La Tempesta è una delle più famose opere di Shakespeare, per una serie di motivi fra cui la considerazione di essere il testamento dell’autore.
È un testo ricco di concetti e di rimandi, mai del tutto compreso.
Una sorta di affresco del suo periodo storico che si porta dietro un alone di mistero.
La messa in scena di Valerio Binasco, alle Fonderie Limone di Moncalieri, è originale ed interessante, sia per una scenografia scarna con un uso di oggetti che di volta in volta cambiano significato e sia per un personaggio essenziale: Ariel, il folletto/spirito che fa di questa opera qualcosa di unico nel suo genere.
La scelta della regia è stata quella di creare una sorta di Totò, stralunato ed allampanato che si muove con difficoltà e che appare avanti con gli anni, poeticamente efficace.
Gli fa da contraltare un Calipano giovane e prestante, con una smorfia facciale artificiosa abbastanza coerente con le altre messe in scena finora viste.
Da segnalare anche il gruppo della nave, c’è un rimando a temi di attualità come la connessione politica-camorra nel loro parlare ed agire.
È il primo spettacolo della Popular Shakespeare Company, ma decisamente valido, e tutti i dodici componenti sono stati all’altezza del ruolo loro affidato.
LA TEMPESTA di William Shakespeare
Regia di VALERIO BINASCO
Spettacolo della Popular Shakespeare Kompany,
con (in o.a.): Alberto Astorri, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, , Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz Ozdogan, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinati
musiche dal vivo Gianluca Viola
musiche originali Arturo Annecchino
scene Carlo de Marino
disegno luci Fabio Bozzetta
costumi Sandra Cardini
Produzione Veronica Mona con Oblomov Films e il Teatro Metastasio Stabile della Toscana