Quello visto alle Fonderie Limone nella rassegna del Festival delle Colline, è uno spettacolo a più livelli, divertente ma con una risata sempre contenuta e mai liberatoria. C’è troppa immedesimazione con l’attrice principale. Siamo noi quella lì, abbiamo le stesse manie, le stesse fissazioni, insicurezze, paure e siamo altrettanto autolesionisti. Daria è una signora non più giovane con figlia, madre ed analista a seguito che ha deciso di non uscire più di casa. Ha anche un marito, di cui sia accenna talvolta in modo sempre negativo. Non è uno spettacolo femminista, anche se è fatto solo da donne e non vuole neppure condannare qualcuno o qualcosa. È una presa d’atto di ciò che siamo diventati, un arrendersi, un alzare le mani nonostante la cultura, l’impegno, il dialogo a tutti i costi. E così l’incontro/scontro fra i 4 personaggi (Daria, la figlia, la madre e la psicanalista) diventa anche monologo interiore ricco di citazioni colte, autoreferenziale, un guardarsi troppo allo specchio. Bravissime le tre attrici, perfette nei ruoli sia per il ritmo sostenuto e sia per una perfetta intesa scenica. Dura poco più di 3 ore con due intervalli di 15’ l’uno, ed è già stato ridotto dalle 4 ore iniziali. Forse si poteva tagliare ancora qualcosa, alcuni concetti e situazioni sono ripetuti, ma il testo drammaturgico è notevole. Il pubblico, numeroso ma non straripante, ha molto apprezzato, infatti c’è stato un lungo e convinto applauso finale. Le Fonderie Limone rappresentano un fiore all’occhiello di questo festival sia da un punto di vista scenico che organizzativo.
spettacolo in 3 quadri
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Daria Deflorian, Federica Santoro e Daniela Piperno
Produzione 369gradi / PAV
Premio Ubu 2012 – Nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica a Lucia Calamaro
Premio Ubu 2012 – Miglior Attrice a Daria Deflorian
Premio Ubu 2012 ex aequo- Miglior Attrice non protagonista a Federica Santoro