Le atmosfere raccolte e idealmente fumose del Teatro Lo Spazio a Roma sono l’ideale per ospitare Chiedo scusa al Sig, Gaber, lo spettacolo di Enzo Iacchetti che s’inserisce alla perfezione nel solco della gloriosa tradizione del teatro canzone e che approda finalmente per la prima volta nella Capitale.
Ma perché mai poi Iacchetti dovrebbe chiedere scusa al signor Giorgio Gaber, suo amico e suo mentore?
Le scuse in realtà appaiono del tutto pretestuose perché lo show (ebbene sì, raccolto, ma pur sempre uno show) di Iacchetti scorre via velocemente e inesorabilmente, rendendo un caloroso omaggio, mai pedissequo, mai sterile, ma sempre esilarante, giocoso e gioioso, al signor G. proprio in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.
Iacchetti, complice la Witz Orchestra e il maestro Marcello Franzoso al pianoforte rielabora in modo sfrontato e personalissimo alcuni dei maggiori successi di Gaber dei meravigliosi Anni Sessanta (e c’è anche il cd a fine serata, terzo album di Iacchetti), ma Torpedo blu a Barbera e Champagne a Porta Romana, contaminandoli, sporcandoli con fantasiosa irriverenza con pezzi di Jannacci o di Zucchero. Il risultato?
Due ore di spettacolo-omaggio trascinante che alterna sapientemente la musica ai sagaci monologhi scritti da Enzo Iacchetti e Giorgio Centamore che ironizzano crudelmente sulla società senza risparmiare nulla o nessuno (si passa dalla cronaca nera alla consapevolezza dell’inutilità della presenza televisiva di molti presenzialisti del piccolo schermo) raccogliendo ampi consenso del pubblico in sala che ride, scherza e risponde senza mai sottrarsi alle sollecitazioni di Iacchetti, non solo brioso cantante, ma vero showman della serata.
Le sculture colorate e luminose di Marco Lodola creano un vistoso contrasto visivo con l’immaginario collettivo della tv in bianco e nero degli Anni Sessanta a vivacizzare uno spettacolo-omaggio che secondo Enzo Iacchetti nasce con il duplice obiettivo di “far sì che chi conosce Gaber non lo dimentichi mai, e chi non lo conosce possa sapere quanto fosse bravo, inimitabile e irraggiungibile”. Un duplice obiettivo che è stato perfettamente colto nel segno. Vedere e sentire per credere.
Chiedo scusa al sig.Gaber è in scena al Teatro Lo Spazio a San Giovanni, Roma, fino al 27 aprile.