È stato presentato oggi a Roma il 67° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza “Il viaggio al di qua del confine”, in programma dal 17 settembre al 26 ottobre prossimi. La direzione artistica del Ciclo di Spettacoli Classici è stata affidata ad Emma Dante, presente all’incontro, con il Vicesindaco e Assessore alla Crescita del Comune di Vicenza Jacopo Bulgarini d’Elci e con il Presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza Flavio Albanese.
La regista siciliana, ospite due anni fa di Eimuntas Nekrosius, allora direttore artistico degli Spettacoli Classici all’Olimpico, non aveva nascosto lo stupore e la meraviglia di trovarsi a fare i conti per la sua “Medea” con uno dei luoghi di spettacolo tra i più famosi del mondo, protetto dall’Unesco per la sua stupefacente architettura palladiana e sede di uno dei più antichi cicli teatrali classici.Ora che prende il testimone per questa avventura, alla meraviglia si aggiunge la sfida. “Ho sempre avuto una particolare predisposizione – dice infatti l’artista –alla disubbidienza, soprattutto quando mi misuro con qualcosa di maiuscolo. Io minuscola, davanti all’opera d’arte che è il teatro Olimpico, invece di avere paura, mi faccio prendere da una specie d’incoscienza e azzardo il gioco che mi porta a dialogare con le ombre del passato. Per questo ho accettato l’incarico della direzione del 67° Ciclo di Spettacoli Classici … per la sfida di mettermi a tu per tu con la maestosità della storia e dell’antica e solida presenza di un’eco lontana”. La rivisitazione dei testi classici, e dei valori culturali di cui essi si fanno portatori anche nel mondo contemporaneo, rappresenta infatti un cardine del teatro di Emma Dante che in molti suoi spettacoli, spesso in dialetto siciliano, inserisce elementi, situazioni e personaggi archetipici.
La suggestione che dà il titolo al suo progetto “Il viaggio al di qua del confine” è nata proprio due anni fa, “entrando per le prove tra le prospettive scenografiche dello Scamozzi. Le sette vie della città di Tebe, mai rimosse dal palcoscenico del teatro Olimpico dal 1585, si possono guardare ma non percorrere. Le strutture di legno e stucco, malgrado pericoli d’incendio e bombardamenti bellici, si sono miracolosamente conservate fino ai giorni nostri, dandoci la straordinaria possibilità di continuare a evocare il viaggio nella storia e nella memoria. In quel limite sta il viaggio, in quel confine tra l’aldilà e l’aldiqua, tra ora e fu, si annida l’ipotesi di altri luoghi. Vorrei dare a questa edizione il tema del viaggio al di qua del confine e invogliare gli artisti a stare davanti al regno, avviando la partenza oltre la linea ideale, laddove l’evocazione del viaggio diventa più forte dello spostamento reale da un luogo a un altro”.
Un viaggio che cerca un contatto col sacro e col profano, con Dio e con gli dei, davanti alla strada di Tebe, al di qua del confine, dove risuonano da secoli le nostre domande di esseri mortali e fragili.
IL PROGRAMMA
Il 67° Ciclo di Spettacoli Classici si apre il 17 settembre con la prima assoluta di “Io, Nessuno e Polifemo” di Emma Dante. Il progetto, che narra lo sbarco di Odisseo nella terra degli spaventosi Ciclopi, si rivela l’occasione di uno spiazzante incontro con Polifemo. Che, se in un primo momento atterrisce, lentamente si lascia andare mostrandosi ironico e loquace, un essere pacifico di cui, lui stesso racconta: ”le pecore, i montoni, i capretti non s’hanno mai appauràto …”. Un Polifemo che col tempo, nella solitudine, è diventato pietra, un tutt’uno con la roccia; un’enorme montagna apparentemente senza cuore, ma che intenerisce con i suoi racconti. In scena, oltre alla regista, gli attori Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola, tre danzatrici e la musicista Serena Ganci. Repliche fino al 20 settembre.
Dal 18 al 24 settembre Emma Dante conduce il laboratorio teatrale “Verso Itaca”, che prende forma dall’analisi degli incontri di Odisseo con le figure femminili di Calipso, Nausicaa, Circe, Scilla e Cariddi, Atena, Penelope … Motore del laboratorio, il movimento verso la propria origine, passando dall’esperienza dell’incontro. Per informazioni e chiarimenti: www.tcvi.it/it/classici2014 – infolimpico@tcvi.it – 0444 327393.
Il 26 e 27 settembre va in scena “Ménélas rebétiko rapsodie” di Simon Abkarian. Di origine armena, nato artisticamente al Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine e poi diventato una star del cinema e della televisione francese, Simon Abkarian porta a Vicenza un poema di amore e disinganno che racconta la sofferenza amorosa di Menelao per Elena, la donna che l’ha stregato e gli è stata infedele. Con lui in scena due musicisti greci, Giannis Evangelou alla chitarra e Grigoris Vasilas alla voce e al bouzouki. Un tavolo, tre sedie e una tovaglia che diventa schermo per le parole delle canzoni greche, e l’atmosfera è subito quella di un caffè mediterraneo o balcanico. In Grecia, in Albania, o forse a Salonicco o in Croazia… Lo spettatore è catturato dal mistero del mito e dall’emozione del sentimento puro.
Il 3 e 4 ottobre, nel raffinato gioco prospettico della scenografia di Vincenzo Scamozzi, prendono corpo due figure nate nel 1997 all’interno del “Giulio Cesare” della Socìetas Raffaello Sanzio. Un intervento drammatico dal titolo “Giulio Cesare. Pezzi staccati”: da un lato il personaggio di “…vskij”, allusione a uno dei padri fondatori del teatro occidentale, inserisce una telecamera endoscopica nella propria cavità nasale fino alla glottide, proiettandone l’immagine su uno schermo circolare che visualizza il viaggio a ritroso della voce fino alla soglia delle corde vocali. Dall’altro, un attore laringectomizzato pronuncia l’orazione funebre di Marco Antonio per Giulio Cesare. Due monologhi speculari firmati da Romeo Castellucci, fondatore insieme a Claudia Castellucci e a Chiara Guidi della Socìetas Raffaello Sanzio. Chevalier des Arts et des Lettres, direttore artistico della Biennale Teatro di Venezia nel 2005, Artiste Associé al Festival di Avignone del 2008, artista prescelto per il Tokyo Festival del 2013 e per la Schaubhüne di Berlino dal 2013, ha recentemente ricevuto il Leone D’oro alla carriera, l’ultimo importante riconoscimento del suo lungo percorso artistico.
Tre giorni di grande bellezza, dal 10 al 12 ottobre, con l’incontro tra due patrimoni dell’umanità come il Teatro Olimpico di Andrea Palladio e l’Opera dei Pupi, oggi iscritta tra i patrimoni “orali e immateriali” dell’Umanità dell’Unesco. “La pazzia di Orlando” proposta a Vicenza è la riscrittura di uno dei capitoli più visionari del repertorio dell’Opra, ed è firmata da Mimmo Cuticchio, il più importante erede della tradizione dei cuntisti siciliani, che prosegue il suo percorso di rinnovamento di questa antica arte, aprendosi alla grande scena. L’amore di Angelica e Medoro tra incanti ed incantesimi; l’arrivo di Astolfo sulla luna per recuperare il senno di Orlando … Sono solo alcuni degli ingredienti del favoloso mondo dell’Opra che in questo spettacolo viene messo in scena utilizzando sia la tecnica del cunto, sia la manovra a vista. La musica viene eseguita dal vivo da un ensemble di archi e fiati.
È di questi giorni la conferma della partecipazione al viaggio di Emma Dante del grande regista russo Andrei Konchalovsky con un allestimento dell’Edipo a Colono appositamente studiato per l’Olimpico di Vicenza, in programma il 17 e 18 ottobre. Sarà una trascrizione abbreviata in cui compariranno solo alcuni dei protagonisti della tragedia di Sofocle. Il cast non è ancora chiuso, ma di certo alle coreografie di Ramune Chodorkaite e alla partecipazione dell’attrice Julia Vysotskaya, si aggiungeranno alcuni attori italiani. Dalle note di regia di Konchalovsy si può capire l’ispirazione del progetto: “Un detto dice che per chi pensa, la vita è una commedia, e per chi sente, la vita è una tragedia. Io vorrei cercare di capire tramite la risata in quale momento la vita diventa una tragedia”… Il circo, l’orrore, la morte, il cielo è la formula che mi ispira, nell’ennesimo tentativo di penetrare il segreto della natura umana”.
Il 22 e 23 ottobre torna a Vicenza lo spettacolo-concerto ideato da Emma Dante due anni fa a Vicenza durante la direzione artistica di Eimuntas Nekrosius. La sua celebre Medea del 2004 viene riproposta per il Teatro Olimpico senza orpelli né scenografie; una sfida interessante per una regista normalmente abituata a forgiare lo spazio scenico. Gli attori sono accompagnati dalle canzoni e dalla musica dei fratelli Mancuso, che lo scorso anno hanno composto per Emma Dante la colonna sonora del suo film “Via Castellana Bandiera”, presentato a Venezia. In “Verso Medea” vengono ripercorsi gli episodi salienti del dramma antico ambientandolo però nei rioni popolari di Palermo. Comico e tragico si mescolano fin dalla caratterizzazione di alcuni personaggi, un Giasone grossolano e rozzo e un coro di donne del quartiere della Vucciria (interpretato da maschi, come nelle tragedie antiche).
Molto atteso è anche il nuovo lavoro della compagnia veronese Babilonia Teatri, che chiude il 25 e 26 ottobre il 67° Ciclo di Spettacoli Classici all’Olimpico. Dopo la fiaba di “Pinocchio” e la storia di “Lolita” i loro due ultimi spettacoli, ecco la storia più nota, più pop, come la definiscono gli autori. “Jesus” è uno spettacolo sulla figura di Gesù, liberamente tratto dai Vangeli. Un viaggio all’origine della nostra religione per capire dove nasce il bisogno di credere. Per confrontarci con l’inquietudine che c’è in ognuno di noi, col bisogno di dare un ordine al caos e di trovare delle risposte. Credere è la possibilità di trovare un contatto col sacro, o è la sua negazione? E’ un tramite per entrare in contatto col divino, o risponde alla necessità di conoscere quale sia il nostro ruolo nel mondo? Dice Valeria Raimondi, autrice dello spettacolo insieme a Enrico Castellani: “Gesù mi ha consolato, mi ha coccolato, mi ha tenuto calma e serena; anche lui ha sofferto, ha vissuto, ha lottato e poi alla fine anche lui è morto. Ma con happy end. Morto e risorto. Non mi devo preoccupare, non devo aver paura, tutto si sistemerà, saremo di nuovo tutti insieme un giorno. Per una vita vera. Al di là delle nuvole”.
Sede degli spettacoli
Teatro Olimpico
Piazza Matteotti, 3 – Vicenza
Informazioni sugli spettacoli e prevendita biglietti
I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Comunale, sul sito www.tcvi.it <http://www.tcvi.it/> e in tutte le filiali della Banca Popolare di Vicenza. La Biglietteria del Teatro è aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15 fino al 21 giugno. Dal 1 aprile i biglietti sono in vendita anche alla Biglietteria Museo del Teatro Olimpico (ogni giorno dalle 9 alle 17, chiuso il lunedì); su www.vivaticket.it <http://www.vivaticket.it> ; telefonando al call center 892.234 <tel:892.234> e nei punti vendita e App Vivaticket.
Il prezzo dei biglietti è di 28,00 euro (intero), 24,00 euro (ridotto over 65), 15,00 euro (ridotto under 30). Per la performance “Giulio Cesare. Pezzi staccati” (3-4/10) il prezzo dei biglietti è di 10,60 euro (intero) e 8,00 euro (ridotto over 65 e under 30).
Riduzioni
abbonati TCVI, abbonati teatri Vi.Vi.
abbonati altri teatri di Vicenza
studenti (scuole, istituti superiori, università)
*acquisto 2 spettacoli: sconto 10%
*acquisto 3 o più spettacoli: sconto 20%
*eccetto la performance “Giulio Cesare. Pezzi staccati”