STAGIONE PROSA | 01 Marzo 2014 / ore 21.00Associazione Culturale Falesia Attiva presentaAMALIA E BASTA1°premio Monologhi “Sipario – Autori Italiani – 2012”, 1°premio Testo Teatrale“InediTO – Colline Di Torino – 2012, 2°premio concorso drammaturgia “Teatro e disabilità – 2011” drammaturgia, regia e interpretazione Silvia Zoffoliscene Leonardo Carranodisegno luci Camilla Piccionicostumi Maria Grazia Lasagna Mancinistrutture scenografiche Carlo e Roberto Zoffoliassistente alla regia Ilaria Montagna
Amalia lavora come hostess di museo. Una giornata che le sembra non passare mai diventa occasione per ripercorrere le tappe fondamentali della sua vita, quella di una ragazza come tante, che però non è come le altre: Amalia, infatti, è sorda dalla nascita. Disabilità “invisibile” con risvolti talvolta tragicomici, la sordità è per lei una diversità con la quale confrontarsi non solo rispetto agli udenti, ma anche rispetto agli altri sordi, e soprattutto un’occasione per fare i conti con la propria identità di persona, per riuscire infine ad accentarsi per quella che è: Amalia e basta.
STAGIONE DANZA | 02 Marzo 2014 / ore 21.00Julie Ann Anzilotti/Compagnia XE presentaLA PAZZA GIOIAcoreografia e regia Julie Ann Anzilottiinterpreti Marco Bandinelli, Emanuele Checcucci, Giulia Ciani, Martina Ermini, Damiano forni, Filippo Gori, Francesca Lentucci, Enrico Mancini, Francesco Margarolo, Manola Nunziati, Alessandra Passanisi, Carolina Pippucci, Federica Salvini, Timothy Ward-Booth, Jacopo Wurtzelcollaborazione artistica Giulia Ciani, Martina Ermini, Francesco Margarolotesti a cura degli interpretimusiche M. Ribot, J. Lourie, M. Buffettivideo Helga Maestrinilight designer Alessandro Ruggierosound designer Roberto Nigrocon il sostegno di Comune di San Casciano Val di Pesa, Regione Toscana, Progetto Teatro per il Teatro, Banca del Chianti Fiorentino, Associazione Per Crescere Insieme
Dedicato a Pina Bausch
Un lavoro sulla gioia e sulla paura; sull’incontro dei sentimenti con la natura e il segno grafico che ne tratteggia i contorni.
La gioia non costa nulla, è libera, è contagiosa, è naturale. Forse una stravaganza per i nostri
tempi, ma ancora un’emozione irrinunciabile. Che testimonia quanta vita c’è sul palcoscenico e nelle “Personae”, a prescindere dalle loro ‘abilità’. E’ dal progetto “Personae” promosso dal
Comune di San Casciano, in collaborazione con la Compagnia Xe diretta da Julie Ann Anzilotti che nasce l’esperienza di un laboratorio che fa incontrare teatrodanza e giovani diversamente abili. Un percorso espressivo che, attivo dal 2000, quest’anno è maturato sulla scena con il debutto de “La pazza gioia” al Teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa.
STAGIONE RAGAZZI | 04 Marzo 2014 / ore 10.00Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione presentaÈ arrivato un gommone carico di europeidi Marco Renziregia di Giuditta Minguccicon Stefano Braschi e Andrea Soffiantiniscene e costumi Ilaria Ariemmeluci e suoni Alberto BartoliniTESTO VINCITORE DEL CONCORSO “SCHOOLYARD STORIES – CONCORSO PLATFORM 11+”
È arrivato un gommone carico di europei immagina che una serie di componenti, tra cui cambiamenti climatici e scoperta di nuovi materiali, portino al tracollo dell’Europa e dell’Occidente tutto, sostituiti come motori e dominatori economici dai Paesi africani. E’ la storia di un mondo che improvvisamente si mette a girare al contrario, di paesi poveri che diventano ricchi, di inaspettati flussi migratori, di capitali europee che lentamente si spopolano, di fughe di cervelli verso le innovative e rampanti industrie africane, dell’elezione di un Papa Nero, di un nuovo ordine economico del pianeta che forse un giorno potrebbe anche diventare incredibile realtà. In questo quadro di ribaltamento globale due migranti, un milanese e un calabro, si incontrano la notte di Natale su una spiaggia nel sud della Sicilia, aspettano il gommone per la Tunisia. Tra paure, ricordi, discorsi e motovedette in perenne perlustrazione, riescono a partire insieme ad altri dieci disperati. Lo spunto dello spettacolo può far approfondire il tema dell’immigrazione, della felicità e della stabilità economica, l’inversione dei ruoli sociali e la descrizione dell’Africa (o qualsiasi altro ‘altrove’) come terra promessa.
MATERIA PRIMA | 05 Marzo 2014 / ore 21.00Gli Omini presentanoTAPPA / FIRENZEdi e con Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi,Luca Zacchini
Uno spettacolo unico, nel senso più oggettivo del termine. Tappa vive una volta sola, per restituire ad ogni luogo tutto quello che contiene: personaggi, storie, gesta, stati d’animo, orgoglio e disperazioni. Gli Omini si fermano nel quartiere del Teatro Florida, e ci vivono. Incontrano la gente, intervistano, ascoltano, stanno a guardare e sentire quante più persone possibile senza distinzione tra vecchi e bambini o tra matti di paese e autorità. Chiedono di tutto, non tralasciano nulla. Scelgono storie, scrivono lo spettacolo con le loro parole e lo mettono in scena.
Sul palco le storie di una Firenze fuori dai circuiti turistici, i suoi personaggi, la sua vita passata e presente. Il tutto raccontato dall’occhio scanzonato e divertito di una delle compagnie giovani più amate e apprezzate del nostro panorama.
MATERIA PRIMA | 06 e 07 Marzo 2014 / ore 21.00AttoDue & Murmuris presentanoMedea / Maydayuna coproduzione AttoDue/Murmurisdrammaturgia originale Carlo Cuppiniregia Simona Arrighicon Luisa Bosi, Ilaria Cristini, Maria Caterina Frani,Sandra Garuglieri, Roberto Gioffrè, Matteo Tanganellicreazione sonora Isabelle Surelluci Roberto Cafagginispazio scenico Alessandro Rabatti
Medea è un grido di aiuto: grido di Medea, respinta da un mondo non suo; grido del mondo, incendiato dal proprio stesso oltraggio; grido di un tempo assediato dai fantasmi della storia, cancellato da un perenne istante pubblicitario. Medea sogna ed è sognata. Avviluppata in spirali di visioni, appare come voce parlante e figura parlata. In un labirinto di parole, Medea cerca ed è cercata: cerca tra le cose il suo specchio deformato, Giasone; cerca di trasformare il flusso interiore in dialogo, la solitudine in conflitto, le onde del mare in catarsi. Tra la finzione letteraria e la ferocia del reale, Medea (o Giasone?) cerca il suo posto, la sua casa, il luogo di un delitto da sempre accaduto: in questo teatro di posa – dove un gruppo di attori segue le tracce di una Medea inafferrabile – l’unica cosa reale è indicibile. Mentre l’aereo precipita.
STAGIONE PROSA | 08 Marzo 2014 / ore 21.00
Fondazione Salerno Contemporanea Teatro Stabile d’Innovazione presenta
Maria Paiato inANNA CAPPELLI. Uno studio di Annibale Ruccelloregia Pierpaolo Sepeaiuto regia Sandra Contiscene Francesco Ghisucostumi Gianluca Falaschiluci Carmine Pierrifoto di scena Pepe Russotrucco Vincenzo CucchiaraPer questo spettacolo Pierpaolo Sepe ha vinto il Premio Marte Award 2012 per la Regia
“Anna Cappelli”, con Maria Paiato diretta da Pierpaolo Sepe, è la storia di una persona comune, osservata mentre scivola nella follia fino a farsi “mostro”, ma che Annibale Ruccello (geniale drammaturgo scomparso a soli trent’anni a metà degli anni Ottanta) colma di pietà: la pietà per i deboli, i traditi, i pazzi, i disperati, gli emarginati.
“Maria ed io abbiamo deciso di continuare a studiare le possibilità di messa in scena del monologo. Dopo il lavoro su Erodiade di Giovanni Testori, abbiamo pensato di affrontare Anna Cappelli di Annibale Ruccello. Il testo è insidioso e pieno di trabocchetti. La mostruosa e depravata sottocultura piccolo-borghese invade ogni respiro del dramma, incarnandosi in una donnina in apparenza docile e insignificante. L’intelligenza dell’autore sta nel nascondere, dietro la follia della normalità, un processo culturale drammatico che ha vissuto il nostro paese: la protagonista del dramma porta in sé la miseria degli anni in cui divenne importante avere piuttosto che essere. Il principio del possesso, che ancora guida le nostre vite, si affermò ingoiando tradizioni culturali nobili e preziose. Fu in quegli anni che Pasolini urlò il dolore di chi avvertiva il pericolo che la sua stessa opera potesse perdere forza poetica e politica a causa di una dispersione drammatica di senso e di una tentazione di immoralità capitalistica. Fu in quegli anni che perdemmo l’onore. Fu in quegli anni che nacquero i cannibali, i padri della cultura odierna”.
Pierpaolo Sepe
STAGIONE RAGAZZI | 09 Marzo 2014, ore 16.00 e 10 marzo, ore 10.00
Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione presentaROBIN HOODRegia Miriam BardiniCon Anna Maria Guerrini e Simone RestiDa progetto “Cartastorie”
“…Ho una passione: la carta! Quando vedo un pezzo di carta mi vengono le idee,
le idee mi fanno venire la fantasia, la fantasia mi fa raccontare storie.
Raccontare storie mi rende felice….” Anna Maria Guerrini
In una scena d’azione ridotta al minimo (un tavolo) si muovono i protagonisti della storia, Robin Hood, Lady Marian, lo sceriffo di Nottingam. La narrazione recupera gli elementi principali della fiaba tradizionale (il protagonista, l’antagonista,l’aiuto magico, le prove da superare e il lieto fine) ed è coadiuvata dall’elaborazione manuale della carta secondo il modulo di Natale Panaro (collaboratore del programma L’albero azzurro). Gli spettatori hanno la possibilità di lasciarsi avvincere su un doppio piano: quello del filo narrativo e quello della visione della costruzione in diretta di tutti i personaggi e dell’intera scenografia dello spettacolo.
STAGIONE PROSA | 14 e 15 Marzo 2014 / ore 21.00Elsinor Teatro Stabile d’Innovazione presentaGIOVANNA D’ARCOdi Maria Luisa Spazianicon Elisabetta Pozzie con Simonetta Cartia e Francesca Porriniregia Andrea Chiodimusiche Daniele D’Angeloscene Matteo Patruccocostumi Ilaria Ariemmedisegno luci Marco Grisa
Sei canti in ottave di endecasillabi senza rima e un epilogo. Un poema che ai giorni nostri racconta quanto – nei secoli – tessitori, miniatori, letterati, poeti, musicisti, drammaturghi, storici, registi e attori tentarono di interpretare: la storia della Pulzella d’Orléans.
Una delle più grandi interpreti della scena teatrale italiana, Elisabetta Pozzi, è la protagonista della nuova produzione nata in seno al festival. Uno spettacolo poetico di immagini semplici e musica, grazie anche allo straordinario incontro tra il testo e la potenza evocativa delle musiche firmate da Daniele D’Angelo.
Il poemetto narra le gesta di Giovanna d’Arco attraverso fatti storici, battaglie ed episodi della vita della giovane eroina di Francia filtrati dalla fantasia della poetessa. La vicenda di una donna che scelse e pienamente fu. Una storia raccontata in prima persona dalla stessa protagonista, tanto che pare d’esserle seduti accanto ad ascoltare.
Maria Luisa Spaziani, musa di Eugenio Montale tanto apprezzata dal premio Nobel e dall’intera critica contemporanea, attraverso la vicenda esemplare di Giovanna d’Arco suggerisce che “forse un angelo parla a tutti, eppure / in quel supremo momento pochi ascoltano”.
MATERIA PRIMA | 21 ― 22 Marzo 2014 / ore 21.00Benvenuti srl & Armunia – Festival Inequilibrio presentanoElettrocardiodrammaMateriali per uno spettacolo comicodi e con Leonardo Capuanoluci Corrado MuraSPETTACOLO PASSTEATRI
“Un uomo balbuziente con indosso un vestito da donna, dice d’essersi svegliato cosi. Una figura tragicomica che mi accompagna da anni, un caro amico che di tanto in tanto mi racconta come gli vanno le cose. Sembrerebbe solo ma non lo è, parla con chi gli fa compagnia da sempre: quattro fratelli, la madre e la donna amata. Vivono con lui, parlano attraverso di lui e, a modo loro, cercano di risolvere i problemi della vita di tutti i giorni. Elettrocardiodramma rivela una piccola verità, una paura latente, un punto di vista divertente e sorprendente.”
STAGIONE RAGAZZI | 23 Marzo 2014, ore 16.00 e 24 marzo, ore 10.00Blanca Teatro presentaK COME KOSIMOun omaggio a “Il barone rampante” di Italo Calvinodrammaturgia e regia Virginia Martinicon Sabine Bordigoni, Matteo Procuranti, Marta Sinacorispazio scenico Francesco Nericostumi ed elementi di scena Rachele Del Prete
Cosimo Piovasco di Rondò, partorito dalla penna inesauribile di Italo Calvino e protagonista del romanzo “Il barone rampante”, abbandona la tavola paterna rifiutandosi di mangiare un piatto di lumache e si rifugia sugli alberi. Il primo “NO” che diciamo da piccoli ai nostri genitori (o forse a scuola o magari ad un compagno prepotente…), è in qualche modo una rivoluzione nella nostra vita di bambini. Ma la cosa straordinaria è che Cosimo dagli alberi non scenderà mai più e quel suo primo “NO” gli regalerà una vita piena di avventure. Lo spettacolo inserisce le vicende di Cosimo in un clima da fiaba grazie alla presenza di tre speciali “testimoni” la cuoca, la cameriera e il cantiniere di casa Rondò, che ci faranno ripercorrere i momenti speciali della vita del barone rampante. Il primo amore con Viola, la prima sconfitta, i ladri della frutta e la prima vittoria contro il gatto selvatico, l’organizzazione della vita sugli alberi, l’amicizia col brigante Gian dei Brughi e l’immenso amore per i libri. Una storia meravigliosa legata all’avventura del crescere.
MATERIA PRIMA | 27 Marzo 2014 / ore 21.00Fratelli Dalla Via presentanoMIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER MESPETTACOLO VINCITORE PREMIO SCENARIO 2013In occasione della giornata dedicata ai 19 anni del Premio Scenario di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Viaaiuto regia Veronica Schiavonepartitura fisica Annalisa Ferliniscene Diego Dalla Viacostumi Marta Dalla Via
La prima generazione ha lavorato. la seconda ha risparmiato. la terza ha sfondato. poi noi. c’è ancora acqua che esce dai rubinetti, c’è corrente elettrica che nutre schermi e lampadine e c’è benzina nei serbatoi. c’è una bella casa, destinata a diventare casa nostra. è qui che abbiamo immaginato di far fuori i nostri genitori. per diventare noi i padroni. non della casa, padroni delle nostre vite. niente armi, niente sangue. un omicidio due punto zero. fuori dalle statistiche, fuori dalla cronaca, un atto terroristico nascosto tra le smagliature del quotidiano vivere borghese. il modo migliore per uccidere un genitore è ammazzargli i figli e lasciarlo poi morire di crepacuore: era il nostro piano perfetto ma papà e mamma ci hanno preceduto e si sono suicidati per primi. ora ci tocca di seppellirli. ora ci tocca di vestirli. ora ci tocca rispettare le ultime volontà di due cadaveri. hanno vinto loro, di nuovo. i morti sono i padroni di questa epoca.
STAGIONE DANZA | 29 Marzo 2014 / ore 21.00Glen Çaçi/Inteatro presentaHOSPICEautore Glen Çaçicon Glen Çaçi, Silvia Maivideo e suoni Glen Çaçidisegno luci e assistente alla drammaturgia Andrea Saggiomoproduzione Fondazione Musica per Roma/Inteatrocon il sostegno del Consorzio Marche Spettacolo nell’ambito del progetto REFRESH – Lo spettacolo delle Marche per le Nuove Generazioniun ringraziamento particolare al Comune di San GinesioPROGETTO VINCITORE PREMIO EQUILIBRIO 2013SEGNALAZIONE SPECIALE PREMIO SCENARIO 2005PREMIO NUOVE SENSIBILITA’ 2007 CANTIERI TEATRALI/FABBRICA EUROPA 2009
Il titolo evoca un luogo terminale dove non esistono possibilità di scelta e i gesti, le azioni, gli stessi incontri sono gli ultimi possibili assumendo una dimensione di assoluta compiutezza. Due persone definiscono le loro singole identità e la loro relazione costruendo uno spazio denso di intimità, ricordi, sofferenza e piacere. Il lavoro, vincitore del Premio Equilibrio 2013, utilizza la fisicità di due giovani e straordinari interpreti, frammenti di testo tratti da spunti letterari e cinematografici ed immagini visive originali. Il lavoro di Glen Çaçi, attore/autore di origine albanese ma di cittadinanza italiana ha avuto una segnalazione speciale al premio Scenario 2005, ha vinto con Andrea Saggiomo Nuove Sensibilità 2007 e Cantieri Teatrali di Fabbrica Europa 2009 e con lo spettacolo Cascare dal sonno ha partecipato, nel 2011, al Festival Inteatro / Che storia è questa? Il progetto Hospice nasce dalla necessità di concretizzare in un linguaggio scenico alcuni degli aspetti della condizione dell’uomo nella malattia terminale. Quando le prime idee su questo tema spuntavano, dopo aver perso una persona cara, non mi sarei mai immaginato di trovarmi di fronte ad una questione così incredibilmente complessa. Mi sono reso conto di non poterla trattare in tutte le sue sfumature, sarebbe impossibile e presuntuoso. Indagando sulla questione ho avuto la fortuna di conoscere persone che generosamente hanno voluto condividere i loro pensieri, riflessioni e paure con me. Hanno tutti un approccio diverso alla situazione in cui si trovano, ma tutti sono colpiti da un senso di vuoto incolmabile, vuoto che poi rimane ai loro cari. Con questo lavoro non cerco di rappresentare realmente il declino ultimo fisico di una persona malata, bensì la fase prima che la precede. Quella in cui stai ancora bene ma sai che non lo sarai a breve. Una condizione che fa scaturire un insieme di sentimenti contrastanti per natura.
L’impossibilità di scegliere, il tempo che preme e la vita che continua. L’inarrestabile avanzamento dell’inevitabile.
Glen Çaçi
STAGIONE DANZA | 30 Marzo 2014 / ore 21.00
ADARTE/ASMED presenta
ELSA
ideazione, regia e coreografia Francesca Lettieri, Paola Vezzosi
interpreti Luca Campanella, Gloria Dorliguzzo, Francesca Lettieri, Ulisse Romanò, Paola Vezzosi
costumi Alessandra Mura
assistente alla produzione Giada Volpi
con il Sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Autonoma della Sardegna, Regione Toscana
A più di dieci anni dallo spettacolo ispirato a Frida Kahlo, Francesca Lettieri e Paola Vezzosi si confrontano con un’altra importante figura femminile, stavolta italiana, che nella Parigi degli anni ’30 rivoluzionò col suo anticonformismo la storia della moda e del costume, contrapponendosi nelle scelte di stili e di colori a Coco Chanel: Elsa Schiaparelli. Aristocratica di origini, la stilista italiana intravedeva nella moda un mezzo artistico per esprimere le sue idee originali e stravaganti, precorrendo i tempi e creando delle collezioni audaci e fantasiose per donne indipendenti e sicure di sé, finalmente libere dalle costrizioni sociali. Imprenditrice di se stessa, la Schiaparelli aprì la sua boutique nella Parigi del tempo, in seguito anche a Londra, cogliendo appieno le ispirazioni conferitele dall’arte cubista e surrealista e dalle frequentazioni con grandi maestri del calibro di Jean Cocteau e Salvador Dalì. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, Elsa inventò impermeabili da sera, la cerniera lampo, abiti in vetro, fulminò la società per bene con il rosa shocking e con l’uso di accessori bizzarri. Tra le sue innovazioni: l’idea di sviluppare il commercio producendo abiti in serie, spettacolarizzare le sfilate e sviluppare collezioni intorno a un unico tema; la scelta pioneristica di materiali come il tweed, il tessuto goffrato e l’uso di fibre artificiali; i famosi maglioni-tatuaggio e i “pullover raggi X”, che disegnavano la struttura dello scheletro umano. Lo spettacolo renderà omaggio a questa grande donna, maestra di provocazione e ricercata raffinatezza, mostrando al pubblico il rapporto di complicità che negli anni si è instaurato tra la danza, la moda e le arti figurative. Il tema sarà reso ancora più coinvolgente dalla scelta dei costumi e dalla predisposizione di una video installazione nel foyer del teatro. Nei due quadri in cui la coreografia è suddivisa, Francesca Lettieri e Paola Vezzosi metteranno ciascuna in risalto le loro abilità, accompagnate da musiche d’epoca.