E’ fatta. Il Maggio Musicale Fiorentino è salvo. L’accordo tra il commissario straordinario Bianchi e i sindacati è siglato. Nessuno sarà licenziato ed i debiti sono stati in gran parte annullati dalle banche creditrici.
Adesso quello “straordinario” davanti alla parola “commissario” assume un altro significato.
Infatti fino a qualche mese fa nessuno avrebbe scommesso un euro sulla favorevole soluzione della situazione.
Un braccio di ferro duro, aspro, che sembrava non portare a nulla di buono.
Adesso quattro milioni di euro di risparmi sulla spesa per i lavoratori con “posto fisso” ottenuti rimodulando il contratto integrativo e una riduzione da 362 a 310 persone dell’organico del Teatro, permettono la partenza del riscatto. Perché questo deve essere.
Degli errori si deve fare tesoro per non ricadere in fallo.
Ognuno nel passato ha dato del suo per affossare una delle eccellenze del nostro Paese. Sia la dirigenza che i lavoratori. Da adesso in poi le scuse sono a zero. Bilanci cristallini e manager all’altezza dovranno far navigare la nave in acque sicure attirando pubblico e, perché no, investitori verso il teatro offrendo spettacoli di alto livello a costi di gestione accettabili.
Non si può più fare conto su altri salvataggi da parte del governo o delle banche, bisogna lavorare per ottenere un’autosufficienza vera e stabile che garantisca un futuro sereno.
In Italia siamo maestri nell’uscire dal fango ma non altrettanto bravi a non ricascarci dentro.