Venerdì 14 febbraio, alla Casa del Jazz, il trio di Stefano Battaglia, sofisticato pianista che da molti anni incide per l’etichetta ECM presenta il progetto “Songways” ,una nuova selezione di canti, inni, danze, ispirati dalla descrizione visionaria di luoghi della letteratura e dell’arte – da Alfred Kubin a Jonathan Swift, da Charles Fourier a Italo Calvino. Songways è il nuovo lavoro di Stefano Battaglia dedicato alle città fantastiche, che vuole celebrare i luoghi dell’utopia attraverso la danza e il canto, il ritmo e l’armonia: Armonia era la capitale delle passioni e della libertà assoluta nella Teoria dei quattro movimenti del filosofo Charles Fourier (1772 – 1837).Le analogie tra il concetto di città e l’armonia musicale, che di fatto è una sovrapposizione verticale di eventi sonori, è facilmente identificabile e realizzabile attraverso le strutture, le architetture e le estetiche che nel tempo si giustappongono, si mescolano tra loro, dialogano proprio come le culture e le tradizioni di chi nei secoli le ha costruite ed abitate.La scelta di usare per lo più città che-non-esistono, irreali creazioni della fantasia, oppure esistono ma portano con sé miti e leggende, consente l’uso dell’immaginario, del fantastico, dell’illusorio, le evocazioni sono più sottili e immateriali, ciò che le abita sono figure paradigmatiche del sogno e dell’angoscia, del desiderio e delle inquietudini.Molto più libere da geografie precise, astratte da modelli culturali di città reali, esistenti, materiche, e dunque meno influenti nel momento in cui sono trasposte in musica. Sono luoghi dell’immaginazione, non di rado luoghi impossibili,proprio come la musica, quando è contaminata da idiomi e tradizioni distanti per epifania geografica e temporale.Sia le emozioni che ci suscitano che le strutture che le edificano sono rappresentazioni e simboli di ciò che le anima:molto più vicino, in fondo, alle funzioni narrative dei parametri musicali che ad una semplice osmosi architettonica.Una sorta di enorme simulacro delle idee, delle illusioni e dei miraggi, perfetto per combinare tradizioni e suggestioni musicali diverse. Nel corso degli ultimi anni Battaglia ha scritto per il Trio più di quaranta brani in forma di canzone e di danza ispirati ad altrettanti luoghi.Anyder è il fiume che circonda Amaurote, la capitale di Utopia di Thomas More. Minas Tirith è la capitale di Gondor nel Signore degli Anelli di Tolkien. Anagoor è la città delle verità murate di Buzzati. Songways è una melodia ispirata alle Città invisibili di Calvino, Euphonia è la città musicale di Berlioz, Mildendo, la capitale di Lilliput dei Viaggi di Gulliver di Swift; Abdias è la città deserta di Stifter.C’è poi la biblica Babel Hymn, dalla Genesi, e Monte Analogo, dall’omonimo libro di Dumal, scrittore con il culto della montagna e allievo di George Gurdjieff, maestro armeno a cui già avevo dedicato Sham-bha-lah, tratto da una antica liturgia di Ildegarda di Bingen trasposta su cicli ritmici di danza e Ararat, canone ispirato ad una ninna nanna dell’antica Renania.Infine convivono il folklore Ismaro, l’omerica città del ritorno nell’Odissea, in un linguaggio esplicitamente greco e popolare, con la pantonalità di Armonia, paradigmatico ideale architettonico nella Teoria dei quattro movimenti di Fourier, o con la serialità pura di Vondervotteimittis, ispirato alla città puntuale dell’omonima novella di Poe, o la politonalità di Perla, la città dei sogni nel L’altra parte di Kubin. Il Trio di Battaglia con Maiore e Dani è da anni concentrato in una recupero di aspetti più universali della musica attraverso un’ideale sonoro quasi atemporale, primitivo ed arcaico.Un repertorio di danze e canti che recupera una sorta di innocenza armonica rivitalizzando il concetto stesso di “sofisticazione” attraverso strutture più aperte, tessiture ed orchestrazioni più trasparenti, riappropriandosi di sonorità che paiono più pure.Una sorta di de-sofisticazione, che torna ad una ideale fonte primitiva e rituale che insegue una consapevolezza più naturale ed istintiva, meno cerebrale, più percettiva e sensuale: il suono prima di tutto, come elemento di risonanza e verità individuale. Quindi il ritmo con le sue straordinarie capacità melodiche e mantriche. Il canto come elemento espressivo rivelatore di identità che collegano tutte le stagioni della nostra cultura musicale,quella del sud-europa mediterraneo: l’esperienza melismatica della nota, concepita non in senso estetizzante e ornamentale ma come vibrante arte del dettaglio e della variazione “Il trio rappresenta in musica la formula magica, l’ideale combinazione per creare e reinventare equilibri strumentali, ideale dialogo tra canto e armonia e ritmo, l’occasione di connettersi direttamente con un’infinità di modelli e stili inserendosi in una scia di tradizioni in movimento, dunque con la responsabilità e l’ambizione di rinnovare ed espandere la formula stessa, le funzioni interne, le identità narrative, testando ogni possibilità di relazione ed interscambio tra vertice e base del triangolo. Il Trio con Maiore e Dani è concentrato in una ricerca di recupero di aspetti più universali della musica attraverso un’ideale sonoro quasi atemporale, primitivo ed arcaico, pre-sofisticazioni idiomatiche. Da un punto di vista estetico credo molto in questa sorta di de-sofisticazione, cercando di tornare ad una ideale fonte primitiva e rituale, rinunciando a parte delle conoscenze sovrastrutturate per inseguire una consapevolezza più naturale ed istintiva, meno cerebrale, più percettiva e sensuale.” (Stefano Battaglia) Il trio è composto da Stefano Battaglia, pianoforte, Salvatore Maiore ,contrabbasso e Roberto Dani,batteria.
Stefano Battaglia (nato a Milano nel 1965) si è fatto notare da principio come pianista classico, eseguendo pezzi tratti dal repertorio barocco e dalla musica antica fino alle composizioni del ventesimo secolo, e in questo ruolo ha partecipato a festival europei, prima di passare a una musica che prevedesse l’improvvisazione. Un forte senso della struttura, un’eredità dagli anni “classici” continua ad essere presente nel suo lavoro, comunque libero dai contesti. Registra per la ECM dal 2003, quando venne pubblicato il doppio album “Raccolto”. Successivamente sono usciti “Re: Pasolini”, un tributo al regista e intellettuale italiano con contributi di Salvatore Maiore e Roberto Dani, e “Pastorale”, un album in duo con Michele Rabbia.
Salvatore Maiore è nato a Sassari e ha studiato contrabbasso al conservatorio di Cagliari. Ha suonato in diverse formazioni italiane e ha lavorato con musicisti come Lee Konitz, Billy Cobham, Joseph Jarman, Steve Grossman, Cedar Walton, Oliver Lake e David Liebman. La sua discografia comprende registrazioni con Glauco Venier, Klaus Gesing, Al DiMeola e molti altri.
Roberto Dani è nato a Vicenza nel 1969 e ha iniziato a suonare la batteria a sette anni. I suoi gruppi e progetti hanno spaziato da Norma Winstone a Louis Sclavis, Michel Godard e altri. Inoltre ha suonato con Annette Peacock, Ralph Alessi, Ben Monder, Mick Goodrick e molti altri. Oltre al gruppo di Battaglia attualmente fa parte del trio di Giorgio Gaslini. Ha tenuto numerosi concerti individuali e inciso album di sole percussioni, tra le uscite recenti troviamo, con l’etichetta Stella Nera, l’album “Lontano” per percussioni preparate.
Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
Ingresso 10 euro