“Attraverso un viaggio virtuale – dice il coreografo e regista – intende evocare l’atmosfera culturale, psicologica ed umana delle genti zingare, ebree, nere”.
Il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera ritorna sul palcoscenico del Teatro Nazionale domani, martedì 25 febbraio, alle ore 20, con Ghetto, creazione di Mario Piazza, che, dopo il debutto nel 2002 al Teatro dell’Opera di Sofia, arriva per la prima volta in Italia, forte di ben oltre cinquecento repliche in tutta Europa.
“Ghetto è un inno alla vita – dichiara il coreografo Piazza – una interpretazione della vita ebraica, in un momento preciso in cui assistiamo a una recrudescenza di razzismo, antisemitismo e intolleranza”.
Non vuole essere uno spettacolo narrativo, basato su una drammaturgia che riporta semplicemente alla storia dei ghetti, ma, attraverso un viaggio virtuale, intende evocare l’atmosfera culturale, psicologica ed umana delle genti zingare, ebree, nere.
Personaggio chiave è la Tikvah, figura con chiare citazioni al pittore Marc Chagall, interpretata dall’étoile Gaia Straccamore (25, 27, 28 febbraio), in alternanza con la prima ballerina Alessandra Amato (26 febbraio, 1, 2 marzo). Rappresenta la Speranza, ed è lei a evocare personaggi poetici e complessi come i giovani Sarah (Sara Loro il 25, 27 febbraio, 1 marzo e poi Alessia Gay il 26, 28 febbraio e 2 marzo) e David (Claudio Cocino il 25, 27 febbraio, 1 marzo e poi Alessio Rezza il 26, 28 febbraio e 2 marzo), che simboleggiano il futuro. Guida spirituale che anima il ghetto è invece il Rabbino capo, interpretato da Manuel Paruccini (25 e 28 febbraio), che si alterna nel ruolo con Antonello Mastrangelo (26 febbraio e 1 marzo) e Giuseppe Schiavone (27 febbraio e 2 marzo).
Il tessuto musicale di questo lavoro è basato sulla musica Klezmer, a significare, proprio in contrasto con l’idea del ghetto come luogo chiuso, il sogno di libertà. Oltre a Gelem, Gelem, inno del popolo Rom, sono previste ampie citazioni tratte da Underground del compositore bosniaco Goran Bregović. Anna Biagiotti firma invece i costumi.
“Ghetto come isola di approdo – conclude Piazza, che firma anche la regia di questo allestimento – un luogo dove vivono e si esprimono le esperienze delle persone che si incontrano, in cui le storie di tutti si fondono in un’unica storia dell’umanità”.
Dopo la prima del 25 febbraio (ore 20), lo spettacolo sarà replicato mercoledì 26 e giovedì 27 (ore 11, recite riservate alle scuole), venerdì 28 (ore 20), sabato 1 marzo (ore 18), domenica 2 marzo (ore 16.30).
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