Sabato 10 maggio alle ore 21.30 Mario Romano Quartieri Jazz (www.quartierijazz.it), con il suo ritmo carico di sonorità multiformi, torna alla Galleria Borbonica di Napoli (con ingresso da via D. Morelli 40 c/o Garage Morelli), gioiello dell’ingegneria dell’epoca.
A diffondersi tra le sale saranno le note del neapolitan gipsy jazz per un viaggio tra la Musica e la Storia.
Questo viaggio sonoro vedrà Mario Romano e la sua chitarra manouche affiancati da Gianluca Capurro alla classica e Ciro Imperato al basso. Guest star della serata un’anima in rosa: Caterina Bianco con il suo violino.
Un rapporto viscerale quello di Mario Romano con la sua chitarra manouche, che racconta di un giovane ribelle ai soprusi ed alle imposizioni che ha sempre creduto in se stesso e nei propri sogni e che ama la sua città e non vuole abbandonarla, convinto che la cultura e la creatività possano essere potenti armi di riscatto e valorizzazione.
Una musica dell’anima fondamentale anche nella vita di Gianluca Capurro, per il quale, sin da quando era bambino, è stata uno sprone a guardare verso nuovi orizzonti, a scoprire ed a conoscere, proiettandosi anche verso la cultura di altri Paesi.
Compagna di vita la sua chitarra.
“I miei punti di riferimento e guide – racconta – sono grandi musicisti come ad esempio Daniele Sepe, sino ad arrivare al mio idolo, Michel Petrucciani. L’alchimia musicale con la mia chitarra è stata un acceleratore di crescita emotiva, uno sprone a sperimentare e ad impegnarmi in vista di un obiettivo e mi ha arricchito sotto ogni punto di vista: umano, artistico e professionale”.
A fargli eco Ciro Imperato, cresciuto in un ambiente letteralmente “impregnato” di musica, da quella jazz a quella brasiliana.
“La mia passione per la musica si è sviluppata in maniera naturale fin dalla più tenera età. Infatti, sono nato in una famiglia in cui la musica è stata sempre un elemento fondamentale. Dopo aver cominciato a suonare la chitarra, intorno ai quindici anni mi sono accorto lo strumento che maggiormente mi corrispondeva era il basso, fondamentale sia per la ritmica che per l’armonia. Oggi affronto una nuova sfida: sto componendo, e dunque sono spronato a razionalizzare il mio rapporto con la musica e con lo strumento che suono ed ho capito che la scelta che ho fatto corrisponde pienamente al mio ‘essere’ Infatti, il basso ( e ancora di più il contrabbasso che permette un rapporto “fisico” più intenso) è veramente un prolungamento del mio corpo, in quanto mi consente di esprimere immediatamente quello che ascolto e sento. “.
Ad impreziosire ulteriormente la serata Caterina Bianco con il suo violino, capace di conferire un tocco particolarissimo ad una musica in grado già di per sè di sprigionare grandi suggestioni.
Parlando dell’alchimia nata con il violino, il suo strumento musicale, compagno di ogni sua esperienza ed ormai divenuto una parte di lei capace di captare ed esprimere le sue più sottili ed impalpabili fluttuazioni d’umore, Caterina racconta:
“Mi sono avvicinata alla musica, come al mio strumento, non per una scelta consapevole, ma forse per una lunga serie di coincidenze che mi hanno portata fino ad oggi: ho sempre seguito il flusso degli eventi e mi piace pensare che non sarebbe mai potuta andare in altro modo, e che comunque non avrei potuto fare a meno della musica”.
Una musica capace di entrare nell’anima, che, nel caso del neapolitan gipsy jazz, si nutre dei suoni, dei colori e delle emozioni nate dal vociare dei vicoli della Napoli “più vera” impastati con le suggestioni provenienti dalla calda Africa, dalla contraddittoria Mittleuropa, dalla sensuale Spagna e dalla malinconica Francia, profumata di lavanda.
Un incrocio di percorsi artistici ed esistenziali il cui riverbero si ritrova ancora più potente in due brani inediti : nella musica dolcissima di Cammen (https://www.youtube.com/watch?v=rgLZqan66ek&feature=youtu.be)e nell’esplosione di sonorità della vulcanica Vesuvia (https://www.youtube.com/watch?v=Ka4-zCjSW6U&feature=youtu.be) .
Il viaggio di sabato 10 maggio, però, comprende anche tanti brani noti ed amati del lavoro discografico ‘E strade ca’ portano a mare, edito da Graf.
LA LOCATION
La Galleria Borbonica è frutto dell’ingegneria civile borbonica in sotterraneo. All’interno di questo fitto intreccio di “strade” sotterranee sono stati rinvenuti numerosi veicoli e motoveicoli degli anni ’40, ’50 e ’60 nonchè statue e residuati della Seconda Guerra Mondiale. Suggestivi i percorsi attraverso i settori del ricovero bellico e nelle cisterne dell’acquedotto, alla ricerca di simboli e testimonianze impressi nel tufo. Affascinante l’avventura che comincia al cospetto delle pregevoli cisterne del ‘500 e del ‘600, che possono essere ammirate anche navigando su una zattera all’interno di una galleria della metropolitana abbandonata ed invasa dall’acqua.
La serata prevede un particolare omaggio per le donne con una quota scontata di 6 euro, comprensiva di concerto e visita alla galleria Borbonica.
La quota per gli uomini è di 12 euro.
Per partecipare alla serata è necessario prenotare chiamando ai numeri 081. 764.58.08 o 366.248.41.51 della Galleria Borbonica.
Website ed e-mail: www.galleriaborbonica.com, mail@galleriaborbonica.com