Dal teatro al cinema, al teatro: è questo più o meno il percorso de La scuola di Daniele Luchetti che ha debuttato con successo in prima nazionale il 3 aprile al Teatro Ambra Jovinelli di Roma portando in scena parte dello stesso cast cinematografico guidato da Silvio Orlando.
La scuola infatti è la fedele trasposizione teatrale dell’omonimo film di Luchetti girato nel 1995, ma in realtà la pellicola altro non era a sua volta che la versione cinematografica, e riuscitissima (vedere per credere anche a distanza di anni) dello spettacolo Sottobanco (del 1992) interpretato da Silvio Orlando e basato sulle esperienze letterarie di Domenico Starnone. Per Luchetti riportare in teatro lo spettacolo è stata una scommessa vinta, coinvolgendo parte dello stesso cast di attori del film insieme ad altre new entries ad affollare i ricordi e la memoria del pubblico.
A dimostrazione che di tanto in tanto funziona anche la trasposizione cinematografica di un successo teatrale. A distanza di 20 tutto, o quasi sembra essere rimasto inalterato, se non addirittura peggiorato. La scuola e il percorso scolastico sono diventati una giungla: gli alunni sono rimasti gli stessi, svogliati, secchioni, solidali fra di loro, e il corpo docente è ancora alle prese con i propri problemi, non solo professionali, ma anche privati.
“Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera; fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico – dice Silvio Orlando – A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo poi”. Purtroppo poco è cambiato, se non addirittura in peggio, ma la commedia fotografa con assoluta attualità il sistema scolastico di 20 anni fa che potrebbe essere quello attuale, alla deriva, concentrandosi su un microcosmo di professori e professoresse che oltre a ricoprire un ruolo sono anche uomini e donne alle prese con la vita e con tutto quello che ne comporta fra sentimenti e frustrazioni. La storia si svolge durante gli scrutini estivi della classe IV D di un istituto di ragioneria: un gruppo di insegnanti, estremamente eterogeneo per formazione, sensibilità e cultura, deve decidere il futuro dei loro studenti.
C’è chi è ancora idealista, trasportato dall’amore per l’insegnamento e i ragazzi, come i brillanti e teneri insegnanti interpretati da Marina Massironi, nel ruolo della Baccalauro e da Silvio Orlando nel ruolo del professor Vivaldi, c’è chi subisce le frustrazioni professionali (Roberto Nobile nei panni dell’insegnante di francese Mortillaro), chi ha un debole per il gentil sesso ed è alle prese con un doppio lavoro (Antonio Petrocelli nel ruolo di Cirrotta), chi è attento alle spese per la baby sitter (Maria Laura Rondanini nel ruolo dell’insegnante di storia dell’arte), ma tutti sono alle prese con i pettegolezzi e con l’ignoranza di un preside (Roberto Citran) incapace anche di distinguere perfino La Metamorfosi di Kafka dalla Mosca di Cronenberg.
Ambientato nella palestra fatiscente di una scuola che ospita gli scrutini, la commedia diretta da Luchetti porta in scena una serie di personaggi paradossali perfettamente caratterizzati da ciascun attore collocando al centro della vicenda, la tenera storia fra due anime sensibili e idealiste. Una commedia da vedere e da gustare, fra aneddoti e risate, momenti grotteschi e surreali. E dopo lo spettacolo vi verrà certamente voglia anche di rivedere il film. Dopo la prima nazionale del 3 aprile, lo spettacolo resta in scena fino al 13 aprile al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.