Una strepitosa Manuela Mandracchia è l’Hedda Gabler di Ibsen secondo Antonio Calenda.
In scena al Teatro Quirino di Roma (fino al 22 dicembre), la Mandracchia conferma non solo il suo talento, ma anche una sua certa predilezione con i tormentati ruoli femminili ibseniani (era anche in John Gabriel Borkman accanto a Massimo Popolizio) divisi fra desiderio di libertà e costrizioni sociali.
Inquieta, insoddisfatta di natura, altezzosa, sfrontata, provocatrice, Hedda Gabler, figlia dell’aristocratico generale Gabler (il cui dipinto incombe sulla scena e sulla vita dei protagonisti) è intrappolata in un matrimonio senza amore, in una situazione opprimente accanto a un marito, Jorgen Tesman (Jacopo Venturiero), che l’ama, ma che è terribilmente noioso.
A rendere ancora più insofferente la natura di Hedda concorre anche il ritorno di un suo ex amante, l’inquieto Ejlert Løvborg (Massimo Nicolini), redento dalla mansueta figura di Thea Elvsted, (Federica Rosellini) e in competizione con Tesman per ottenere un’importante cattedra. Corteggiata dal giudice Brack (un seducente Luciano Roman), Hedda, gelida e altera, si trova intrappolata in una serie di maschere e di immagini diverse che non le appartengono e la sua straordinaria complessità, che la vede ora vittima ora carnefice del destino altrui, viene messa in evidenza da una Manuela Mandracchia in stato di grazia.
La messinscena di Calenda è accurata e classica, a rispecchiare un freddo, quasi tetro naturalismo di Ibsen qui declinato con toni ancor più freddi e austeri, con le scene severe, scure, opprimenti e decisamente molto nordiche di Pier Paolo Bisleri, a rafforzare il senso di oppressione e di inquietudine di Hedda, femminista ante litteram che preferisce il suicidio a uno scandalo a una vita mediocre.
In uno spettacolo di forte suggestione, Calenda pone sempre volutamente al centro della scena Hedda, insoddisfatta e insopportabile, quasi astiosa nel tentare di controllare il destino altrui, ma vinta dalla sua insita vigliaccheria.
In scena al Teatro Quirino di Roma fino al 22 dicembre.