Un grande omaggio a una grande poetessa, non di quella grandezza austera, ma di quella grandiosità spiccia e fine insita nell’arte e nelle piccolezze della vita quotidiana, il cui odore di follia profuma anche di saggezza. Un’amica in attesa e Alda che ormai non arriva, ma bisogna aspettarla e continuare a parlarne, perché “il foglio bianco è violento”, violento di silenzio come il bar Charlie vuoto. E allora va riempito di piccole storie e di piccole persone, di piccoli pensieri e di un amore enorme, di una piccola tendenza all’universale. Un anelito verso l’infinito che trova la sua spiegazione nelle stesse parole di Alda: “in mezzo a tutto questo amore o ci si ammala, o si guarisce.” Le mani grandi per scrivere e fumare, e due occhi pieni, per guardare e per dormire. Ma malattia e cura talvolta coincidono; “i poeti non si redimono mai” perché esprimono la vera natura: non possono redimersi, perché di colpe non ne hanno. E così la poesia è salvezza e condanna, poiché conosce l’importanza della polvere, sa percepire e racchiudere in sé il senso profondo del mondo, questa è la sua sublime maledizione.Una scena semplice, visionaria e un po’ in disordine, in perfetta consonanza con lo stile delle satire del Naviglio, guidata da Fabrizio Visconti ed accompagnata dalle musiche dal vivo di Marco Pagani, e da un’interpretazione, da parte di Rossella Rapisarda, così sentita da suscitare gratitudine.