con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto
Amilcar Moret Gonzales nel ruolo di Fritz
Azzurra Schena nel ruolo di Clara
Dino Amante nel ruolo di Drosselmeyer
Regia e Coreografia Mario Piazza
Musiche Petr Il’ic Cajkovskij
Elaborazione Drammaturgica Riccardo Reim
Maitre de Ballet e Assistente alle Coreografie Piero Rocchetti
Scene e Costumi Giuseppina Maurizi
Light Designer Emanuele De Maria
Costumi realizzati da Sartoria Farani
Scene realizzate da Opera Scene Europa
Creazioni video per monitor di scena Tiziana Amicuzi, Emanuela Bonella, Raffaella Monsignore
Si ringrazia il coso di Scenografia di Andrea Moneta, Facoltà di Architettura “Valle Giulia” Università degli Studi “La Sapienza”, Roma
Ritorna all’Auditorium Conciliazione a Roma dal 25 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014, “Lo Schiaccianoci” con la partecipazione straordinaria di Andrè De La Roche nel ruolo di Schiaccianoci/Fata Confetto.
Lo Schiaccianoci, una produzione originale che pur mantenendo rigorosamente la partitura musicale di Cajkovskij è stato rielaborato drammaturgicamente da Riccardo Reim per la coreografia di Mario Piazza, scene e costumi di Giuseppina Maurizi.
Lo spettacolo ha riportato un clamoroso successo di critica e di pubblico divenendo, nel giro di pochi anni, un vero e proprio ‘cult’ regolarmente riproposto e riapplaudito entusiasticamente dagli spettatori.
Lo Schiaccianoci è divenuto, in un tempo relativamente breve (in Italia debutta nel 1938) un balletto popolarissimo, spesso usato – e abusato – come una sorta di ‘strenna’ natalizia, una specie di fiaba gioiosa dedicata all’infanzia. In realtà, Lo Schiaccianoci è semmai dedicato, verrebbe da dire, alla tragedia dell’infanzia ovvero al doloroso e traumatico atto del crescere, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze, al superamento di quella “linea d’ombra” che segna il passaggio verso le tortuosità dell’adolescenza.Adottando l’andamento e gli espedienti del thriller e coniugandoli con il linguaggio della danza contemporanea, Lo Schiaccianoci – con la sua dilatazione mostruosa della dimensione domestica, le sue mini-battaglie, la violenza e l’orrore sottesi in tutta la narrazione – si presta a farsi specchio fedele delle generazioni odierne, precocemente private dell’infanzia (e quindi del diritto all’innocenza) dall’informazione ossessiva dei media, che hanno ormai trasformato la guerra e ogni altra violenza in ‘spettacolo’ da guardare con distratta indifferenza in qualsiasi momento della giornata.
In questa nuova versione, dove spesso situazioni e psicologie vengono letteralmente ribaltate, lo Schiaccianoci – sorta di inquietante alter ego di Drosselmeyer, quasi un Mr. Hyde – diviene il grumo di tutti gli incubi della piccola Clara, sinistro personaggio capace di assassinare il fratellino Fritz o di trasformarsi in una macabra Fata Confetto (simbolo dell’ingannevole ‘dolcezza’ dei malvagi)… Passando di spavento in spavento, Clara, novella Alice, si desterà quando ormai l’incubo sembra schiacciarla senza più scampo: ritroverà i suoi cari, ma vedendoli ormai con occhi diversi; gli occhi di chi – forse ancora confusamente – comincia a comprendere che da quegli affetti bisognerà imparare a distaccarsi e a fare da soli. Il tutto narrato secondo le regole e i ‘tranelli’ dei nuovi giochi tecnologici: il sogno si sfrangia nell’incubo di un atroce videogame che ingloba e imprigiona la protagonista, annullando ogni confine tra reale e virtuale, dove non sono più tanto i giocattoli a prendere vita, bensì il giocatore stesso a essere orribilmente trasformato in futile pedina.
Ogni possibile ‘riscatto’ andrà cercato dunque secondo tali regole, ma al tempo stesso (ricordiamoci che si tratta di una fiaba e tale deve restare) con i mezzi da sempre a disposizione di ogni creatura umana, ovvero la fede in se stessi e nella nostra parte migliore, uniche vere ‘armi’ per affrontare lo spinoso cammino degli adulti, alla conquista della propria porzione di felicità.
(Riccardo Reim)
Spettacolo di ammaliante confezione visiva, fantasiosi costumi moderni, sfavillio di luci colorate e scenografie di segno barocco.
Sulla scena una versione moderna del celebre balletto di Čajkovskij dedicata alla dimensione magica dell’infanzia, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze: la nuova elaborazione drammaturgica del libretto firmata da Riccardo Reim è una fiaba emblematica del ventunesimo secolo abilmente coreografata da Mario Piazza e danzata dal Balletto di Roma, una delle migliori realtà della danza nel nostro paese, compagnia nata nel 1960 grazie al sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini, tutt’oggi Direttore Artistico dell’ensamble.
orario spettacoli:
25 – 26 dicembre h. 17,30
1 gennaio h. 18,00
3 – 4 gennaio h. 21,00
5 – 6 gennaio h. 17,30
INTERO
RIDOTTO (cral/over 65/under 12)
SCUOLE/GRUPPI
+ Prev.
Poltronissima
€ 40,00
€ 30,00
/
+ € 3,00
Poltrona
€ 35,00
€ 25,00
€ 20,00
+ € 3,00
Galleria
€ 20,00
€ 15,00
€ 10,00
+ € 3,00
Info e prenotazioni: 06.90375236 – 06.9032762 www.ballettodiroma.com www.ticketone.it
Auditorium Conciliazione
Via della Conciliazione, 4 – Roma