progetto collettivo per mise en espace in due atti
con Greta Alberici, Alessia Coselli, Lisa Franceschini, Sara Nomellini
collaborazione artistica Moreno Petroni
Spettacolo in 2 atti
Venerdì 16 maggio alle 21.30, ad Artè, via Carlo Piaggia N° 1, Capannori, Lucca, uno spettacolo d’eccezione:il gruppo Le Staffette presentano Due Partite, di Cristina Comencini, progetto collettivo per mise en éspace.
“Due partite”, scritto nel 2006 da Cristina Comencini, è uno spaccato sull’Italia degli ultimi 50 anni e un trattato sull’amicizia femminile e sul rapporto madre/figlia, è una commedia e una tragedia, è il punto di vista esclusivamente femminile sul mondo, sulla vita e sulla morte.
Sono le donne che occupano tutta la scena, attraversate dalle loro maree interne, sempre sul punto di piangere o di ridere, danno la vita e la tolgono, si interrogano, litigano, fanno pace e raccontano tutto il mistero dell’animo femminile.
Una pièce al contempo amara e divertente con uno sguardo profondo e ironico sul mondo delle donne.Si ride molto ma si riflette anche: sulla questione femminile, sul rapporto madre e figlia, e sul complicato e sofferto dialogo tra universo maschile e femminile.
Le Staffette è un gruppo che nasce dalla volontà di quattro attrici toscane, Sara Nomellini, Lisa Franceschini, Alessia Coselli e Greata Alberici, provenienti da percorsi artistici diversi, che si riuniscono intorno a progetti sull’identità femminile e i diritti di genere dal 2011.
Il gruppo trae ispirazione dalle giovani e infaticabili donne che durante la Seconda Guerra Mondiale lavorarono giorno e notte per stabilire un contatto, trasportare informazioni, trasmettere direttive per la complessa macchina dell’esercito partigiano.
Le Staffette prediligono il linguaggio contemporaneo e la messa in scena essenziale, adattabile a qualsiasi tipo di spazio e composta da semplici elementi scenici per favorire l’immediatezza del rapporto con chi guarda.
Scheda artistica di Due Partite
“Due partite” non è un testo psicologico. Rappresenta dei ruoli femminili assoluti. Ogni persona ha dentro di sé un pezzettino di ciascuna delle quattro donne che sono in scena. Come succede alle amiche quando sono molto unite, solo raccontandole insieme si riesce a cogliere la mutevolezza, la complicazione dell’animo femminile.”
C. Comencini
Sembra di averle conosciute davvero quelle quattro madri sedute al tavolo a parlare d’amore e di rivoluzione, sembra di esserci state davvero in quella stanza a giocare alle “signore” imitando le nostre madri.
“Due partite”, scritto nel 2006 da Cristina Comencini, è uno spaccato sull’Italia degli ultimi 50 anni e un trattato sull’amicizia femminile e sul rapporto madre/figlia, è una commedia e una tragedia, è il punto di vista esclusivamente femminile sul mondo, sulla vita e sulla morte.
L’uomo qui è il grande assente, sporadicamente si avverte la sua presenza all’altro capo del telefono ma resta lontano, di spalle, escluso.
Sono le donne che occupano tutta la scena, attraversate dalle loro maree interne, sempre sul punto di piangere o di ridere, danno la vita e la tolgono, si interrogano, litigano, fanno pace e raccontano tutto il mistero dell’animo femminile.
Sono due epoche a confronto, dove la mano della Storia segna i solchi di un cambiamento evidente nell’esistenza di queste donne, eppure qualcosa ancora sembra sfuggire.
“Un giorno esisterà la fanciulla e la donna”, inizia così la lettera di Rilke che auspica l’affermazione dell’”umanità femminile” come se quello fosse il tema centrale di tutta l’umanità, il tassello mancante della prossima evoluzione umana.
E’ questa umanità che cercano le donne di ieri e di oggi, frugando affannosamente nelle loro borsette per vedere se non fosse scivolata, magari, nel buchino sul fondo.
Abbiamo immaginato una stanza segreta, punteggiata di pochi oggetti e quattro Grandi Madri che raccontano il loro mondo lontano, cotonato, fatto di ruoli assoluti e definiti mentre soffia il vento della rivoluzione che di lì a pochi anni romperà gli
Molti anni dopo, quattro donne vestite di nero si riuniscono nello stesso soggiorno allo stesso tavolo per consolare una di loro che ha appena perso la madre. Suicidio.
Sono le figlie, diventate donne, che si stringono intorno al dolore di una perdita che non ha spiegazioni, che sembra avere l’eco di un dolore più grande, che sfonda i confini del tempo e dello spazio. Queste figlie lavorano e nessuna di loro è ancora madre ma i tormenti, le incomprensioni, i dubbi si intrecciano alle loro esistenze come a quelle delle loro madri con l’inesorabilità delle cose inafferrabili. argini della morale, della religione e del sesso. Abbiamo immaginato il tempo che passa, che sposta e nasconde le cose, che cambia i ruoli e li confonde. Abbiamo immaginato bambine che diventano donne, confuse e battagliere, che fanno il punto su cosa sono diventate, che si guardano allo specchio e si chiedono se è la loro anatomia ancora a determinare il loro destino.
Sinossi
E’ un giovedì pomeriggio degli anni 60′.
Quattro donne si siedono intorno a un tavolo per la rituale partita a carte, per chiacchierare, per passare il tempo.
Nella stanza accanto le figlie giocano alle “signore”.
Nessuna di loro ha un lavoro: fanno le mogli e le madri, eccetto Beatrice che è incinta all’ultimo mese del primo figlio. Il primo atto è scandito da “questo parto doloroso ma sopportabile” che le donne affrontano dall’inizio dei tempi e che culmina con la nascita di un nuovo essere umano.
Nel secondo atto sono le figlie delle 4 donne conosciute nel I atto ad incontrarsi in occasione del funerale della madre di una di loro. I tempi sono cambiati ma le problematiche femminili e la ricerca della felicità sembrano esser rimaste le stesse….
CV delle Staffette
Le Staffette è un gruppo che nasce dalla volontà di quattro attrici toscane, provenienti da percorsi artistici diversi, che si riuniscono intorno a progetti sull’identità femminile e i diritti di genere dal 2011.
Il gruppo trae ispirazione dalle giovani e infaticabili donne che durante la Seconda Guerra Mondiale lavorarono giorno e notte per stabilire un contatto, trasportare informazioni, trasmettere direttive per la complessa macchina dell’esercito partigiano.
Il gruppo predilige il linguaggio contemporaneo e la messa in scena essenziale, adattabile a qualsiasi tipo di spazio e composta da semplici elementi scenici per favorire l’immediatezza del rapporto con chi guarda.
Il gruppo pratica la collaborazione spontanea tra artisti e il dialogo tra i diversi linguaggi dell’arte contemporanea.
Il gruppo si rivolge allo spettacolo dal vivo con uno sguardo panico, erotico, soavemente guerriero, alla ricerca dell’atto che destrutturi lo stato delle cose scontate.
Il gruppo rifiuta ogni schieramento politico e dichiara: siamo artisti, raccontiamo storie.
“Caratteristica fondamentale della resistenza femminile
che fu uno degli elementi più vitali della guerra di liberazione
è proprio questo suo carattere collettivo, quasi anonimo,
questo suo avere per protagoniste non alcune creature eccezionali,
ma vaste masse appartenenti ai più diversi strati della popolazione,
questo suo nascere non dalla volontà di poche,
ma dalla iniziativa spontanea di molte.”
Ada Marchesini Gobetti (staffetta)
Info e biglietteria
infoline: 327.2906869 tutti i giorni ore 15.30 – 18.30
e nei giorni degli spettacoli
info@stefanonari.com e ceragiolimanagement@tin.it
Apertura biglietteria ore 18.30 per teatro, ore 16.00 per lirica.
www.comune.capannori.lu.it