“Io Desdemona? No grazie!” è un’iniziativa promossa dal Teatro della Cooperativa e da Quelli di Grock/Teatro Leonardo che si scambiano le chiavi di casa per un doppio appuntamento a teatro contro la violenza sulle donne: Otello Spritz e Sweet Home.
“Otello spritz” di Renato Sarti e Bebo Storti da William Shakespeare
Produzione Teatro della Cooperativa
Leggendo le note di presentazione dello spettacolo “Otello spritz” pensavo che la commedia approfondisse il tema mai così dibattuto della violenza sulle donne. Problema che ha purtroppo conquistato la prima pagina dei media. Sono oltre 2200 le donne morte perché vittime di femminicidio dal 2000 a oggi e il 70% è avvenuto all’interno della famiglia. Scrive Renato Sarti che “ogni tre giorni in Italia, nei modi più feroci, viene uccisa una donna, e sono molte di più quelle che vengono picchiate e maltrattate. Nelle mani di compagni, fidanzati, amanti, padri e mariti, innocui oggetti d’uso quotidiano si trasformano in armi micidiali: una mattanza che procede nel silenzio più assoluto”.
Vado al Teatro Leonardo con animo adeguatamente preparato. Da come procede lo spettacolo mi sorge il dubbio di aver sbagliato teatro. Sto assistendo a una lettura in chiave tragicomica che porta il capolavoro di Shakespeare ai giorni nostri. Gli autori Renato Sarti e Bebo Storti seguono liberamente il canovaccio dell’opera shakespeariana sostituendo alla tensione tragica una divertente impostazione comica. Otello è un giovane immigrato dalla pelle nera che dopo un difficile percorso esistenziale diventa un campione di calcio (Balotelli?), diventa ricco, abbraccia la fede leghista, viene nominato governatore del Veneto e non tarda ad inserirsi nel corpore vili della politica. Cassio è un giovane brillante rampante fiorentino (Renzi?), Desdemona è la figlia di un oligarca russo che s’è comperato Venezia, Jago, segretario di Otello, sentendosi soppiantato da quell’arrivista di Cassio tenta in vari modi di farlo cadere in disgrazia riuscendoci alla fine con lo stratagemma del fazzoletto. La scena finale vede Otello succube dell’infido Jago che sta per uccidere la povera innocente Desdemona, ma prima dell’evento (bellissimo colpo di scena) i tre Otello, Jago e Desdemona decidono di brindare per l’ultima volta con uno spritz (aperitivo alcolico tipico veneziano) che la donna prepara con una pozione di sonnifero. I due infami sono sotto il tiro della pistola di quella che avrebbe dovuto essere la vittima della violenza e che ora, per decidere se consegnarli alle autorità per un regolare processo, o per ucciderli in diretta, chiede consiglio alle spettatrici in sala. L’imperiosa alzata di mano delle “vendicatrici” fa giustizia violenta dei “due maschi animali, dice Renato Sarti, esseri accecati da una stupidità secolare”.
La vicenda di Otello è un pretesto per accusare la nostra società che assiste indifferente alla violenza sulle donne, al femminicidio, ma è un pretesto mal realizzato. Considerando che la gelosia è la causa scatenante delle violenze si può sostenere che Otello è la metafora dell’uomo “padrone” che non accetta la perdita del ruolo. Ma la rappresentazione offre un tassello sbiadito a quel mosaico di iniziative e interventi che da parte di autorità, media e associazioni si sta sviluppando in questo periodo. Cioè non aggiunge nulla di nuovo e lo fa veicolandolo con strumenti inadatti, si ha insomma l’impressione che la si butti in ridere.
Ma torniamo in teatro per giudicare la pièce al di là dei presunti messaggi. “Otello spritz” è una commedia divertente che gioca con misura sulla corda comica. La creatività e le invenzioni degli autori si sono espresse con modalità originali e di buona fattura. Renato Sarti e Bebo Storti sono uno e trino, autori, registi e attori. Assieme a loro l’attrice russa Elena Novoselova interpreta bene il ruolo della Desdemona vendicatrice, Renato Sarti nelle vesti di Jago non è (molto) convincente, mentre Bebo Storti offre una rilevante prova d’attore (non solo comico). Semplici e funzionali le scene di Carlo Sala, molto belle le musiche di Carlo Boccadoro, perfetto il disegno luci di Claudio De Pace
Seguirà al Teatro della Cooperativa HOME SWEET HOME, scritto da Valeria Cavalli, una storia di violenza domestica raccontata a due voci, da una madre e un figlio che denunciano un dramma diffuso e protetto dal privato familiare: il complesso rapporto fra chi fa del male e chi pensa di meritarlo e la paura di confessare che il nemico è proprio lì, seduto accanto sul divano.
“Io Desdemona? No grazie!” affinché anche dal palcoscenico arrivi un messaggio che promuova la cultura della non violenza.