Ritorna al Teatro Puccini un diavolo di ragazzo. Con la sua straordinaria capacità interpretativa, la sua voce, le sue canzoni, le sue storie, riesce ancora stupirci ed emozionarci. La sua fantasia, creatività e irriverenza non permettono alla noia di insinuarsi nelle pieghe delle sue rappresentazioni. Parliamo di Paolo Poli ragazzo non per l’anagrafe ( detto sottovoce ha compiuto 83 anni) ma per il vitalismo creativo, la verve “affabulandi”, la grande capacità di toccare il cuore e l’intelligenza del pubblico. Poli è un eccentrico artista che col passare del tempo, invece di perdere qualche pezzo (com’è nella natura delle cose), riesce ad aggiungere nuove tessere al mosaico della sua poliedrica personalità artistica. E’ incredibile che alla sua età abbia mantenuto immutate le capacità vocali e interpretative e, last but not least, l’elasticità motoria. Questa volta fra il serio e il faceto, fra la fine “dicitura” e l’ironico sberleffo prende di mira con tono talvolta dissacrante Giovanni Pascoli il grande poeta decadente che con echi e risonanze melodiche ricerca “nelle cose il loro sorriso”, la loro anima, il loro significato simbolico (l’aquilone, la terra, gli uccellini, le piante). La commedia si articola in vari spezzoni poetici introdotti dai bellissimi fondali di Lele Luzzati, che si ispirano ai grandi pittori del novecento generalmente legati al contesto delle varie “storie”.E alla poesia si alternano gustosissimi siparietti dove l’elegante, camaleontico attore/cantante interpreta en travesti una serie di bellissime canzoni sceneggiate con eccezionale garbo e ironia. Il successo è assicurato da un eccellente cast di attori/cantanti/mimi/ fantasisti quali: Daniele Corsetti, Fabrizio Casagrande, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco. E’ difficile trovare un aggettivo adeguato per definire le stupende scene di Lele Luttazzi. Non possiamo infine non ricordare i coloratissimi costumi ideati da Santuzza Calì, gli arrangiamenti musicali di Jacqueline Perrotin e le divertenti coreografie di Claudia Lawrence.