostra sul poema e sulla di lui figura, c’era un nastro registrato di voci attorali che interpretavano brani dell’opera. Erano insopportabili, un birignao di tromboni che nulla facevano sentire del testo ma esprimevano solo la loro altisonante tecnica vocale.
Ho provato allora a immaginarmi Ludovico Ariosto tra quei giardini e in quelle sale che declama il suo poema. Ma declamava poi? Come raccontava le vicende, c’era musica, la faceva lui, era da solo? Come gli nascevano i cambi di scena, l’abbandono di un filone per cercare una nuova puntata recuperando un eroe dimenticato alcuni capitoli prima? Come decideva di accorciare, tagliare, ricucire, stava attento alle risposte del suo pubblico, provava prima di mettersi all’opera?
Una grande invenzione linguistica si accompagnava per la prima volta a una grande intelligenza scenica. Un romanzo a fumetti, un compendio di future soap opere, un principio di feuilleton.
Sono corbellerie queste? Forse sì, lo sono, ma da artista devo immaginare un corpo in scena che dice parole e allora perché non provare a rendere il poema ancor più giullaresco, a farlo parente di quell’altro teatro che si svolgeva, appena fuori da quelle corti, nelle stesse piazze, magari con guitti che citavano a memoria gli stessi episodi, ma più rozzamente.
Così ho voluto provare a esplorare il testo in una direzione ancor più radicale.
Il gioco del teatro nel teatro è vecchio come il mondo, l’arte è saperlo condurre in un precario equilibrio, a misura, senza intaccare mai la poesia del poema, senza deridere i personaggi, senza distanza, ma con tutta la compassione amorosa dei guitti che amano le loro creature perché ci si identificano.
Ci sarà dunque molta fisicità, senza scene, senza illustrazioni di alcun tipo, ogni gesto parola suono musica temporale, vento e accidenti vari sarà emesso da quei nostri due corpi affannati e saltellanti.
Il centro sarà sempre il tema dell’amore, corrisposto e non, violento e non, tradito e non, con le due coppie di Orlando e Angelica e Bradamante e Ruggiero, e noi due che entriamo e usciamo dai personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, giocando, appunto, sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.
Saltando spazi e tempi con un semplice gioco di luci, o con un salto in più su una pedana rialzata.
Stefano sarà il cantore che aggancia i vari episodi in un flusso più continuativo, io invece sarò un fool, a far da regista in scena, a diventare spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe .
Ma ecco, che grazie a questo gioco, a questa ludica gioia teatrale, a tratti apparirà, per intero, la passione dell’amore, distillata e resa straziante, la forza dell’amicizia, in un attimo di commossa fratellanza, la furia della gelosia in un esercizio distruttivo.
Giocando con Orlando sorprenderà lo spettatore, che, dopo esser stato condotto al campo da gioco, alla giostra e alla helzapoppiniana baraonda, si troverà all’improvviso di fronte a qualcosa di antico, i sentimenti, avrà appena il tempo per sentirli e provare qualcosa che assomiglia alla nostalgia, per poi essere trascinato di nuovo sulle montagne russe dell’Ippogrifo volante o dell’Orca ruggente.”
Marco Baliani