Argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli esuberanti e dotati di una vena ironica tenera e folle, Alfredo Arias incontra per la prima volta un autore della grande tradizione napoletana qual è Raffaele Viviani. E lo fa firmando la regia di Circo equestre Sgueglia, la prima commedia del drammaturgo napoletano in prosa e musica andata in scena al Teatro Bellini di Napoli nel 1922. Ambientata tra baracconi, giostre e trapezi, Circo Equestre Sgueglia gira intorno alle figure di due clown, vittime dell’infedeltà dei loro rispettivi compagni di vita. Intorno, una galleria di figure e di personaggi con i quali i due condividono un’esistenza di perenne precarietà.
«Davanti alla casa in cui abitavo con i miei genitori – racconta Arias – si estendeva un terreno abbandonato, dove un giorno arrivò un circo molto povero, senza nemmeno il tendone, ma solo stoffe rattoppate. Al centro si innalzavano i pali con i trapezi. Dall’esterno si potevano vedere, senza pagare, i mille volteggi di poveri acrobati. Qualche animale triste passeggiava senza comprendere questo paesaggio di desolazione. L’orso, la zebra e il dromedario asciugavano le loro lacrime sotto un sole opprimente che bruciava questa Pampa urbana». Si tratta di uno dei tanti ricordi d’infanzia del regista argentino che sulla scena unisce l’interesse per la spettacolarità del musical alla passione per il teatro en travesti, il grottesco e la maschera: tutti elementi che si prestano brillantemente all’allestimento di Circo Equestre Sgueglia, dal 4 al 23 marzo al Teatro Argentina di Roma per ripercorrere le alterne vicende della famiglia proprietaria dell’omonimo circo, metafora universale di un mondo povero e precario.
«La scrittura di Viviani – continua il regista – s’impossessa di un mondo particolarmente tragico: il circo, l’emblema della fragilità. Un mondo esposto alla tempesta, ai capricci della pioggia e del vento, ai sussulti del cuore perché questa comunità è anch’essa alla mercé delle intemperie della passione. Da questa immedesimazione con “il povero diavolo” che si nasconde in noi, nascono le lacrime. Come se esse volessero placare la violenza di un’ingiustizia commessa su questo individuo privo di qualsiasi cinismo, che si rifugia nel profondo di ognuno di noi. Viviani ci trascina in un doppio gioco. Un gioco che noi dobbiamo immaginare – quello della rappresentazione circense – e uno al quale assistiamo – quello della vita. Ci dice che non esiste rifugio possibile: anche il circo, concepito come un ultimo riparo, è esposto alla vertigine della passione e i suoi abitanti possono esserne espulsi in qualsiasi momento per sprofondare nella più grande delle solitudini».
In scena una straordinaria compagnia di attori, con Massimiliano Gallo nel ruolo di Samuele e Monica Nappo in quello di Zenobia, Lino Musella, Tonino Taiuti, Gennaro Di Biase, Giovanna Giuliani, Carmine Borrino, Autilia Ranieri, Lorena Cacciatore, Marco Palumbo, con la partecipazione di Mauro Gioia, in veste di narratore-cantante che accompagna lo spettatore lungo i passaggi della storia.
Musicisti: Giuseppe Burgarella, Gianni Minale, Alberto Toccaceli e Marco Vidino; scene Sergio Tramonti; costumi Maurizio Millenotti; luci Pasquale Mari; arrangiamenti musicali Pasquale Catalano; coreografie Luigi Neri; sopratitoli Luca Delgado.
Dopo il debutto al Napoli Teatro Festival Italia di giugno 2013 e le rappresentazioni al Teatro Carignano di Torino e al San Ferdinando di Napoli, lo spettacolo prosegue la tournée al Teatro della Corte di Genova (dal 25 al 30 marzo) e al Teatro Due di Parma (1 e 2 aprile).
CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA
4 | 23 marzo .14 Teatro Argentina
testo e musiche originali di Raffaele Viviani
regia Alfredo Arias
con Massimiliano Gallo (Samuele), Monica Nappo (Zenobia),
Lino Musella (Roberto), Tonino Taiuti (Bagonghi),Gennaro Di Biase (Bettina),
Giovanna Giuliani (Giannina),Carmine Borrino (Giannetto),
Autilia Ranieri (Marietta), Lorena Cacciatore (Nicolina), Marco Palumbo (Don Ciccio),
e con la partecipazione di Mauro Gioia (Narratore)
musicisti Giuseppe Burgarella (pianoforte),Gianni Minale (fiati),
Alberto Toccaceli (percussioni), Marco Vidino (chitarre e mandolino)
scene Sergio Tramonti
costumi Maurizio Millenotti
luci Pasquale Mari
arrangiamenti musicali Pasquale Catalano
coreografie Luigi Neri
sopratitoli Luca Delgado
Una coproduzione Teatro di Roma, Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
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Orari spettacolo: martedì, mercoledì e venerdì ore 21 I giovedì e domenica ore 17 I sabato ore 19
Durata spettacolo: 2 ore e 15 minuti