Non è certo la prima volta che teatro, cinema e letteratura analizzano le dinamiche di una coppia in crisi matrimoniale, ma in Exit, in scena al Teatro Vittoria di Roma fino al 30 marzo l’autore e regista Fausto Paravidino ha dimostrato una notevole sensibilità nello scandagliare con intelligenza la storia d’amore di un uomo, A (Nicola Pannelli), indolente professore universitario, e di una donna B (la brillante Sara Bertelà) coadiuvati in scena da C (Angelica Leo) e D (Davide Lorino).
Exit racconta con sensibilità e senza luoghi comuni (ma è praticamente impossibile non riconoscersi in un momento, una frase, una situazione, un’emozione in quel che accade) l’evoluzione di una coppia e le mille difficoltà nel tentativo di ritrovarsi e di non lasciarsi ispirandosi chiaramente alla bellezza delle verbose commedia di Woody Allen, ma senza dimenticare la pacatezza amara di Cechov. Tante parole, poca azione e pochi elementi a disposizione hanno permesso a Paravidino di strutturare con acutezza una regia che tratteggia con verve e delicatezza la natura di un rapporto e la sua inevitabile evoluzione.
I due protagonisti, A e B (nessuno si chiama mai per nome, tutti restano legati a una sorta di evanescenza e indeterminatezza generale), sono una coppia in crisi matrimoniale (un rapporto emblematicamente definito come Affari Interni) che attraverso rapidi quadri e monologhi raccontano la loro storia matrimoniale, l’inizio felice di un matrimonio, il problema figli, il sesso, l’incomunicabilità… scandagliano i propri sentimenti, si rivolgono direttamente al pubblico, propongono di continuo un doppio tempo di carattere temporale, giocando fra l’analessi e la prolessi temporale, cercano di recuperare un rapporto, si lasciano e tentano di offrirsi una seconda opportunità. Catapultati negli Affari Esteri, ciascuno dei due tenta di recuperare una propria individualità, un proprio spazio, una propria esigenza di autonomia che era venuta a mancare durante il loro rapporto mostrando forse che uomini e donne sembrano tutto sommato sembrano reagire diversamente alla fine di un amore.
Lui, serioso professore universitario, tenterà di dimenticare il passato con C, una giovane studentessa, lei, nel tentativo di ricostruirsi una vita incontrerà D, un amico che sembra una sorta di Candido di Voltaire, un puro di cuore che riuscirà inconsapevolmente i loro destini. Ritmo incalzante, scene di Laura Benzi con tanto di insegne segnaletiche, costumi di Sandra Cardini, musiche di Giorgio Mirto e luci di Lorenzo Carlucci, rendono Exit una commedia da vedere per riuscire a capire forse qualcosa di più sui rapporti umani e sulla difficoltà di relazionarsi con gli altri.
Al terzo anno di tournèe nazionale, Exit si conferma una commedia intelligente e profonda che riesce ad analizzare i difficilissimi rapporti umani che intercorrono fra uomo e donna. In Exit, vale a dire via d’uscita, il punto sta proprio nel fatto che sembra impossibile, o quanto meno improbabile riuscire a trovare una vera via d’uscita. Ma esisterà davvero? Chissà: finale aperto alle domande e alle considerazioni personali.