L’opera teatrale racconta della storia di sei campionesse sportive che hanno contribuito alla crescita
della società attraverso lo sport contribuendo direttamente od indirettamente alla parificazione della
donna nei confronti dell’uomo. L’opera vede tre attrici che si dividono equamente i sei ruoli.
Oggi lo sport femminile è quasi del tutto parificato allo sport maschile e se, complessivamente, lo sport
maschile gode di una copertura mediatica complessivamente maggiore, rimane vero che la versione
femminile di alcuni sport spesso conta più fan della controparte maschile, si possono vedere le tabelle
sul portale di scommesse online bwin.it, che rilascia quotazioni sia per i campionati maschili che
femminili di molti sport.
Si parte con le madri ed andiamo indietro fino alle olimpiadi dell’era classica una donna ateniese che,
rischiando la pena di morte, si travestì da uomo per poter vedere il figlio partecipare alle olimpiadi, da
allora durante l’era classica sia gli atleti che gli allenatori dovettero esibirsi in completa nudità.
La madre del campione olimpico di nuoto Don Schollander, Martha Dent Schollander, prima del
matrimonio, era una nuotatrice di discreta fama in Florida e lavorò anche come stuntman per la Jane di
Tarzan.
Dopo queste due figure marginali si vedono le quattro figure che brillarono di luce propria, iniziando
con la leggendaria pattinatrice sul ghiaccio Sonja Henie, miss H creo la strada che percorreranno tutte
le grandi pattinatrici che le succedettero, aggiudicandosi per 10 volte il titolo mondiale e per ben 4
volte l’oro olimpionico rimanendo ad oggi la più duratura vincitrice fra le pattinatrici, oltre ad una delle
più redditizie posizioni attoriali ad Hollywood.
Karen Muir è stata una grande nuotatrice ma le cui possibilità sono state stroncate dall’apartheid
sudafricano, che causò la giusta esclusione delle squadre sudafricane dagli eventi olimpici.
La strana storia di Stella Walsh, vincitrice dell’oro dei 100 metri piani sotto la bandiera polacca
nel 1939, naturalizzata americana venne scoperta uomo dopo che una pallottola vagante le perforò
mortalmente il cranio.
Florence Griffith-Joyner la velocista statunitense che detiene i titoli dei 100 e dei 200 metri piani a 16
anni dalla prematura morte che la colpì a 38 anni, vincitrice di tantissimi ori olimpici oltre che di altri
trofei la sua morte, attacco epilettico nel sonno, rimane oggi oggetto di mistero alimentando il sospetto
di un’ipotetica assunzione di droghe.