Martedì 19 novembre ritorna alla Casa del Jazz, un altro evento di grande successo: “Art and Soul-Storie di Musica in Musica” a cura di Alberto Castelli. In questo appuntamento: “We Love Gil Scott-Heron, un omaggio al poeta in musica“, con: Alberto Castelli (storytelling wiz), Giorgia Antonelli (Casa editrice LIberAria), Mr. DMC (soul selecter).
Recentemente la casa editrice di Bari LibrerAria ha pubblicato “L’ultima vacanza – A memoir”, il bellissimo libro che Gil Scott-Heron, il grande poeta della black music scrisse negli ultimi anni della sua vita. Martedì 19 novembre, a partire dalle 19, la Casa del Jazz ricorderà la figura e l’arte di Gil Scott-Heron. Alla serata parteciperanno: Giorgia Antonelli (responsabile di LiberAria) spiegherà perché ha deciso di pubblicare in Italia il libro e poi leggerne alcune pagine. Sarà poi la volta di Alberto Castelli e di Mr. DMc, che tra musica, parole e immagini racconteranno la vita, sofferta e drammatica di Gil Scott-Heron.
Figura chiave nella storia della black music (e non solo), considerato uno dei padri della cultura hip hop, Gil Scott-Heron si è sempre mosso in perfetto equilibrio tra letteratura, poesia, musica, impegno civile, blues, jazz e soul. Dopo aver esordito giovanissimo come scrittore e poeta, Heron si avvicinò progressivamente alla musica, soprattutto quando cominciò a collaborare con il tastierista, arrangiatore e autore Brian Jackson. Insieme a lui, Heron incise alcuni dei classici del suo repertorio, da The Bottle a Winter In America, da Joahnnesburg a We Almost Lost Detroit.
Con Jackson e la Midnight Band, il poeta in musica tenne un numero impressionate di concerti in tutto il mondo, durante i quali proponeva anche il suo brano simbolo: The Revolution Will Not Be Televised.
Terminata quell’esperienza così importante e ispirata, Heron formò un nuovo gruppo, Amnesia Express Band, con la quale incise nel 1981 il bellissimo Reflections, lavoro nel quale con B-Movie puntò il dito contro la politica economica di Ronald Reagan, oltre a incidere Is That Jazz?, un atto d’amore nei confronti del jazz e una toccante versione di Inner City Blues di Marvin Gaye. Prima di questo disco, l’artista aveva partecipato alla lunghissima campagna organizzata da Stevie Wonder per costringere il governo statunitense a trasformare in festa nazionale il giorno dell’anniversario della nascita di Martin Luther King (esperienza, questa, che è al centro, in primo piano nelle pagine de L’ultima vacanza).
Purtroppo sulla vita dell’artista soffiò spesso e in maniera impetuosa il blues: la tossicodipendenza dal crack, le paure. i problemi personali e gli arresti per possesso di droga minarono il suo fisico e la sua creatività. Nonostante sia scomparso nel 2010, il suo messaggio e la sua arte continuano a colpire la fantasia, la sensibilità e la consapevolezza di tanti, a qualsiasi latitudine.
Quasi citando Nanni Moretti (fa chic e non impegna), Alberto Castelli è da poco uno “splendido cinquantenne” , o qualcosa del genere. Anzi, più cinquantenne da poco che splendido (“più bestial che country” – ancora Nanni Moretti).
A sedici anni, a Roma, e non necessariamente in quest’ordine, ha preso parte, confuso e felice, al ’77, ha acquistato dischi di blues in quantità industriale, ha cominciato a condurre delle trasmissioni a Radio Blu, che in quel periodo era ovviamente la radio più forte del mondo, continuando ad essere ragionevolmente certo che prima o poi avrebbe giocato a centrocampo (maglia numero 8 e scarpini Pantofola D’oro) per la A.S. Roma, suonato l’armonica nella band di Muddy Waters, prodotto almeno dieci LP per la Motown e almeno cinque per la Stax.
Dal 1983 al 1995 è stato uno dei conduttori di Rai Stereonotte (trasmissione che è tornato a condurre nel 2005, 2011 e nel 2012) e ha scritto di musica per Il Mucchio Selvaggio, Fare Musica e Rockstar. Dal 1990 al 1994 è stato il direttore di Radio Centro Suono, che in quel periodo era ovviamente la radio più forte del mondo, per poi tornare a condurre altre trasmissioni per Radio Rai e Kiss Kiss. Dal 1995 ha scritto per Musica di Repubblica, e ha collaborato con Radio Capital e Tele Norba.
Dal 1999 al 2002 ha diretto Kataweb Radio, che in quel periodo era ovviamente la web radio più forte del mondo, solo qualche anno luce avanti, poi Radio Città Futura, che anche in quel periodo non era ovviamente la radio più forte del mondo. Per Radio Rai 3 ha condotto “Fuochi –Bob Marley: Roots, Rock, Reggae” (2006) e Per la Rete 3 della Radio Televisione Svizzera in lingua italiana (RTSI) il programma “Brothers And Sisters”. Ha scritto anche per Liberazione e Rasta Snob e attualmente per Repubblica XL.
Dal 2002 al 2009 è stato il direttore responsabile di Superfly e di Taxidrivers.
Dal 2005 al 2008 ha diretto il Sunny, il quotidiano del Rototom Sunsplash Festival, e nel 2007, sempre per il Rototom Sunsplash Festival, ha ideato e diretto la “Reggae University”. Dal 2005 al 2007 ha diretto la collana Sconcerto per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri.
Dal 1995 collabora con il Gruppo Editoriale L’Espresso, occupandosi di collane di CD (“L’Espresso Cafè”, “Jazz Italiano Live”, “Jazz e Fumetti”, “XL Hip Hop”, “XL Indie Rock” ).
Per Arcana ha pubblicato “Soul People-Ritratti della musica nera” (2004) e, insieme a Maria Carla Gullotta, “Africa Unite – Il sogno di Bob Marley” (2005), dal quale ha tratto il reading “Ho sognato Bob Marley”.
Alla fine del 2007 ha condotto “La musica dell’anima: i protagonisti” una storia del soul in 30 puntate per RadioRai 3 e nel 2008 una nuova serie di “Brothers And Sisters” per la Rete 3 della Radio Televisione Svizzera in lingua italiana (RTSI).
Dall’ottobre del 2007 al giugno del 2008 ha condotto con Andrea Silenzi (un amico vero) “Extra Large”, il programma di Repubblica XL per Radio Capital.
A dicembre dello stesso anno è stato il produttore artistico di “Introverso”, l’album di Danilo Rea (il miglior pianista dell’emisfero occidentale, e non solo) realizzato per il Gruppo Editoriale L’Espresso. Nell’estate del 2009 ha prodotto anche la nuova versione di “Introverso” (se possibile, ancora più bella della prima) che è stata pubblicata, su due CD, dalla Universal nel dicembre del 2008.
Per misteriose e irripetibili congiunzioni astrali e a conferma che “mai dire mai” dal febbraio 2008 e per due anni è tornato a dirigere Radio Centro Suono.
Nel 2009 ha prodotto 33, il “primo” album del Trio di Roma, storica formazione composta da Danilo Rea, dal contrabbassista Enzo Pietropaoli e dal batterista Roberto Gatto. Sempre nel 2009 ha scoperto che i Bud Spencer Blues Explosion, composti da Adriano Viterbini (voce, chitarra) e da Cesare Petulicchio (voce, batteria), erano senza alcun dubbio il miglior duo dell’emisfero occidentale, subito dopo Batman e Robin e Nitro e Glicerina. Così è diventato il loro manager e il label manager della Yorpikus Sound, etichetta che ha pubblicato il loro due album.
Recentemente ha presentato la quinta e la sesta edizione di Generazione X, rassegna che si tiene all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
A conferma del suo infallibile senso degli affari, nell’ottobre del 2010 ha fondato l’etichetta discografica “Ali Buma Ye! Records” , con la quale ha pubblicato “Hard Times”, il primo disco dei Black Friday, composti da Adriano Viterbini e da Luca Sapio e “Atto Terzo” di Valentina Lupi. Nel 2012 la “Ali Buma Ye! Records” ha pubblicato “Who Knows” , il primo album solista di Luca Sapio.
“Who Knows”, distribuito anche in Europa da Rough Trade, ha vinto il premo PIMI- Medimex come disco dell’anno e il premio della SIAE come miglior disco indipendente per il 2012.
Dal 2011 organizza concerti, rassegne e diverse serie di “reading” per la Casa del Jazz di Roma.
Nella primavera del 2013 ha realizzato una nuova serie di trasmissioni –Memorabilia i grandi classici della musica – per la terza rete della Radio Svizzera Italiana.
Sempre nella primavera del 2013 è diventato anche il redattore di Outsider, il mensile che presenta il meglio della stampa musicale internazionale (e non solo…).
Nell’estate del 2013 ha cominciato a collaborare con i Radici nel Cemento, ottima persone, e con i Santo Niente, la band di Umberto Palazzo, persona estremamente brillante.
Continua fa fare readings e “stroytellers shows” in giro con il DJ Mr. DMC, che ha talento e tanta, tanta pazienza,e spesso coinvolgendo anche Kiave e Ghemon, tra i pochi nel mondo del rap italiano che hanno confidenza con la sintassi e che danno del tu al microfono e al congiuntivo.
Con un certo orgoglio possiede una bicicletta “Bianchi” da corsa del 1973 e un impianto stereofonico di qualità.
Continua a comprare 33 e 45 giri (soprattutto di reggae e soprattutto della Studio One). Come Paul Weller si definisce “solo un vecchio Mod” e continua ad essere ragionevolmente certo che prima o poi…
Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
Ingresso libero