Lunedì 31 marzo, al Teatro Studio di Scandicci, alle ore 21.00 va in scena la mise en espace a cura di Giancarlo Cauteruccio di Imparare dalla Luna di Stefano Catucci.L’autore stesso in palcoscenico darà voce a brani del libro e come tessuto sonoro ci saranno musiche di Giorgio Battistelli, Michele dall’Ongaro, Domenico Scarlatti e Arnold Schöenberg.Sembrava che gli uomini avessero ormai rinunciato alla Luna, abbandonandola per più di quarant’anni al suo destino dopo averla raggiunta con enormi rischi per tagliare il traguardo di una spettacolare una disfida politica. L’arrivo del rover cinese Coniglio di Giada, nel dicembre scorso, ha invece inaugurato una nuova epoca di spedizioni e probabilmente una trasformazione irreversibile della Luna, avviata a diventare una porzione di cosmo stabilmente inglobata nel territorio dell’umanità.Gli uomini che si avviano a progettare o a compiere le prossime spedizioni verso la Luna non sono però gli stessi di quarant’anni fa. A essere cambiate non sono soltanto la tecnologia e la geografia politica delle potenze terrestri, ma anche le proiezioni dell’immaginario, la capacità di guardare allo spazio per sognare un futuro nuovo. Torneremo sulla Luna, ma questa ci si offrirà anzitutto come un oggetto di revival, un prodotto mediatico da trasferire su Internet, il primo parco archeologico della presenza umana fuori dalla Terra.Stefano Catucci ha riflettuto sulle implicazioni di questa nuova fase di interesse per lo spazio in un saggio, Imparare dalla Luna, che ha ripercorso in modo nuovo anche la storia delle esplorazioni spaziali. Ora quel viaggio estetico e filosofico diventa un racconto ad alta voce, in teatro, per far rivivere l’avventura del pensiero insieme alle immagini e ai suoni che l’hanno suscitato.
Imparare dalla Luna è stato pubblicato nel 2013 da Quodlibet nella collana Quaderni.
La Luna torna al centro dei programmi di esplorazione dello spazio e i suoi futuri visitatori troveranno ad attenderli un’attrattiva senza paragoni: i primi parchi archeologici della presenza umana fuori dalla Terra.
Già in previsione delle missioni robotiche che si annunciano sulla Luna entro il 2015, la Nasa ha proposto di limitare l’avvicinamento ai siti storici degli allunaggi per proteggere le zone calpestate dagli astronauti più di quarant’anni fa e tutelarle da possibili contaminazioni.
Quale valore possiamo però attribuire alle tracce lasciate dagli uomini sulla Luna? E perché considerare come un tesoro culturale anche i rottami, gli scarti, la zavorra in cui consiste la maggior parte degli oggetti che vi si trovano?
Imparare dalla Luna significa esaminare i paradossi della sua imminente trasformazione in museo per ricavare indicazioni su fenomeni che oggi, sulla Terra, rappresentano l’altra faccia del dominio della tecnica: la logica del turismo, il nostro rapporto feticistico con le cose del passato, la confusione fra testimonianza storica e spettacolo. Significa, in altre parole, provare a risvegliarsi dal xx secolo e dai modelli di sviluppo che l’hanno caratterizzato sfruttando la scia dell’impresa più straordinaria, popolare ed enigmatica che gli uomini abbiano compiuto in quell’epoca.
Bio
Stefano Catucci insegna Estetica presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma «La Sapienza». Ha pubblicato fra l’altro Introduzione a Foucault (Laterza, 2001) e Per una filosofia povera (Bollati Boringhieri, 2003). Collabora con Rai-Radio3 come conduttore di programmi culturali e musicali.
INGRESSO LIBERO
Teatro Studio
Via Donizetti, 58 – Scandicci (FI)
info 055 7591591 www.teatrostudiokrypton.it