di e con Chiara Guidi, Ermanna Montanari
suoni originali Giuseppe Ielasi
ideazione luci Enrico Isola
cura del suono Marco Canali, Marco Olivieri
tecnici di produzione Fagio, Danilo Maniscalco
coproduzione Raffaello Sanzio Socìetas e Teatro delle Albe, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Comune di Bologna, Fondazione Romaeuropa, Festival delle Colline Torinesi-Torino Creazione Contemporanea, Ravenna 2019 Città Candidata Capitale Europea della Cultura, Santarcangelo •12•13•14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza
Lunedì 28 aprile alle ore 21, Socìetas Raffaello Sanzio e Teatro delle Albe con la loro coproduzione Poco lontano da qui chiudono la rassegna Materia Prima, realizzata da Murmuris Teatro all’interno del Teatro Cantiere Florida.
Due compagnie leader della ricerca italiana si incontrano per evocare, con immagini, voci e musiche, Rosa Luxemburg, testimone scomoda, già per Karl Kraus, della violenza del potere. Il palco è il luogo in cui Chiara Guidi e Ermanna Montanari mettono alla prova due modalità di lavoro che i percorsi della Socìetas e delle Albe hanno elaborato nel corso degli anni. Il lavoro dell’una si apre al lavoro dell’altra. Per la prima volta a fianco nell’ideazione e nella costruzione di uno spettacolo, le due cofondatrici di due tra i più importanti gruppi di ricerca teatrale italiana si incontrano e confrontano con i paesaggi sonori composti da Giuseppe Ielasi. Partendo dalle suggestioni dei Quaderni russi di Igort, pluripremiato fumettista e illustratore, le due artiste hanno attraversato Cechov e Mejerchol’d per arrivare a tre intense lettere di Rosa Luxemburg, XY e Karl Kraus. Proprio questi testi, che tanto bene sanno raccontare la violenza del potere, sono base per la costruzione di un intarsio drammaturgico e di una scrittura scenica in grado di cogliere l’intensa portata metaforica di Luxemburg, teorica marxista assassinata nel 1919, declinandola in una narrazione personale, femminile ma allo stesso tempo universale. Affermano ancora le due artiste: «Quelle lettere dalla prigione hanno dato coraggio alle scelte dei nostri atti scenici, alla nostra impossibilità iniziale a dire, a vedere. (…) Il nostro intarsio drammaturgico ha graffiato ogni giorno quella forma di cui non abbiamo tuttavia deciso di ostacolare la velatura»
Il parlarfranco come patto iniziale e base di un incontro, della decisione di lavorare sulla potenzialità di un dialogo e di una trentennale ricerca vocale, comune ad entrambe le artiste. «I concetti che ogni volta affioravano – ricordano Chiara Guidi e Ermanna Montanari – creavano quella combustione necessaria che ci permetteva di assumere una forma che andava a comporre lo spettacolo. Finalmente attraverso la guida di Karl Kraus abbiamo incontrato le lettere di Rosa Luxemburg che si è posta come specchio oggettivo e autorevole nel nostro intarsio quotidiano».
A conclusione dello spettacolo Chiara Guidi e Ermanna Montanari incontreranno il pubblico, coordina l’incontro Andrea Porcheddu.
Biglietti: 15 / 12 euro
TEATRO CANTIERE FLORIDA
Via Pisana 111/R – 50143 Firenze
+39.055.7135357 – www.teatroflorida.it
Orari della biglietteria
dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 18.00 in orario continuato.
Nei giorni dello spettacolo il botteghino sarà aperto dalle ore 19.00 alle ore 21.00.
Prevendita e prenotazioni
I biglietti inoltre sono acquistabili presso tutti i punti vendita del circuito Boxoffice e online su Boxol.
È possibile effettuare la prenotazione telefonica chiamando il numero 0557130664 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle ore 18.00 o scrivendo una mail a prenotazioni@teatroflorida.it specificando nominativo, titolo e data dello spettacolo, numero di posti richiesti e numero di telefono.
Chiara Guidi nel 1981 fonda la Socìetas Raffaello Sanzio insieme a Romeo Castellucci e Claudia Castellucci, con i quali condivide un’idea di teatro prevalentemente basata sulla potenza visiva, plastica e sonora della scena, di cui sono, nei primi anni, anche interpreti. Partecipa a tutte le creazioni della Socìetas, tra cui Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco nel 1992, Orestea (una commedia organica?) e Buchettino nel 1995, Giulio Cesare nel 1997 Genesi. Dal Museo del Sonno nel 1999. Molteplici gli spettacoli realizzati dalla Societas che vengono presentati nei principali festival e teatri di tutti i continenti, imponendo la compagnia come una delle più significative realtà del teatro contemporaneo internazionale. Dopo l’impresa della Tragedia Endogonidia (2002-2004), la Socìetas segue una specificazione individuale del lavoro da parte degli artisti fondatori. Chiara Guidi sviluppa una personale ricerca sulla voce come chiave drammaturgica, rivolgendo la propria tecnica vocale sia a produzioni per un pubblico adulto, sia elaborando una specifica concezione di teatro per l’infanzia, che le è valsa, nel 1998, il Premio speciale UBU per la “Scuola Sperimentale di Teatro Infantile”. Fra i suoi lavori, l’opera di teatro musicale il Madrigale appena narrabile (in collaborazione con il musicista statunitense Scott Gibbons), la performance vocale Augustinian Melody; Flatlandia; Ingiuria (in collaborazione con i musicisti Blixa Bargeld, Alexander Balanescu e Teho Teardo), e L’ultima volta che vidi mio padre. Insieme a Enrico Casagrande/Motus e Ermanna Montanari/Teatro delle Albe è inoltre direttrice artistica dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, nel progetto Santarcangelo 2009-2011. A partire dal 2008 dirige Màntica. Esercizi di voce umana, festival annuale su una linea di ricerca che intreccia voce, suono e musica, che si svolge al Teatro Comandini di Cesena, dove nel 2011 è andata in scena anche la prima edizione di Puerilia, festival di puericultura teatrale. Il suo spettacolo Buchettino (1995), tratto “Le Petit Poucet” di Perrault, ha percorso il mondo e incontrato bambini di tutti i continenti, e ne esitono oggi versioni riproposte da compagnie locali in Giappone, Taiwan, Cile, e Danimarca. Nel 2013 riceve il Premio speciale Ubu per “la pluriennale ricerca – condotta dall’interno della Socìetas Raffaello Sanzio – nell’ambito pedagogico e in quello della sperimentazione vocale e preverbale. Una ricerca capace di porre sempre nuove domande al mondo del teatro. E per i festival Màntica e Puerilia, la cui concezione si connota come laboratorio e condivisione del proprio processo creativo, in dialogo con differenti artisti e con portatori di altri saperi, laboratorio la cui stessa scrittura del programma assume la valenza drammaturgica della composizione di un’opera.
Ermanna Montanari nel 1977, insieme al marito Marco Martinelli, comincia il proprio apprendistato teatrale a Ravenna. Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale.. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali. Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera Prima di Narni”, diretto da Giuseppe Bartolucci. Nel 1991, il Teatro delle Albe fonda Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, per il quale dal 1991 al 1995 la Montanari cura la direzione artistica del progetto Il linguaggio della dea. Contemporaneamente continua la sua duplice attività scenica: da una parte, attrice e scenografa nei lavori scritti e diretti da Marco Martinelli, dall’altra autrice, regista e interprete di spettacoli come Rosvita (1991) Cenci (1993) da Artaud e Shelley, Ippolito (1995) da Euripide e Marina Cvetaeva, e Lus, (1995), “canto in dialetto romagnolo” di Nevio Spadoni. Nel 1998 crea insieme a Martinelli I Polacchi, “dall’irriducibile Ubu di Alfred Jarry”. Per questa interpretazione nel 2003 riceve dalla giuria del Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo il Golden Laurel quale “miglior attrice”. Lo spettacolo, nelle sue reinvenzioni e trasformazioni, ha girato il mondo intero, dagli Stati Uniti al Senegal, dalla Serbia all’Iran, e poi ancora in Belgio, Portogallo, Svezia, Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Bosnia Erzegovina. Nel 2000 ha dato vita alla figura di Alcina -la maga dell’Orlando furioso- ne L’isola di Alcina di Nevio Spadoni. Nello stesso anno Ermanna Montanari vince il Premio Ubu come “migliore attrice italiana”, mentre in occasione del Mittelfest 2001 le viene conferito il Premio Adelaide Ristori. Lo spettacolo rinasce a nuova vita nel 2009, trasformato in performance vocale con il titolo di Ouverture Alcina, e con tale forma approda a importanti festival internazionali a New York, Mosca, Tunisi, Wroclaw, Limoges, Berlino. Nel febbraio 2005 è protagonista dello spettacolo La mano, de profundis rock, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli, con la regia di Martinelli. Nel 2005 Ermanna Montanari, insieme a Martinelli e Mandiaye N’Diaye, lavora a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, l’allestimento di una nuova versione de I Polacchi con un gruppo di studenti africani della Senn High School, che debutta al Museum of Contemporary Art di Chicago.Nel 2006 riceve il Premio Lo Straniero dedicato “alla memoria di Carmelo Bene”. Nel novembre 2006 debutta con Sterminio di Werner Schwab all’interno del quale riveste il ruolo della Signora Cazzafuoco. Per questa interpretazione vince nuovamente il Premio Ubu 2007 come “miglior attrice italiana”. Nel gennaio 2007 lavora in Senegal a una nuova “messa in vita” de I Polacchi. Lo spettacolo Ubu buur debutta nel villaggio di Diol Kadd, con un coro di adolescenti senegalesi, e viene presentato in prima europea al Festival des Francophonies en Limousin (Francia). Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete e autrice del testo. Per questo lavoro riceve per la terza volta il Premio Ubu come “miglior attrice italiana”. Nel 2010 il Teatro delle Albe, con l’ideazione di Martinelli e Montanari, porta a compimento il suo affondo nell’opera di Molière, articolandolo in due differenti lavori. detto Molière di Marco Martinelli, debutta a Mons, portando sulle scene un “coro” di quaranta attori e musicisti, insieme a un gruppo di adolescenti delle periferie della Francia e del Belgio. L’Avaro di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli, vede impegnata l’intera compagnia attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari. Nel 2011 ha firmato la direzione artistica del Festival internazionale di Santarcangelo (edizione 41), all’interno di un triennio di lavoro 2009-2011 condiviso con Chiara Guidi-Societas Raffaello Sanzio e Enrico Casagrande-Motus. Nell’ottobre 2012 debutta in scena con Chiara Guidi (Societas Raffaello Sanzio) con Poco lontano da qui, insieme firmano drammaturgia e regia. Nel novembre dello stesso anno cura con Marco Martinelli l’ideazione di PANTANI, testo e regia dello stesso Martinelli, interpretando il ruolo di Tonina, la madre di Marco Pantani. A maggio 2013 Ermanna Montanari crea La camera da ricevere. Sempre nel 2013 porta in scena A te come te di Giovanni Testori: una “lettura scenica” degli scritti giornalistici di Testori scegliendo tre articoli legati da un filo preciso: la violenza sulle donne, scritti tra il ’79 e l’80 sulla terza pagina del Corriere della sera. Nel 2013 vince il Premio Duse per la sua interpretazione in PANTANI. Il 2014 vede la pubblicazione di Rosvita. Sempre nel 2014 Titivillus edizioni pubblica Primavera eretica “scritti e interviste:1983-2013 di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, un breviario che attraversa i trenta anni di attività della compagnia, con sette postfazioni di Massimo Marino.