Al Teatro Puccini di Firenze Stefano Benni, autore, regista e attore di questo mirabolante atto unico comico-musicale, demiurgo di questa sinfonica messa in scena in una selva che è teatro e buio, dove due attori e due musicisti creano una rapsodia di linguaggi che si intrecciano in un mosaico palpitante di recitazione, canto, suoni e melodie, danze e gesti metaforici. In una parola Stefano Benni, il poeta.
“Sono una montagna di nulla/ di cui volenti o nolenti disponiamo/ Così di notte contratteremo/ nel mercato delle parole.” ( Da Blues, di Jack Kerouac)
Questa nuova produzione teatrale di Promo Music è una riflessione dialettica sulla poesia e sull’intima relazione tra l’uomo e quelle misteriose forze naturali, più armoniose proprio perché più oscure, che lo avvolgono e rapiscono, in cui forse risiede l’ispirazione stessa del poeta. Ed è insieme una paradossale storia di amicizia, o di amore, e quindi di morte, di spettri vaganti e animali parlanti.
“[..]a tutto quello che valse/ il bianco affanno della nostra vela.” (Da Brindisi, di Stephane Mallarmé)
Il poeta Jack è un po’ fanfarone e presuntuoso, nonostante sia in piena crisi creativa, o proprio per questo, smarrito di fronte alla pagina bianca di Mallarmeana memoria.
“Un viatore, un pellegrino, bussa — dissi — alla mia porta,/ solo questo e nulla più!” (Da Il Corvo, di Edgar Allan Poe)
Ed è l’inattesa visita di una misteriosa creatura, a metà tra fiaba e mitologia, una merla dall’evocativo e simbolico nome di Mary, che cantando, danzando, provocando il poeta con sagaci battute e provocatori versi incrina le sue stolide certezze, rapisce il suo cuore già in tempesta in un vortice rocambolesco di parole e musica.
E tu, lenta ginestra,/ che di selve odorate/ queste campagne dispogliate adorni,/ anche tu presto alla crudel possanza/ soccomberai del sotterraneo foco,[..]. (Da La Ginestra, di Giacomo Leopardi)
Forse è la voce della natura armoniosa, forse una dolce messaggera di morte. I due si beccano, litigano, discutono dell’arte, del destino, della crudeltà degli uomini, verso se stessi e verso gli animali, al ritmo di musica, in una continua fusione di pop, lirica, rap, vaudeville o classica. Stefano Benni, sempre imprevedibile e istrionico, oltre a recitare canta divertito e tiene testa nelle danze alla scattante merla. Li accompagnano durante tutta la vicenda, interagendo con loro, due animali parlanti e “suonanti”.
La merla è Brenda Lodigiani, già ballerina e cantante, volto noto grazie a MTV, ma stavolta anche attrice, impreziosita da una sottile vena comica e da movenze seducenti. Danilo Rossi, prima viola della Scala, è un merlo dall’allegra inflessione dialettale romagnola, dal fare piacione, che dedica serenate e attenzioni “musicali” alla bella Mary. Stefano Nanni, mago delle tastiere, cinguetta da pettirosso canzoni ironiche come anche gravi ed impegnate digressioni musicali.
“Nessun uccello sale troppo in alto, se sale con le sue ali.” (Da Proverbi Infernali, di William Blake)
Alla fine la merla decide di volare via, forse in cerca dell’amore, lasciando il poeta solo con se stesso. Tornerà per compiere la sua missione e convincerlo che amare, sognare, cantare, danzare, è tutt’uno con quella bellezza che vive attraverso la poesia. Nella pace di questa ispirazione ritrovata il poeta metterà le ali, non si sa se per volare verso la fine della vita o verso qualche altra nuova avventura.
di e con Stefano Benni e con Brenda Lodigiani, musiche dal vivo di Danilo Rossi – viola, Stefano Nanni – tastiere; regia: Stefano Benni, assistente alla regia: Viviana Dominaci, scene: Pietro Perotti, costumi: Rossella Canotti, direzione tecnica: Fabio Vignaioli