ideazione scenica, regia e con Alessandro Gassmann
traduzione e adattamento Vitaliano Trevisan
con Alessandro Gassmann
e con (in ordine di apparizione)
Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi
e con la partecipazione di Paila Pavese
scene Gianluca Amodio
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografia Marco Schiavoni
produzione Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Stabile di Torino, Società per Attori con la partecipazione produttiva di “LuganoInScena”
L’inesauribile attualità di un classico shakespeariano diventa un dramma gotico dal ritmo cinematografico, per esplorare le pieghe oscure dell’inconscio e la deformità dell’animo umano nella rilettura che Alessandro Gassmann propone nella doppia veste di regista e interprete di RIII – Riccardo Terzo, dal 25 marzo al 6 aprile in scena al Teatro Argentina di Roma.
Al suo primo Shakespeare e per la prima volta a confronto con il Riccardo III interpretato dal padre Vittorio sotto la guida di Luca Ronconi nel 1968, l’artista giganteggia sulla scena indossando i panni di un re crudele, ambizioso, manipolatore, ma anche insicuro, tormentato, spaventato dalla solitudine, per il quale la deformità fisica diventa il segno esteriore dell’avidità e del male finalizzati alla conquista di un potere e di un trono che non gli spettano. Ad illustrare la deformità dell’animo è la fisicità di un’immagine sproporzionata che Gassmann riproduce con una statura fuori misura e allungata (rispetto alla figura di gobbo e storpio come rappresentata da tradizione), per tramutare la diversità del tiranno nell’impudente incombenza di un gigante che sovrasta con la sua altezza gli altri personaggi (a cui si rivolge parlando dall’alto di calzature con rialzi interni). «Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso e le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso – scrive Gassmann nelle note di regia – non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un “ostacolo” che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di restituire l’immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di innervare di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell’opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero quello della modernità e dell’immediatezza.»
Datata fra il 1592 e il 1593 e considerata un’opera giovanile di Shakespeare, Riccardo III affascina e coinvolge con il suo violento furore, la brama di potere e la follia omicida, trasportando il pubblico in un viaggio tragico verso l’oscurità dell’animo e del cuore di un uomo che piega consanguinei e avversari al suo volere. Despota opportunista e stratega affabulatore, il protagonista shakespeariano tramuta la parola in azione immediata, mostrando con forza il genio contemporaneo del Bardo che, utilizzando uno dei personaggi più misteriosi della “Guerra delle due Rose” tra i Lancaster e gli York, ha rappresentato il mondo – il contorto animo umano e il vuoto dell’umanità – attraverso il simbolo deforme del potere e dell’ambizione più manipolatoria. A restituire la sanguinaria vicenda, privata di filtri e liberata da ragnatele linguistiche che ne esprimono tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua straordinaria attualità, intervengono la modernità e l’immediatezza di un registro comunicativo asciutto, secco, destinato ad arrivare dritto allo spettatore e capace di trasmettere i molteplici significati dell’opera. Un linguaggio “contemporaneo” che l’adattamento di Vitaliano Trevisan porta in scena per rendere «chiara e avvolgente la trama, mantenendo l’assoluta fedeltà all’originale – come spiega Gassmann – per utilizzare un linguaggio comunemente parlato che permetterà di recitare in maniera che Shakespeare torni a parlare alla gente, come era in origine». Nel suo adattamento, Trevisan riduce a 10 gli oltre quaranta personaggi presenti nel testo originale e Gassmann ne affida l’interpretazione a nove attori, tenendo per sé il ruolo di Riccardo. Saranno in scena al suo fianco, alternandosi in vari ruoli, Mauro Marino (Edoardo, Stanley e Margherita); Giacomo Rosselli (Rivers e Catesby); Manrico Gammarota (Tyrrel); Emanuele Maria Basso (Carceriere, Richmond e Vescovo); Sabrina Knaflitz (Anna); Marco Cavicchioli (Clarence, Hastings e Messaggero); Marta Richeldi (Elisabetta) e Sergio Meogrossi (Buckingham). L’allestimento si avvale inoltre della partecipazione di Paila Pavese nel ruolo della Duchessa di York.
La struttura lessicale si dispiega in una teatralità visiva dal ritmo incalzante e rapido, scandita dalla colonna sonora composta da Pivio & Aldo De Scalzi che si mescola alle note di Ray Charles e dei Dire Straits, e dall’uso delle scene-proiezioni di Gianluca Amodio e dei costumi di Mariano Tufan, che generano un’atmosfera gotica e opprimente per un Riccardo gigantesco, fuori scala rispetto agli altri attori, costretto a chinarsi per potersi specchiare, per passare da una porta, o per guardare qualcuno negli occhi. Insieme eroe e antieroe, manipolatore del destino altrui e del proprio, cattivo assoluto senza attenuanti, ma dotato di fascino e humour irresistibili.
RIII – RICCARDO TERZO
25 marzo | 6 aprile .14
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Orari spettacolo: martedì, mercoledì e venerdì ore 21 I giovedì e domenica ore 17 I sabato ore 19
Durata spettacolo: 2 ore e 30 minuti con intervallo