L’affollatissima sala del teatro Puccini ha ospitato il diciassette gennaio l’unica data fiorentina di “Risate sotto le bombe”.Inedito e riuscitissimo l’accostamento in questa divertente commedia musicale di Gianni Fantoni, noto al grande pubblico per la sua spiccata verve comica sin dai tempi del Maurizio Costanzo Show, con le Sorelle Marinetti, gruppo maschile influenzato dalle “regine dello swing”, il Trio Lescano.La pièce è ambientata in un momento particolarmente delicato della storia nazionale italiana, l’otto settembre del mille novecento quarantatré, data dell’armistizio siglato dal generale Pietro Badoglio con gli anglo-americani.Mentre la guerra fa sentire la sua voce attraverso il suono cupo e assordante dei bombardamenti che scuotono Salsomaggiore, lo scantinato di un teatrino diviene luogo di rifugio dalle tante insidie dei combattimenti e di evasione per i membri di una compagnia di attori.“ …In questi tempi pieni di pericoli, noi tutti siamo vivi per miracolo: pensiamo a cose liete che tirino il morale su”.Niente più di questi versi, tratti dalla colonna sonora dello spettacolo, esemplifica meglio lo spirito che anima durante la forzata convivenza nei ristretti locali del teatro le Sorelle Marinetti, il refrenista Rollo, lo scaltro impresario Fresconi, l’aspirante vedette Velia Duchamp ed un manipolo di musicisti apparentemente di origine straniera.Gli attori decidono pertanto di esorcizzare le paure che la guerra, che fa da sfondo all’intera vicenda, alimenta sempre di più, sconfiggere gli insopportabili morsi della fame, impegnandosi nella messa a punto di una pièce che, entro pochissimi giorni, dovrebbe avviarsi al debutto all’Augustus di Genova.Forte il messaggio che si vuol trasmettere: l’arte può e deve svolgere una funzione rasserenatrice in quelli che sono i momenti dell’esistenza avvolti dal buio.Un invito alla risata percorre l’intero spettacolo che valorizza perfettamente, con un repertorio degli anni quaranta, le innegabili doti delle “ sorelle canterine”, abilmente dirette dal maestro Christian Schmitz.“… E se dal cielo cose brutte cadono, io esprimo un desiderio là per là” intona nel finale Fantoni-Fresconi a testimoniare come anche in una fase di transizione quale l’otto settembre del quarantatré, in cui perfino gli alleati divengono ostili, la speranza e l’allegria, sia pure costrette a misurarsi con innumerevoli difficoltà, non devono assolutamente cedere il passo allo sconforto e alla tristezza.Vero coup de théâtre è rappresentato dall’ingresso sul palcoscenico al termine del primo atto di Fred, italiano che presta servizio nell’aviazione anglo-americana.Il militare, interpretato da un giovanissimo e assai promettente Gabrio Gentilini, riceve dai suoi superiori l’incarico di reperire delle mappe di localizzazione delle basi naziste, abilmente custodite dal refrenista Rollo.Sarà proprio l’aviatore a sconvolgere la trama sorprendentemente…Acclamatissime le Sorelle Marinetti che generosamente a fine spettacolo si sono concesse al pubblico nel foyer del teatro.Che dire? “ Ridere sotto le bombe, ridere e… se ti vien da piangere son lacrime d’amor”.