Il Teatro di Roma presenta il nuovo direttivo e il nuovo direttore artistico alla presenza del Ministro Bray, dell’assessore alla Cultura di Roma Flavia Barca e all’assessore alla Cultura e politiche giovanili della Regione Lazio, Lidia Ravera. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, che resterà in carica per un quadriennio, presieduto dal Presidente Marino Sinibaldi, critico letterario, conduttore radiofonico e direttore di Radio 3 dal 2009 e formato dai consiglieri Nicola Fano, giornalista e critico teatrale, Carlotta Garlanda, esperta di progettazione europea, Mercedes Giovinazzo, direttore della Fondazione Interarts di Barcellona dal 2005 e presidente del CdA di Culture Action Europe, Francesco Saverio Marini, giurista italiano, costituzionalista e avvocato, ha nominato all’unanimità Ninni Cutaia Direttore del Teatro di Roma per il quadriennio 2014 – 2018. Ninni Cutaia, ex direttore del Teatro Stabile di Napoli e dell’Eti, dal novembre 2012 dirigente del MiBACT, Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo- Attività teatrali, è sempre stato attivamente impegnato nelle attività di promozione del teatro e della danza in Italia e all’estero, ha già ideato le magnifiche Monografie di scena in scena al Teatro Valle pochi anni fa e sembra avere le idee molto chiare sulla concreta trasformazione del Teatro Argentina che si appresta a diventare un luogo di incontro e confronto dove sperimentare, vivere e produrre cultura attraverso l’apertura e la condivisione collettiva.
“Siamo di fronte a una sfida nuova per immaginare un teatro che sia anche altro – spiega entusiasta Ninni Cutaia, – e lo restituiremo in termini di produzione teatrale e culturale. Il rigore guiderà la linea editoriale nel perseguimento di un progetto plurale e aperto alla danza e alle arti performative e di confine, per agevolarne la fruizione e garantirne il riconoscimento. Confronto dialettico con i giovani e coinvolgimento dei talenti espressi dal territorio per restituire alla città il patrimonio di esperienze, sensibilità, intelligenze artistiche sempre più coscienti. Inventeremo un nuovo modo di percepire il Teatro nella Capitale: attento alla varietà dei linguaggi espressivi e alle diverse generazioni”. Insomma si tratterà di un teatro ai tempi della crisi che dovrà coniugarsi con la concreta necessità di reinventare un nuovo pubblico scommettendo sulla sua intelligenza e sulla sua sensibilità.
E Cutaia, che ha già lavorato alle norme per poter modificare il sistema e l’accesso al finanziamento pubblico per poter offrire la possibilità ai cittadini di fruire del teatro, spiega di voler collaborare con altri operatori della città, assicurando tra l’altro anche la riconsegna (nei tempi previsti) del Teatro India che ospiterà una parte consistente del cartellone di vocazione europea.
Una “linea” ribadita anche dal Presidente Marino Sinibaldi che ha parlato del Teatro di Roma come di “uno spazio pubblico che diventa una grande piazza riconosciuta e sostenuta dalla città verso la quale aprirsi diventando il magnete e la risorsa propulsiva nell’incrocio con le altre arti e con gli altri luoghi di cultura”.
“Le persone che oggi assumono la responsabilità del Teatro di Roma sono professionisti selezionati come accade con le procedure degli avvisi pubblici: per competenza, impegno, visione, nella trasparenza e nell’onestà – spiega l’assessore alla Cultura capitolina Flavia Barca – Al Consiglio, al Presidente e al Direttore l’onere di elaborare un progetto, di definire quella che in altri contesti si chiama linea editoriale, di operare le scelte. Il compito della politica sarà quello di garantire che la missione pubblica sia rispettata e che il Teatro di Roma diventi teatro Nazionale, un punto di riferimento per la scena teatrale internazionale, che dia sempre maggiore spazio ai nuovi talenti, alla danza, alla formazione e all’innovazione e alla contaminazione dei linguaggi”.
“La gestazione è stata lunga ma, alla fine del travaglio, è nata, per guidare il Teatro di Roma, una “testa” perfetta. Competenza organizzativa, solidità artistica, passione culturale – ha ribadito l’assessore Lidia Ravera – Proprio per il perdurare della crisi, la cultura, è necessaria. Vitale. Essenziale. Come bere, come respirare. Un conforto di cui non si può fare a meno, uno specchio in cui rifletterci, su cui riflettere. Intanto, per non lasciare fermo il settore, con le nuove risorse in bilancio, si sono stanziati 3 milioni di euro per i nuovi bandi.
Il Teatro di Roma deve uscire dal teatro, inteso come spettacolo serale e basta, per diventare un centro dove si sperimenta si inventa si vive la cultura. Dal mattino alla sera. Perché del teatro abbiamo bisogno”.