di Pier Paolo Pasolini
regia Lorenzo Loris
con Roberto Trifirò (Padre), Annina Pedrini (Madre), Sara Marconi (Ragazza), Alberto Patriarca (Figlio), Monica Bonomi (Negromante)
e con la partecipazione di Umberto Ceriani (Ombra di Sofocle)
scene Daniela Gardinazzi
costumi Nicoletta Ceccolini
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
luci e video Luca Siola
produzione Teatro Out Off
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AFFABULAZIONE è inserito nel programma di “Primavera di Milano” www.primaveradimilano.it
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Il Teatro Out Off di Milano affronta per la terza volta Pier Paolo Pasolini. La prima fu nel 1990 con “Orgia” per la regia di Antonio Syxty che vedeva come protagonista maschile proprio Lorenzo Loris che in questa stagione metterà in scena un’altra tragedia del grande poeta di Casarsa, “Affabulazione”. La seconda volta è stato invece nel 2001 con “Pilade” per la regia di Antonio Latella. Due momenti importanti che hanno scandito la storia dell’out off e che hanno rappresentato il passaggio a due differenti fasi della struttura teatrale: affrontare la contemporaneità attraverso la scrittura dei grandi autori per esprimere la complessità e la forza del presente, rafforzare l’impegno produttivo dandosi obiettivi di ampio respiro artistico e di coinvolgimento del pubblico in vista del necessario trasferimento alla nuova e più impegnativa sede avvenuto poi nel 2004. “Affabulazione” vuole essere un ulteriore passaggio a una fase più matura, dove il percorso registico di Lorenzo Loris, dopo aver attraversato tutta la più saliente drammaturgia del Novecento e contemporanea, trova il suo coronamento negli ultimi anni con le messe in scena di Gadda e Testori, preludio necessario per approdare quest’anno a Pasolini.
“Affabulazione”, forse il più noto tra i drammi in versi di Pasolini, è composto da otto episodi racchiusi tra un prologo e un epilogo. La storia narra di un Padre che, durante un sogno angoscioso, si affaccia su un precipizio nel quale è destinata a finire una famiglia vissuta fino a quel momento nella tranquilla quiete di una stabilità borghese. Il Padre, un industriale milanese, prova un’inattesa e lacerante attrazione per il Figlio. Ma il Figlio gli si sottrae, gli si ribella. Il Padre provoca il Figlio, vuole farsi scoprire da lui mentre si congiunge con la Madre e alla fine, non riuscendo nel suo intento, lo accoglie al suo rientro nudo implorandolo di mostrargli il suo sesso. Il Figlio inorridito fugge. Il Commissario riporta il ragazzo a casa e il Padre riconoscendo il suo errore invita il figlio a ucciderlo. Il figlio scappa nuovamente dopo averlo ferito. Questa volta compare l’Ombra di Sofocle che era apparsa nel prologo. L’Ombra spiega all’uomo che il mistero del figlio non va risolto ma conosciuto. il Padre allora cerca il ragazzo, e trova invece la sua Ragazza alla quale chiede di poter assistere, spiando dal buco della serratura, a un loro incontro d’amore. Dopo aver assistito alla loro unione carnale il Padre arriva alla conclusione di dover uccidere il Figlio.
Lo ritroviamo vent’anni dopo vagabondo e mendicante su un vagone abbandonato interrogarsi sul mistero della sua esistenza. Il vecchio racconta a un compagno di sventura la sua colpa e successivamente il suicidio della moglie e gli anni di prigione.
Personaggio chiave della tragedia è l’Ombra di Sofocle che ci riporta ai riferimenti che troviamo nel testo all’”Edipo re” e soprattutto a “Le Trachinie”. Qui Pasolini mette in scena il ribaltamento di Eracle che da invincibile eroe si riduce a uomo in agonia. Un ribaltamento che in “Affabulazione” si fa più intenso per la presenza del figlio al quale il padre, nel quinto episodio, si rivolge per chiedergli la morte.
Attraverso il personaggio dell’Ombra di Sofocle, riprendendo le riflessioni meta teatrali di “Orgia”, Pasolini ripropone la propria idea di teatro come imitazione della realtà attraverso la realtà. Per Pasolini è necessario che la società borghese, destinataria dello spettacolo, veda teatralmente la realtà evocata dalla parola. La tragedia sta nel mettere in azione la parola. La parola a teatro non è sufficiente in lettura, il teatro impone un’evocazione dei corpi. Corpo e parola rappresentano l’unità del teatro. L’Ombra di Sofocle espone la teoria pasoliniana della rappresentazione teatrale e invita il Padre ad affrontare il problema con il Figlio vedendo quest’ultimo come se fosse su un palcoscenico. Così, come nella rappresentazione messa in atto da Amleto per smascherare Claudio e Gertrude, in “Affabulazione” il Padre è invitato a ad assistere a una realtà che coincide con la rappresentazione.
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INCONTRI SU PASOLINI AL TEATRO OUT OFF
7, 13, 20, 27 maggio, ore 20.45 – spettacolo a seguire
7 maggio – Oliviero Ponte di Pino – “Pasolini e il teatro”
Scrittore, critico, profondo conoscitore del teatro, Oliviero Ponte di Pino è stato tra gli storici collaboratori della Ubu Libri e del Patologo che continua ad animare con l’associazione Ubu per Franco Quadri, inoltre è stato per molti anni direttore editoriale della Garzanti. Oggi è docente di letteratura e filosofia del Teatro a Brera e insegna all’Università di Roma 3 editoria libraia . Il suo sito www.ateatro.it è punto di riferimento di artisti e operatori dello spettacolo da cui ha lanciato le “buone pratiche” manifestazione che da dieci anni raccoglie le esperienze positive del mondo teatrale. E’ autore delle prefazioni ai due volumi del “Teatro” di Pasolini pubblicate da Garzanti.
13 maggio – Franco Buffoni – “Pasolini e la poesia”
Franco Buffoni ha pubblicato Suora carmelitana (Guanda 1997), Il profilo del Rosa (Mondadori 2000), Guerra (Mondadori 2005). La sua opera poetica è raccolta nell’Oscar Poesie 1975-2012. E’ autore dei romanzi Il servo di Byron (Fazi 2012) e La casa di via Palestro (Marcos y Marcos 2014). Dirige il semestrale di teoria e pratica della traduzione letteraria Testo a fronte e cura I Quaderni italiani di poesia contemporanea. www.francobuffoni.it
20 maggio – Maurizio Porro – “Pasolini e il cinema”
Giornalista, scrittore, drammaturgo, appassionato di teatro e musical da lungo tempo è critico cinematografico del Corriere della Sera. Collaboratore di numerose testate specializzate è autore di diversi libri e monografie tra cui “Joseph Losey”, “Alberto Sordi”, “Alida Valli”, “ Il meglio di Aldo Giovanni e Giacomo”, “ Melò”, “Il cinema vuol dire”, “Fine del primo tempo”.
E’ docente di Storia della Critica dello Spettacolo all’Università di Milano.
27 maggio – Bruno Pischedda – “Pasolini e gli scritti corsari”
Bruno Pischedda insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi di Milano. Tra i suoi studi maggiori: “Due modernità. Le pagine culturali dell’Unità: 1945-1956” (Franco Angeli 1995); “La grande sera del mondo. Romanzi apocalittici nell’Italia del benessere” (Aragno 2004), in cui si esaminano i riflessi pessimistici nelle opere di Satta, Morante, Pasolini, Morselli, Volponi, Cassola, Virgili. Ha pubblicato due romanzi: “Com’è grande la città” (Marco Tropea 1996) e “Carùga blues” (Casagrande 2004). E’ stato direttore del periodico “Linea d’ombra”. Dopo un breve periodo presso “Il Corriere della Sera”, dal 2009 collabora con l’inserto domenicale del “Sole 24 ore”. E’ del 2011 un suo studio dal titolo: “Scrittori polemisti. Pasolini, Sciascia, Arbasino, Testori, Eco” (Bollati Boringhieri).
23 maggio ore 18:00
Sala Spazio Eventi – Mondadori Multicenter – Piazza Duomo
INCONTRI CON I PROTAGONISTI
Il regista Lorenzo Loris e la compagnia incontrano il pubblico
a cura di Comune di Milano Settore Spettacolo e Mondadori
NOTE PER AFFABULAZIONE
Uno dei temi più misteriosi del teatro greco antico è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. Le generazioni del dopoguerra, e anche quelle più giovani, che hanno finito per ereditare un trentennio di amministrazione politica scellerata, hanno vissuto un’esperienza che rende loro finalmente e tragicamente comprensibile questa affermazione – che pareva così ciecamente irrazionale e crudele – del coro democratico dell’antica Atene.
I figli che non si liberano delle colpe dei padri sono infelici. E non c’è segno più decisivo e imperdonabile dell’infelicità.
Affabulazione rovescia il mito di Edipo in quello di Crono e tratta appunto del rapporto padre e figlio.
Un tema che affonda le radici, da un punto di vista psicoanalitico, nel vissuto di Pasolini, che così si esprime in un’ intervista: “ Ultimamente mentre scrivevo Affabulazione, una pièce che tratta, come Teorema o Edipo re, dei rapporti fra genitori e figli (nella fattispecie di un rapporto “particolare” tra un padre e un figlio ) mi sono reso conto che tutta questa vita emozionale ed erotica che facevo dipendere dal mio odio avrebbe potuto benissimo spiegarsi, anzitutto, con l’amore per mio padre: un amore che deve risalire ai miei primi due o tre anni, senza che possa dare ulteriori precisazioni su questo periodo.”
Nelle Lettere Luterane Pasolini si rivolge ad un immaginario ragazzo napoletano di nome Gennariello. E lo conduce amorevolmente per mano attraverso i meandri difficili e impervi della crescita. Lo avverte che i primi ricordi che abbiamo della nostra vita sono “visivi” e che le cose che ci circondano sono importanti. Tutti noi abbiamo nella mente un’immagine che è: o la prima o tra le prime della nostra vita e che quell’immagine è un segno linguistico.
La prima immagine che Pasolini ha della propria vita è: una tenda bianca trasparente, che pende immobile da una finestra che dà su un vicolo piuttosto triste e scuro. Quella tenda lo terrorizza e lo angoscia non come qualcosa di minaccioso e sgradevole ma come qualcosa di cosmico.
“Ho creduto che tutto il mondo fosse quello che quella tenda mi insegnava” scrive Pasolini.
Ho provato a unire il tema di Affabulazione con questo suo ricordo primario e ho immaginato di osservare l’universo poetico di questa storia, come se mi trovassi alle spalle di Pasolini, dietro quella finestra, e lo spiassi mentre guarda con occhio intimorito e profetico verso il suo futuro. Nella presentazione dello spettacolo, ho pensato di dare particolare rilievo al periodo storico che inizia con il ’66, l’anno in cui Pasolini fu ricoverato in ospedale e vi rimase diversi giorni scrivendo di getto tutti i suoi testi teatrali, e il ’75, l’anno in cui ci lasciò orfani del suo altissimo ingegno.
Quando fu isolato da gran parte dell’intellighenzia borghese di allora, in una solitudine credo, che per un uomo coraggioso e straordinariamente sensibile come lui, deve essere stata terribilmente amara, una solitudine che certamente non meritava.
Durante quegli anni, quell’arco di tempo, il tema padre-figlio è ritornato spesso nella vita del nostro grande autore ed è stato un tema cardine anche della nostra vita polico-sociale che ha caratterizzato il ’68 e gli anni seguenti. Quelli infatti della cosiddetta “strategia della tensione” dove esplosero violenti dissidi fra padri e figli, soprattutto all’interno delle famiglie borghesi. In cui i giovani di allora arrivarono molto spesso a compiere gesti radicali e estremi, spesso in antitesi con le scelte sociali, culturali e politiche dei loro padri.
In Affabulazione un ricco industriale milanese, durante un riposo pomeridiano, si risveglia da un incubo angoscioso e si ritrova “estraneo” alla propria casa e ai propri affetti. Cerca di conoscere l’universo del proprio figlio che costantemente gli sfugge ma l’indifferenza del figlio genera in lui una curiosità morbosa che lo spinge ad un’ irrazionale bramosia di possesso che lo condurrà a una fine tragica. Chiudendo così solo apparentemente il cerchio di una storia che in realtà, appena termina, è pronta a cominciare da capo e, come in una sorta di Finale di partita, a perpetuare nuovamente il tema irrisolto delle colpe dei padri che ricadono sui propri figli senza riuscire a darne una definitiva risposta.
Il personaggio dell’Ombra di Sofocle viene in soccorso al protagonista e lo aiuta a comprendere meglio le intenzioni dell’autore facendo da tramite tra questa tragedia contemporanea e il teatro greco antico che Pasolini tanto adorava. Giunto al capezzale del Padre gli suggerisce che il suo rapporto con il figlio che lui cerca ostinatamente di risolvere come fosse un enigma in realtà non troverà mai una soluzione perché non è un enigma ma un “mistero”.
Ecco, questo è l’aspetto insondabile dell’opera di Pasolini che ho cercato di scandagliare, calandomi in quel terribile contesto storico e avvicinandomi, per quanto ho potuto, ad un linguaggio poetico densissimo, perché Pasolini era prima di tutto un poeta che utilizzava immagini e metafore, per raccontare il cambiamento della società italiana.
Lorenzo Loris
INFORMAZIONI
Prenotel 0234532140 lunedì ore 10 > 18 e martedì > venerdì ore 10 > 20
Ritiro biglietti Uffici via Principe Eugenio 22. Lunedì > venerdì ore 11 > 13;
Botteghino del teatro, via Mac Mahon 16, nei giorni di spettacolo, un’ora prima dell’inizio;
il sabato ore 11 > 13 e 16 > 22
Abbonamento Outoffcard Intero 60 Euro 6 spettacoli a scelta Under 25 54 Euro; over 65 42 Euro
acquista online direttamente dal nostro sito www.teatrooutoff.it powered by
AFFABULAZIONE è inserito all’interno della programmazione di Primavera di Milano. Info: www.primaveradimilano.it
Intero 18 Euro – costo prevendita e prenotazione 1,50/1,00 Euro
Riduzione 12 Euro under 25 ; 9 Euro over 65
Convenzione con il Comune di Milano
Orari spettacoli da martedì a sabato ore 20.45; domenica ore 16.00
trasporti pubblici tram 12-14 bus 78 Accesso disabili con aiuto
Teatro Out Off 20155 Milano via Mac Mahon 16
Uffici via Principe Eugenio 22 telefono 02.34532140
info@teatrooutoff.it; www.teatrooutoff.it
Bistrot del teatro tel. 0239436960.