Sol Gabetta Violoncello
Antonioni Gli occhi che si fermano
Elgar Concerto per violoncello
Dvořák Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo”
Sono tanti i punti di interesse del concerto di sabato 8 febbraio (Sala Santa Cecilia ore 18; repliche lunedì 10 ore 20.30 e martedì 11 febbraio ore 19.30) diretto da Antonio Pappano sul podio dell’Orchestra di Santa Cecilia. Sempre pronto a dar spazio ai giovani, anche questa volta Pappano incontra per la prima volta Sol Gabetta, classe 1981, energica ed avvenente violoncellista argentina, assurta – nonostante la giovane età – a una delle più apprezzate interpreti del panorama internazionale. Comincia a studiare musica a 3 anni, cantando prima nel coro, poi imbracciando il violino e sedendosi al pianoforte per “fermarsi”, infine, al violoncello, “perché più grande del violino e non solo ero incuriosita dalla sua forma ma anche dal suo suono. Il violoncello possiede tutte le voci” – afferma la bella musicista. A dieci anni ha vinto il suo primo concorso e di recente ha ricevuto il suo terzo ‘Premio ECHO Klassik’ proprio per la registrazione del Concerto per violoncello di Edward Elgar, lo stesso di cui sarà interprete a Santa Cecilia e che suonerà su un raro e prezioso violoncello di G. B. Guadagnini del 1759.
Altra nota di interesse sarà l’apertura del concerto, che prevede una pagina di musica contemporanea del giovane compositore italiano Francesco Antonioni dal titolo Gli occhi che si fermano, ispirato al romanzo Il tuo volto domani dello scrittore spagnolo Javier Marias.
“Con Gli occhi che si fermano – spiega Antonioni – ho voluto sviluppare una breve ma intensa riflessione sull’ambiguità delle nostre percezioni, e sull’attenzione e la concentrazione con cui le consideriamo. L’idea musicale nasce da un’esperienza semplice: avvicinare gradualmente la prospettiva da cui si contempla un’immagine fino a farla sgranare, per vedere gli spazi indefiniti che separano i singoli punti e poi tornare a una visione complessiva, come gli occhi che si fermano ad analizzare un dettaglio, ma hanno sempre bisogno di ritornare alla visione generale per non perdere il senso di ciò che guardano. Un’ambiguità della percezione, traslata in musica, consiste dunque nel sovrapporre lunghi suoni tenuti e veloci ribattuti che, grazie a differenti livelli di sonorità, definiscono un’entità acustica disgiunta e inseparabile al tempo stesso, come due prospettive sonore dello stesso oggetto che si rimandano l’una all’altra, in un gioco di sgranature e condensazioni: i suoni lunghi si accorciano con l’inserimento di silenzi che allontanano fra loro le ripercussioni del suono, fino a diventare cortissimi; i suoni corti si avvicinano l’uno all’altro fino quasi ad annullare il silenzio che li separa l’uno dall’altro, tendendo all’infinito verso i suoni lunghi. Dalla fissità e dal contemporaneo movimento dell’immagine acustica derivano delle figure musicali che si estendono in arpeggi e in scale, quasi elementi di disturbo dell’attenzione scaturiti dall’osservazione ravvicinata, e gradualmente acquistano autonomia, fino a obliterare la visione dell’insieme. Sebbene si alternino sezioni lente e veloci, il percorso armonico, centrato su una nota che fa da perno (un Re), procede sempre con il medesimo passo, e se nelle parti concitate la scrittura richiede grande virtuosismo nell’esecuzione, nondimeno gli accordi cambiano con lentezza quasi imperturbabile”.
Il concerto si conclude con la Sinfonia n. 9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonin Dvořák.
Acclamata a livello internazionale sin dal suo debutto nel 2004 con i Wiener Philharmoniker e Valery Gergiev e vincitrice del Crédit Suisse Young Artist Award, la violoncellista Sol Gabetta ha già ottenuto diversi riconoscimenti nonostante la sua giovane età. Nata a Cordoba, in Argentina, Sol Gabetta ha vinto il suo primo concorso all’età di dieci anni. Subito dopo ha vinto il‘Premio Natalia Gutman’ e ha ricevuto grandi elogi al ‘Concorso Tchaikovsky’ di Mosca e al ‘Concorso Internazionale ARD’ di Monaco di Baviera. La violoncellista argentina ha inoltre ricevuto una nomination per i ‘Grammy Award’ e ha vinto il ‘Premio Gramophone Young Artist of the Year’ (2010) e il ‘Würth-Preis Jeunesses Musicales’ (2012). Dopo essersi aggiudicata il suo primo ‘Premio ECHO Klassik’ nel 2007 per il CD con opere di Tchaikovsky e Ginastera, Sol Gabetta ne ha ricevuto un altro per il CD pubblicato nel 2009 con i Concerti per violoncello di Haydn, Hofmann e Mozart. Di recente ha vinto il suo terzo ‘Premio ECHO Klassik’ per un’apprezzatissima registrazione del Concerto per violoncello di Elgar effettuata insieme all’Orchestra Sinfonica Nazionale Svedese. La sua nutrita discografia include anche incisioni dei Concerti per violoncello di Shostakovich con i Münchner Philharmoniker. L’autunno del 2012 ha visto la pubblicazione da parte dell’etichetta Deutsche Grammophon di un recital realizzato in duo con la pianista Hélène Grimaud. Si esibisce con le orchestre e i direttori più importanti al mondo, tra cui i Bamberger Symphoniker, la Kammerorchesterbasel, la Philadelphia Orchestra, la City of Birmingham Symphony, la Finnish Radio Symphony, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orquesta Nacional de España e l’Orchestra del Bolshoi. Si è esibita, tra gli altri, nei principali festival tra cui il Verbier, il Gstaad Menuhin, lo Schwetzingen, il Rheingau Musik, lo Schleswig Holstein Musik Festival e il Beethovenfest di Bonn. È stata artista in residence della Essen Philharmonie e del Konzerthaus di Berlino; ha debuttato con la Royal Concertgebouw Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, la Gulbenkian Orchestra e la Israel Philharmonic Orchestra. Sol collabora regolarmente con diversi direttori tra cui Charles Dutoit , Pablo Heras Casado, Giovanni Antonini, Mario Venzago e Thomas Hengelbrock. Sol Gabetta unisce l’eccellente carriera da solista alla passione per la musica da camera, esibendosi in prestigiose sale concertistiche, tra cui la Wigmore Hall di Londra e il Palau de la Musica Catalana di Barcellona, con importanti partner artistici quali Patricia Kopatchinskaja, Baiba Skride, Bertrand Chamayou e Olga Kern. Ha inoltre fondato un festival di musica da camera in Svizzera che porta il suo nome, il Festival Solsberg. I suoi appuntamenti principali dell’attuale stagione includono i debutti con l’Orchestre National de France, l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, l’Orchestra Philharmonia, e la Filarmonica di Londra; nuove collaborazioni con i Münchner Philharmoniker con la direzione di David Zinman, i Bamberger Symphoniker ed esibizioni alla Schubertiade di Schwarzenberg. A dicembre del 2012 ha preso parte ad una tournée con la pianista Hélène Grimaud e si è esibita anche alla Carnegie Hall di New York e al Concertgebouw di Amsterdam. Grazie all’importante supporto della Rahn Kulturfonds, Sol Gabetta si esibisce su un raro e prezioso violoncello di G. B. Guadagnini del 1759. Dal 2005 Sol Gabetta insegna presso l’Accademia di Musica di Basilea.
Francesco Antonioni compone musica per orchestra, opere teatrali, musica da camera, brani solistici ed elettronici, in cui si rispecchia con originalità e indipendenza la sua grande ampiezza di interessi, dalla riflessione sulla cultura postmoderna (Benché’l parlar sia indarno, per trio vocale, presentatore e doppia orchestra) alla elaborazione del confronto fra un canto popolare salentino e una ballata del trecento (Ballata, per otto archi solisti), alla presenza e negazione del corpo nella civiltà multimediale (Chat-opera, spettacolo per attori, coro, dj, strumenti ed elettronica), alla funzione sociale della produzione artistica (Codice Ovvio, cantata visuale su testi, progetti e disegni di Bruno Munari) al paradosso della velocità e immobilità dell’attenzione indagato in Gli occhi che si fermano, per orchestra.
Ha ricevuto commissioni da prestigiose istituzioni musicali: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ensemble Modern, Birmingham Contemporary Music Group, MiTo Settembre Musica, Biennale di Venezia, Arena di Verona, e dai suoi mentori, George Benjamin e Hans Werner Henze, del quale è stato assistente per tre anni. Dal 2009 la sua musica è pubblicata dalla casa editrice Ricordi.
Le sue composizioni sono presenti nelle stagioni concertistiche e nei programmi dei festival musicali e sono trasmesse da radio e televisione in Italia, Europa, America e Australia. Numerose orchestre hanno commissionato ed eseguito suoi lavori: Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestra Verdi di Milano, Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Filarmonica ‘900, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra della Toscana, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Albany Symphony Orchestra, Orchestre de Picardie, Orchestre Lyrique Régional di Avignone. La sua musica è stata ascoltata in sale da concerto, teatri e auditorium quali l’Auditorium Parco della Musica di Roma, la Tonhalle di Zurigo, l’Auditorium RAI, il Teatro Regio e il Lingotto di Torino, il Piccolo Teatro e l’Auditorium di Milano, la Schauspielhaus di Francoforte, la Sala Grande del conservatorio di Mosca, il Poisson Rouge di New York. Ha lavorato con ensemble quali l’Ensemble Modern (Frankfurt), Birmingham Contemporary Music Group (UK), The Knights (NY), Smith Quartet (UK), Cassatt Quartet (USA), Sentieri Selvaggi (Milano), Freon e Algoritmo ensemble (Roma), OrchestrUtopica (Lisbona) e con direttori e solisti quali George Benjamin, Pascal Rophé, Daniel Kawka, Jonathan Webb, David Alan Miller, Sian Edwards, Christophe Mangou, Roland Boer, Lü Jia, Xian Zhang, Daniele Agiman, Vittorio Parisi, Pietro Borgonovo, Peter-Lukas Graf, Marco Angius, Fabio Maestri, Andrea Pestalozza, Carlo Boccadoro, Emanuele Arciuli, Bruno Canino, Giuseppe Scotese, Beatrice Rana, Andrea Bacchetti, Cristina Zavalloni, Mario Caroli, Angelo Persichilli, Michele Marasco, Margaret Lancaster, Guido Corti, Lorenza Borrani, Marco Rogliano.
La sua produzione comprende lavori per grande orchestra: Giga, commissionata dal Goethe Institut, dalla Ernst von Siemens Stiftung e dall’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, che l’ha eseguita per celebrare gli 80 anni di Hans Werner Henze nel giugno 2006, e Demand me Nothing, meditazione sul personaggio di Iago, che ha inaugurato la stagione invernale di opera e di balletto dell’Arena di Verona 2007–2008, con la coreografia di Francesco Ventriglia; composizioni per ensemble: Macchine inutili, scritto per i Sentieri Selvaggi ed inciso per l’etichetta americana Cantaloupe; Toccata, per grande ensemble, commissionato dal festival New Paths di New York, con la direzione di David Alan Miller; Morphing, per quartetto d’archi, commissionato dalla Biennale di Venezia per lo Smith Quartet; il Concerto per violino e orchestra, commissionato dal Teatro Lirico di Cagliari e dalla Albany Symphony Orchestra, e Ouverture Machine, per sintetizzatore e orchestra sinfonica, composizione vincitrice del Premio Mozart al concorso 2 Agosto. Le composizioni per strumento solo prevedono talvolta l’uso di elettronica, come Variazioni su una pop-song per flauto ed harmonizer, cui è stato assegnato il premio Francesco Pennisi dall’associazione Nuova Consonanza nel 2001; oppure Organum II, per flauto contralto, flauti in eco e generatore di sinusoidi.
A gennaio 2009 è stata presentata a Birmingham dal BCMG, diretto da George Benjamin, la prima assoluta di Ballata, per otto archi solisti con uno straordinario successo di pubblico e di critica, («A composer who knows exactly what he wants and how to achieve it», ha scritto Andrew Clements sul Guardian di Londra); la partitura è stata successivamente eseguita negli Stati Uniti, sotto la direzione dell’autore, poi in Italia, nella rassegna RAI Nuova Musica; in occasione del festival I cantieri dell’immaginario, a L’Aquila, è stata creata una coreografia da Giorgio Rossi, e la composizione verrà eseguita di nuovo nell’aprile 2013 a Birmingham e alla Wigmore Hall di Londra, sotto la direzione di George Benjamin. A maggio dello stesso anno, l’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari ha presentato la prima assoluta di Gli occhi che si fermano, riproposta in seguito alla Biennale Musica di Venezia 2010.
Nel settembre 2011 l’Orchestra Filarmonica ‘900 ha eseguito a Torino e a Milano la prima assoluta di Benché ‘l parlar sia indarno per trio vocale, presentatore e doppia orchestra. Il brano è stato commissionato dal festival MiTo SettembreMusica per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ad ottobre dello stesso anno, nell’ambito del festival PlayIt! dell’Orchestra della Toscana, è stata eseguita la prima assoluta di Due colori, nella notte, per ensemble in eco.
I Preludi diatonici, per pianoforte, composti fra il 2010 e il 2012 sono stati eseguiti in prima esecuzione assoluta da Emanuele Arciuli a Roma, poi ripresi da Andrea Rebaudengo a Milano, da Beatrice Rana per Radio France et Montpellier e alla Tonhalle di Zurigo, da Domenico Codispoti alla Steinway Hall di Dallas e verranno eseguiti in novembre a Parigi.
Nato nel 1971 da una famiglia di musicisti, Francesco Antonioni ha preso le prime lezioni di composizione a undici anni. Suoi maestri sono stati Raffaele Gervasio, Francesco Valdambrini, Edgar Alandia per la composizione e Pierluigi Camicia per il pianoforte. Dopo aver conseguito con il massimo dei voti i diplomi di conservatorio in entrambe le materie, ha proseguito gli studi musicali con Azio Corghi, nei corsi di perfezionamento dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma. Laureato in Filosofia all’Università La Sapienza, ha studiato composizione e conseguito diversi premi presso il Royal College of Music di Londra, con Julian Anderson, grazie ad una borsa di studio del Regno Unito (Queen Elizabeth the Queen Mother Scholarship).
Francesco Antonioni vive a Roma e insegna composizione presso il conservatorio di Vibo Valentia. Vincitore di alcuni premi internazionali (premio Mozart – Concorso 2 Agosto, premio Franco Evangelisti, premio Nino Carloni), ha ottenuto nel 2009 una borsa di studio Fulbright, come visiting scholar presso la Cornell University (NY).
Oltre le composizioni da concerto, Francesco Antonioni è autore di musiche applicate, che sono state utilizzate nella trasmissioni televisive 42° Parallelo, Mediamente (RAI TRE), Senza Cuore, Le culture della guarigione (RAI Educational) La Rai à la carte (RAI SAT), Linea verde (RAI UNO), in documentari televisivi e per una mostra del fotografo Gabriele Basilico.
È anche molto ricercato come presentatore, speaker radiofonico e animatore culturale, e conduce per RAI–Radio3 le trasmissioni Radio3-suite, Primo movimento, Il concerto del mattino e le Lezioni di musica.
Stagione di Musica Sinfonica
Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia
Sabato 8 febbraio ore 18.00 – Lunedì 10 ore 20.30 – Martedì 11 ore 19.30
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia