In quasi quarant’anni di attività, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese ha raggiunto, secondo il suo mandato istituzionale e statutario, quasi tutti i comuni abruzzesi espandendo il suo impegno anche in altre realtà dell’Italia Centrale, ma ha anche lavorato a costituire un complesso che potesse essere inserito nei cartelloni delle maggiori città italiane e per le più prestigiose istituzioni musicali. Tra le tante l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, il Teatro alla Scala a Milano e il Teatro Grande a Brescia.
Le programmazioni dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, che spaziano dal tradizionale repertorio sinfonico alla musica contemporanea, fino a toccare generi di contaminazione e nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo podio direttori importanti (tra cui Riccardo Muti, Carlo Zecchi, Donato Renzetti, Massimo De Bernard, Carlo Goldstein e molti altri). Con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese si sono esibiti artisti internazionali quali Vladimir Ashkenazy, Katia Ricciarelli, Milva, Placido Domingo, Andrea Bocelli, Uto Ughi.
L’Orchestra Sinfonica Abruzzese ha inciso per numerose importanti case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon, Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed ha registrato per la RAI – Radio Televisione Italiana numerose volte, comprendendo nei programmi prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi compositori contemporanei.
L’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese
La nascita dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese nel 1970 si caratterizzò come elemento prioritario di un vasto progetto ideato da Nino Carloni nel 1946 che intendeva realizzare all’Aquila un centro di cultura musicale nel quale la produzione, la distribuzione, la didattica della musica realizzasse un punto di riferimento per l’intera regione allargandosi poi alle realtà limitrofe fino ad un incontro e a un confronto nel livello nazionale ed internazionale.
L’Istituzione Sinfonica Abruzzese (abbreviata in ISA), dopo alcuni anni preparatori fece debuttare la sua Orchestra nel 1974 dando al progetto di Carloni quella compiutezza cui avevano partecipato in precedenza la creazione di altre importanti istituzioni, la nascita del Conservatorio “A. Casella”, l’istituzione di una cattedra di storia della musica presso l’Università dell’Aquila.
L’ISA, che è una delle tredici Istituzioni Concertistico-Orchestrali Italiane (abbreviata ICO) riconosciute dallo Stato, attraverso la sua Orchestra ha aperto all’Abruzzo il repertorio sinfonico in anni in cui a quelle latitudini era possibile ascoltare soltanto orchestre d’importazione, nello stesso tempo costituendo un qualificato sbocco professionale per le generazione di strumentisti che venivano formandosi nei Conservatori abruzzesi.
In quasi quarant’anni di attività, l’Orchestra ha raggiunto, secondo il suo mandato istituzionale e statutario, quasi tutti i comuni abruzzesi espandendo il suo impegno anche in altre realtà dell’Italia Centrale, ma ha anche lavorato a costituire un complesso che potesse essere inserito nei cartelloni delle maggiori città italiane e per le più importanti istituzioni musicali (Roma all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Milano al Teatro alla Scala, Brescia al Teatro Grande e per brevità ricordando solo alcune delle città: a Napoli, Vicenza, Trieste, Palermo, Catania, Messina, Reggio Calabria, Terni, Ascoli Piceno).
Una presenza altrettanto significativa l’orchestra dell’ISA può vantare in numerose tournée in Spagna e Francia. Le sue programmazioni, che spaziano dal tradizionale repertorio sinfonico alla musica contemporanea, fino a toccare generi di contaminazione e nuovi linguaggi musicali, hanno visto sul suo podio direttori importanti come Riccardo Muti, Carlo Zecchi, Gianluigi Gelmetti, Bruno Aprea, Piero Bellugi, Donato Renzetti, Massimo Freccia, Nino Antonellini, Philippe Bender, Mario Gusella, Renè Klopfestein, Massimo De Bernard, Alvise Casellati, Roberto Molinelli, Carlo Goldstein e molti altri. Come si sono esibiti con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese artisti del valore internazionale di VladimirAshkenazy, Barbara Hendriks, Katia Ricciarelli, Milva, Renato Bruson, Placido Domingo, Carmela Remigio, Andrea Bocelli, Ivo Pogorelich, Salvatore Accardo, Uto Ughi, Ilya Grubert, Milan Turcovic, Maurice André, Hermann Baumann, Danilo Rossi Nina Belina, Severino Gazzelloni, Enrico Rava, Rudolf Firkusny, Leonid Kogan, Pierre Amoyal,Bernard Soustrot, Paul Tortellier, Gabriel Tachinò, Stefano Grondona, Massimiliano Damerini, Michele Campanella, Bruno Canino, Maria Tipo, Jorge Demus, Mario Brunello, Sylvano Bussotti, Boris Petruschansky, Massimo Quarta, Pavel Berman, Luigi Piovano. Dopo alcuni esperimenti degli anni 80 dal 2010 L’Istituzione Sinfonica Abruzzese ha dato la sua collaborazione artistica, con la propria orchestra, alle produzioni di Fondazioni all’Opera della Fondazione Tercas di Teramo e alle stagioni del Teatro Marrucino di Chieti.
L’Orchestra ha inciso per numerose importanti case discografiche (BMG Ariola, Amadeus-Paragon, Arts, Rugginenti, Sonzogno, Bongiovanni) ed ha registrato per la RAI – Radio Televisione Italiana numerose volte, comprendendo nei programmi prime esecuzioni assolute dedicategli da numerosi compositori contemporanei.
Al maestro Vittorio Antonellini, direttore artistico dell’ISA dalla fondazione, succede nell’incarico il maestro Ettore Pellegrino dal gennaio 2011.
Link: sito internet: http://www.sinfonicaabruzzese.it/
Video promo: http://youtu.be/Ci_-KmkUZpo
W.A. MOZART
Sinfonia n. 1 in mi bem. maggiore Kv 16
Molto allegro
Andante
Presto
Concerto in sol maggiore per violino e orchestra KV 216
Allegro
Adagio
Rondeau.Allegro
Violino: Ettore Pellegrino
Serenata n. 7 per orchestra in re maggiore Haffner KV 250
I. Allegro maestoso – Allegro molto
II. Andante
III. Menuetto
IV. Rondeau.Allegro
V. Menuetto galante
VI. Andante
VII. Menuetto
VIII. Adagio – Allegro assai
Direttore: Giancarlo de Lorenzo
NOTE DI SALA
a cura di Francesco Sanvitale
W.A. MOZART
Sinfonia n. 1 in mi bemolle maggiore per orchestra, K 16
Molto Allegro / Andante / Presto
Mozart compose la sua prima Sinfonia K. 16 tra la fine del 1764 e l’inizio del 1765 a Londra, dove il piccolo Wolfgang – ha solo nove anni – stringe amicizia con il figlio di Bach, Johann Christian, stimato come direttore d’opera e sinfonista. Soprannominato “il milanese” per il lungo soggiorno nella città lombarda, Johann Christian prese a modello il tipo di sinfonia all’italiana e specie quella di Sammartini, che era concepita come una forma strumentale in tre brevi movimenti: un adagio racchiuso fra due movimenti, il primo dei quali di respiro abbastanza ampio e l’ultimo modellato su una danza. Questo genere di composizione era una filiazione diretta dell’introduzione strumentale operistica, molto diffusa in Italia sin dal principio del Settecento, e continuò a chiamarsi sinfonia anche durante l’Ottocento, mentre altrove assunse il nome anche di ouverture. Non va dimenticato inoltre che la derivazione operistica aveva conferito alla sinfonia alcuni caratteri tipici: scorrevolezza ritmica e invenzione melodica di scintillante vivacità. Quest’ultimo era forse l’aspetto più rilevante della sinfonia, in quanto per la prima volta veniva trasferita nel campo strumentale la freschezza melodica dell’opera buffa napoletana, ritenuta una esperienza di portata storica nel campo della musica. C’è poi una seconda osservazione da fare, relativa alla destinazione di queste prime sinfonie: esse venivano eseguite in apertura e chiusura di concerti i cui pezzi forti erano costituiti dalla esibizione di solisti, cantanti o strumentisti, conservando così la fisionomia originaria di musica d’introduzione.
Il primo gruppo delle sinfonie di Mozart, così come le prime sinfonie di Haydn – che iniziò a scriverne intorno al 1759, soltanto 5 o 6 anni prima di Mozart – sono concepite secondo questo schema d’impostazione generalmente definito italiano. Ma ben presto in terra tedesca tale modello italiano subisce delle trasformazioni, dettate da una diversa struttura dell’organismo orchestrale. Sia Haydn ad Esterhàzy che Mozart a Mannheim si trovarono di fronte a orchestre di dimensioni più ampie di quelle italiane, fornite di una più evoluta tecnica individuale e di una più severa disciplina di gruppo. Queste orchestre erano quindi in grado di produrre un volume di suono più robusto, di creare contrasti di sonoritàpiù evidenti e un fraseggio più espressivo. Il discorso sinfonico diventava in tal modo più complesso e non era affidato soltanto ad una successione di brillanti trovate melodiche, ma ad una tematica più elaborata e giocata sulla diversità delle modulazioni. In tal modo la forma sinfonica risultava ampliata, sia allungando sensibilmente i singoli movimenti, specie il primo, e sia aggiungendo un quarto tempo, cioè un Minuetto o uno Scherzo, fra l’Adagio e il Finale. Così la Sinfonia non è più semplice introduzione ad una esibizione di solisti, ma diventa il corpus centrale di un programma. L’autografo della Sinfonia in mi bemolle maggiore K. 16 reca sul frontespizio la seguente scritta: “Sinfonia del signor Wolfgang Mozart a Londra”, il che fa immaginare che sia stata composta prima della fine del gennaio del 1765. Essa ha una struttura molto semplice e sin dall’Allegro iniziale, formato da due temi, tutto si svolge con estrema chiarezza nel rapporto tra invenzione e modulazione delle melodie, secondo il gusto strumentale italiano. L’Andante in do minore contiene un solo soggetto, variato dal maggiore al minore, nell’ambito dello stile patetico, ispirato probabilmente ai modelli di Schobert. Va sottolineato, inoltre, il piacevole effetto provocato dalla precisa diversificazione ritmica tra i primi violini e i violoncelli. Il Rondò finale ha un piglio fresco e brillante e non si discosta sostanzialmente dal tipo di scrittura, nel gioco fra piano e forte, usato da Christian Bach, un autore al quale Mozart bambino guardò con particolare ammirazione e devozione.
Concerto per violino n. 3 in sol maggiore, K 216
Allegro / Adagio / Rondò. Allegro
È questo il primo dei cinque concerti per violino, composti a Salisburgo fra l’aprile e il dicembre 1775, che sia entrato stabilmente in repertorio. Porta la data del 12 settembre: tre mesi soltanto lo separano dal Concerto K. 211, rispetto al quale rappresenta un deciso balzo in avanti. Il virtuosismo della parte solistica è abbastanza contenuto, visto che Mozart (pur essendo anche un ottimo violinista) preferiva orientarsi verso la sensibilità e il cantabile di gusto italiano piuttosto che verso il brillante impegno tecnico dello stile francese. Resta comunque predominante la dimensione sinfonica, garanzia in ogni momento di un profondo impegno compositivo. La conclusione dello sviluppo centrale dell’Allegro d’inizio è segnata da alcune battute di recitativo del solista a imitazione dello stile vocale dell’opera italiana coeva. Dopo il primo tempo (dove compare anche un’eco del Re pastore, musicato pochi mesi prima), in luogo del più consueto Andante, Mozart inserisce un Adagio che, per la purezza delle linee melodiche, resta una fra le sue pagine più suggestive; contribuiscono al suo incanto la piccola e cristallina forma di sonata e la sostituzione degli oboi coi flauti. Conclude l’opera un Rondò ricco di umorismo, contraddistinto da imprevedibili cambiamenti di tempo (fra cui un breve Andante in sol minore), di metro e di tonalità.
Serenata n. 7 in re maggiore per orchestra “Haffner”, K1 250 (K6 248b)
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Allegro maestoso
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Andante
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Minuetto – Trio
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Rondò. Allegro
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Minuetto II galante – Trio
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Andante
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Minuetto III – Trio I – Trio II
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Adagio. Allegro assai
Le Serenate, i Divertimenti, le Cassazioni e i pezzi che prendono il nome di musiche notturne sono legati al gusto settecentesco di far musica insieme e riflettono una identica struttura formale in cui si alternano movimenti di danza e passaggi solistici e virtuosistici, riservati ad esecutori bravi e di talento, ma non necessariamente eccezionali. Per questa ragione le Serenate e i Divertimenti per archi e per strumenti a fiato sono musiche di gradevole ascolto, dalla scrittura semplice e lineare e dai segni armonici chiari e precisi, che denotano un classicismo equilibrato e sereno. Si avverte certamente la presenza di uno stile cameristico di solida fattura e di illuministica intelligenza, ma si è ancora lontani dal grande Mozart caratterizzato da una inesauribile forza creativa e da una profonda personalità espressiva.
Il dato rilevante delle Serenate e dei Divertmrenti è la limpidezza e la trasparenza quartettistica del suono e l’omogeneità e la fusione degli impasti strumentali, in ubbidienza alle regole di un discorso musicale accessibile a tutti e senza quei risvolti tragici e quei tormenti spirituali che pur esistono nell’arte mozartiana. Un esempio tra i più riusciti e brillanti di Serenate mozartiane è la cosiddetta «Haffner» in re maggiore composta per le nozze della figlia del borgomastro di Salisburgo, Sigmund Haffner, ricco e munifico commerciante, al quale Mozart dedicherà anche la Sinfonia in re maggiore K. 385 per festeggiare l’ingresso nel circolo della nobiltà di tale personaggio. Questo delizioso carme nuziale venne eseguito per la prima volta il 21 luglio 1776 a Salisburgo, in occasione di una festa notturna che precedette il matrimonio. E’ probabile, come scrive il Saint-Foix, che alla esecuzione partecipasse lo stesso Mozart nel ruolo di violinista, rendendo ancora più indimenticabile la serata.
La Serenata è articolata in otto tempi che si succedono con gustosa varietà melodica e tematica. Il primo tempo è un Allegro maestoso dal ritmo sostenuto e ben marcato, cui segue un Allegro molto affidato alla frase brillante degli archi, sostenuti dal colorito cadenzare dei corni e delle trombe. Non mancano momenti di più distesa cantabilità disegnata dai violini, ma si ritorna presto ad una figurazione ritmica vivace. Il secondo tempo è un Andante di straordinaria delicatezza espressiva nella tonalità di sol maggiore; protagonista è il violino solista, sorretto dagli accordi sincopati degli altri archi e a volte impegnato in passi virtuosistici. Ecco quindi il primo Minuetto in sol minore infiorato di eleganti modulazioni, in antitesi con il tono del Trio, dove ricompare la voce del violino solista. Il quarto tempo è unRondò in sol maggiore, dal moto perpetuo scorrevole e scintillante e particolarmente vario nelle armonie e nei ritmi.
Nel quinto tempo ritorna un Minuetto dalle garbate galanterie, cui segue un Trio segnato dal tema dei violini. Nel sesto tempo si ascolta un Andante in la maggiore increspato di dolci sonorità, senza troppo sentimentalismo. Il settimo tempo è di nuovo un Minuetto dal tema più frizzante che galante, integrato da due Trii, in cui si mettono in evidenza il flauto, il fagotto e i violini. Dopo un Adagio in re maggiore, la Serenata si conclude con un elegante e fosforescenteAllegro assai, che sembra rievocare l’atmosfera danzante della festa nuziale, magari in giardino o sotto un pergolato illuminato dalle candele.
GIANCARLO DE LORENZO – Direttore
Nato nel 1959 ,ha compiuto i suoi studi presso il Conservatorio di Musica di Brescia, diplomandosi con ottimi voti in Organo e Composizione organistica sotto la guida del maestro Franco Castelli. Dopo avere conseguito il diploma di Maturità Classica ha proseguito i suoi studi alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, presso il D.A.M.S. nella sezione Musica. Ha studiato inoltre composizione e direzione d’orchestra con il maestro G. Cataldo.
Direttore stabile dal 1992 dell’Orchestra Vox Auræ di Brescia, nel 2003 gli viene affidata la carica di Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, carica che tutt’ora ricopre. Con questa orchestra, nel corso degli anni, ha effettuato numerosissimi concerti in Italia ed all’estero. Ha collaborato inoltre con grandi solisti quali L.G. Uriol, M. Fornaciari, A Bacchetti, S.Krylov, F. Manara, A.Persichilli, P.Hommage, E. Klein, G. Costa, U. Clerici, B. Engerer, P. Entremont, M. Rudy, E. Virsaladze, S. Mintz, U. Ughi, Mischa Maisky.e molti altri, sempre con ampio consenso di pubblico e di critica.
Ha diretto in più occasioni varie orchestre italiane ed estere quali: Orchestra Sinfonica di Sanremo, I Solisti di Perugia, Orchestra di Padova e del Veneto, “I Pomeriggi Musicali” di Milano, Orchestra Filarmonica Italiana, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Europa Philarmonie di Magdeburgo, “Mainzer Kammerorchester” di Mainz, Orchestra da Camera di Istanbul, Orchestra Sinfonica di Wroclaw (Polonia), Orchestra Sinfonica di Kiev, Orchestra dell’Ermitage di S. Pietroburgo, la Helsinki Baroque Ensemble, Orchestra Filarmonica di Torino, I Virtuosi Italiani, la “Riverside Synphonie Orchestra” (New Jersey), Orchestra Philarmonie der Nationen nel Festival der Nationen, Orquesta Sinfonica del Estado de Mèxico, Orchestra Sinfonica do Teatro Nacional de Brasília, Orquestra Clássica da Madeira, Orchestra Sinfônica di Cipro, Orchestra Sinfônica di Extremadura, Orchestra Sinfônica di Maracaíbo, Orchestra Sinfônica di Manaus, Orchestra Metropolitana di Lisbona.
Ha inoltre diretto le prestigiose orchestre Philarmonisches Kammerorchester Munchen e London Mozart Players con le quali nel 2008 e 2009 ha effettuato in Europa una serie di concerti.
Nel 2009 ha diretto l’Orchestra Sinfonica Abruzzese al Teatro Alla Scala di Milano , con grande successo di pubblico e di critica, in un concerto dedicato alla ricostruzione del Teatro Comunale dell’Aquila. Con lo stesso progetto nell’Aprile 2010 è stato ospite dell’ Accademia Nazionale S. Cecilia al Parco della Musica di Roma. Con la Sinfonica Abruzzese ed il clarinettista Fabrizio Meloni ha registrato un CD che è stato pubblicato nel mese di Novembre 2009 dalla rivista “Amadeus”.
Nel campo operistico ha diretto varie produzioni tra le quali, per il grande successo ottenuto ,si ricordano ”Le Nozze di Figaro” di W.A. Mozart, il “Rigoletto” di G. Verdi e “la Serva Padrona” di G.B. Pergolesi.
Da molti anni viene regolarmente invitato in Spagna a dirigere varie orchestre. Nell’ Ottobre del 2005 ha diretto l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza alla Barge Music di New York dove è ritornato nel Marzo 2006 per dirigere nella prestigiosa Carnegie Hall. Nel Marzo 2008 ha diretto nuovamente alla Barge Music e al St. Clement’s Theatre di New York.
Per la Casa Discografica Agorà di Milano ha registrato, alla guida dell’Orchestra Vox Aurae, l’integrale delle Sinfonie per archi di F. Durante, il primo volume di autori italiani del Novecento che hanno scritto in stile Barocco , le Sinfonie per archi di J. Myslivecek, l’integrale delle Sinfonie per archi di F.L. Gassman, ed un CD dedicato ai concerti per pianoforte e orchestra di W.A.Mozart.
E’ Direttore Artistico delle stagioni musicali “Concerti per una Stagione”, “Preludi d’Estate” di Brescia, della Stagione Sinfonica del Teatro Comunale di Vicenza e del “ Suono dell’ Olimpico” , Festival di musica sinfonica che si svolge all’ interno del bellissimo “ Teatro Olimpico di Vicenza”.
ETTORE PELLEGRINO– Violino solista
Ha iniziato a studiare violino all’età di quattro anni sotto la guida del padre. Si è diplomato nel 1989 con il massimo dei voti e con lode presso il conservatorio di musica di Frosinone. Si è perfezionato con interpreti di fama internazionale quali: Carmignola, Ayo, Gulli, Vernikov e Grubert. Svolge intensa attività concertistica in formazioni cameristiche e con istituzioni liriche e sinfoniche, sia come spalla che come solista, esibendosi in Italia ed all’estero. In passato, è stato spalla presso l’Orchestra del Gonfalone di Roma e l’Orchestra Regionale del Lazio. Dal 1993 al 1999 è stato spalla nel complesso I Solisti Aquilani effettuando concerti in Italia, Germania, Spagna, Belgio, Canada, Francia, Stati Uniti, Egitto, Libano, Marocco. Dal 2000 è spalla stabile presso l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e collabora, sempre con il ruolo di prima parte, con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e con l’omonima Orchestra Filarmonica sotto la guida di grandi interpreti quali D. Harding, R. Ticciati, G. Pretre, M. Chung, D. Barenboim, D. Gatti, D. Renzetti, R. De Burgos. Con il ruolo di spalla ha collaborato, inoltre, con l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e l’Orchestra Regionale delle Marche. Con I Filarmonici diretti da Alberto Martini ha preso parte all’incisione integrale dei concerti per violino di Antonio Vivaldi, anche come solista. Ha interpretato Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi con I Filarmonici di Roma, già Orchestra da Camera dell’Accademia di S. Cecilia. E’ membro del Tosti Ensemble con il quale ha inciso un CD dedicato a Paul Hindemith e si è esibito in Inghilterra, in Canada, a Taiwan ed in Australia. Ha eseguito ed inciso, in qualità di solista, diverse colonne sonore composte dal M° Ennio Morricone, sotto la direzione del quale si è esibito in alcuni dei più importanti teatri Europei. Sempre come solista ha eseguito le colonne sonore composte da Luis Bacalov, Nicola Piovani, Germano Mazzocchetti, Franco Piersanti, Paolo Bonvino, Geoff Westley ed altri autori contemporanei. Dal 1997 si dedica parallelamente all’attività didattica tenendo corsi di alto perfezionamento a Pescara, per l’Accademia Musicale Pescarese; a Parma, per la Fondazione Arturo Toscanini; a Lanciano, per l’Associazione Amici della Musica Fedele Fenaroli; a Reggio Emilia per l’associazione Suonarte ed a Portogruaro per la Fondazione S. Cecilia come assistente del M° Ilya Grubert. All’estero ha tenuto corsi di perfezionamento in Australia, in Tasmania ed a Taiwan. Ha effettuato incisioni discografiche per Tactus, Naxos, Dynamic, Bongiovanni ed Egea. Nel 2008 si esibisce, come solista, con il complesso Archi dell’Orchestra di Roma nelle più importanti sale da concerto del Giappone e nel 2009 vi torna con Philipp Moll ed i Solisti della Scala.Nell’estate 2009, con l’Orchestra del Teatro alla Scala, diretta da Daniel Barenboim, partecipa ad una lunga tournèe in Israele, in Giappone e nelle principali città Europee. Dal marzo 2010 è membro ufficiale del prestigioso complesso da camera “I Musici” . Da gennaio 2011 è direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese (ISA). Da marzo 2012 è direttore artistico del Teatro Marrucino di Chieti. Da dicembre 2012 è docente di violino principale presso il Conservatorio L. Perosi di Campobasso. Suona con un violino Goffredo Cappa del 1675 proprietà della Fondazione Pro Canale Onlus di Milano.
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date tour:
05 maggio – Teatro delle Celebrazioni – Bologna
07 maggio – Cortile di Palazzo Ducale – Guastalla (RE)
08 maggio – Chiesa di S. Cristo – Brescia
09 maggio – Teatro Dal Verme – Milano
10 maggio – Teatro Auditoriom – Poggio Rusco (MN)
11 maggio – Grand Hotel Bagni Nuovi – Bormio (SO)
prezzi e info:
da € 10,50 a € 19,00 più prevendita
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro, 2 – 20121 Milano
Centralino: attivo dal lunedì al venerdì ore 11.00 – 18.00.
Telefono: + (39) 02.87.905
Biglietteria Ticket One:
Presso il teatro Dal Verme da martedì a sabato ore 11.00 – 18.00.
Telefono: + (39) 02.87.905.201 – domenica e lunedì chiuso.