Mentre in Sala Santa Cecilia si affollavano generazioni di politici, attori, vip e il governo Renzi quasi al completo per l’anteprima della pellicola C’era una volta Berlinguer, pochi metri più in là, in Sala Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, l’atmosfera era fervente per la presentazione del nuovo disco The Golden Circle (una produzione Jando Music|Via Veneto Jazz), un cerchio dorato immaginario che riunisce quattro straordinari jazzisti italiani, Rosario Giuliani (al sax alto), Fabrizio Bosso (alla tromba), Enzo Pietropaoli (al contrabbasso), Marcello di Leonardo (alla batteria) per un grande tributo al grande Ornette Coleman e alla sua musica.
Il disco, e la presentazione live nella prestigiosa cornice dell’Auditorium, nasce come tributo alla storica esibizione di Coleman che il 3 e il 4 dicembre 1965, dopo una lunga assenza, torna sulle scene per due esecuzioni live al Golden Circle, locale jazz di Stoccolma e registra un doppio album live (At the Golden Circle Stockholm) che entrerà nella storia del jazz. Un concerto coinvolgente in cui il quartetto, formato da quattro grandi solisti, si è posto al servizio della musica di Coleman cogliendone le sfumature e tutta la modernità a distanza di oltre 50 anni.
Fra celebri brani di Coleman, come Chronology, Peace o Lonely Woman richiamate a gran voce dal pubblico, si alternano anche tre brani originali che arrichiscono il disco, For Ed Blackwell di Enzo Pietropaoli, The Golden Circle di Rosario Giuliani e Caffeine di Marcello Di Leonardo: il risultato di questo strepitoso live è al testo nostalgico, ma sperimentale dato che i musicisti riescono non solo a citare la rivoluzione musicale di Coleman, ma senza imitarlo pedissequamente, ma anche di filtrarla attraverso la loro reinterpretazione il loro talento arricchito dalle proprie esperienze musicali. Bravissimi come sempre i musicisti, protagonisti di spicco del jazz nazionale e internazionale, a reinterpretare con uno stile nuovo proprio la musica di Coleman attraverso la propria spiccata sensibilità. Fra gli applausi di un pubblico gaudente.