Si è conclusa sabato 21 giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano con grande partecipazione di pubblico e addetti ai lavori la 24^ edizione del Premio Hystrio, dedicato a Domenico Rigotti, che ha unito in un ideale passaggio di testimone giovani aspiranti attori e drammaturghi e talenti affermati della scena contemporanea.
Premio Hystrio alla Vocazione
Il Premio Hystrio alla Vocazione, dopo un’accurata valutazione dei 46 partecipanti alle selezioni finali è stato assegnato a Maria Laila Fernandez, diplomata alla scuola del Piccolo teatro di Milano, e a Livio Santiago Remuzzi, diplomato alla scuola del Piccolo teatro di Milano da finali una giuria composta da Marco Bernardi, Ferdinando Bruni, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Monica Conti, Veronica Cruciani, Francesco Frongia, Andrea Paolucci, Mario Perrotta, Roberto Rustioni e Gilberto Santini, con le seguenti motivazioni:
Premio all’interpretazione femminile a Maria Laila Fernandez, argentina di nascita, milanese di formazione, giunta ora al diploma alla Scuola del Piccolo Teatro, che ha saputo fondere grandi potenzialità e tecnica raffinata, fascino ed eleganza, ironicamente inzitellite nell’impersonare l’anziana Sabina da Le avventure della villeggiatura di Carlo Goldoni. Ha quindi conquistato la giuria con l’appassionante Paloma negra di Chavela Vargas che canta la straziante nostalgia della sensualità latino-americana e con una spericolata incursione nel contemporaneo toscano di Allegretto (per bene… ma non troppo) di Ugo Chiti in versione partenopea.
Premio all’interpretazione maschile a Livio Santiago Remuzzi
di Bergamo, anche lui fresco di diploma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, che ha convinto la giuria con un’efficace e personale costruzione dell’enigmatica nevrosi di Ashton da Il guardiano di Harold Pinter, tradotta in disagio generazionale, con sorprendente maturità espressiva e intensa sobrietà di toni. Ha poi completato la sua performance con uno Scapino brechtian-molieriano e con una intima e sofferta interpretazione della poesia pasoliniana Supplica a mia madre.
Accanto ai vincitori, la giuria ha ritenuto opportuno segnalare, per le loro convincenti performance e per l’efficacia dei brani proposti:
Silvia Lamboglia, per i brani tratti da Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, Le intellettuali di Molière e per la canzone La valse à mille temps di Jacques Brel.
Mario Autore, napoletano, formatosi presso il Laboratorio Permanente del Teatro Elicantropo di Napoli, per i brani tratti da Rondò di Enzo Moscato, dall’Ottavo episodio di Porcile di Pierpaolo Pasolini e con la canzone Lontano lontano di Luigi Tenco.
Davide Domenico Gasparro, diplomato presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano, per i brani tratti da Seduti! di Alan Bennett, Tartufo di Molière e per la canzone Teresa, non sparare! di Fred Buscaglione.
Premio Hystrio Scritture di Scena
Il Premio Hystrio Scritture di Scena, dopo accurata selezione entro i 79 copioni pervenuti, è andato invece a Supernova di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, segnalato Hugo-Burla veronese di Margherita Monga.
Ecco le motivazioni a cura della giuria formata da Fausto Paravidino (presidente), Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Renato Gabrielli, Roberto Rizzente e Diego Vincenti:
Supernova di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, per l’attitudine delle autrici a prendersi più rischi in un dispositivo drammaturgico dominato da un realismo magico virato in grottesco. La scrittura frammentata, il procedere per quadri fortemente simbolici a ritrarre una famiglia tutta femminile, con padre assente o forse morto, rende con forza il lato “nero” di dinamiche familiari irrisolte, liberando un’energia eversiva che fa pensare a modelli “alti” (García Lorca, Garcia Marquez, Emma Dante) trattati però con sana irriverenza.
La giuria ha poi deciso di segnalare:
Hugo-Burla veronese di Margherita Monga, puntuale e spietato ritratto, in forma di elegante commedia salottiera, dell’esausta giovane borghesia del Nord-Est, tutta calcio, alcol, sesso e consumismo, dove il cupio dissolvi che rende la vita uguale alla morte è universalizzato dal ricorso a inserti shakespeariani.
Le motivazioni della giuria ai Premi Hystrio 2014
Nel corso della premiazione hanno sfilato sul palco dell’Elfo Puccini gli artisti vincitori delle diverse categorie del Premio, ecco le motivazioni della giuria:
Premio Hystrio all’interpretazione a Elio De Capitani:
Elio De Capitani, elfo delfico, sapiente vaticinante di quel teatro che sa precedere le tendenze, determinandole, esordisce nella regia nel 1982 con lo spettacolo di culto Nemico di classe, in cui già mostra il carisma del mattatore nel ruolo del violento capobranco Iron, insieme, tra gli altri, a Paolo Rossi e Claudio Bisio. Dieci anni dopo, diventa condirettore artistico di Teatridithalia con Ferdinando Bruni, restando attivissimo anche come attore, non solo in teatro (come dimenticare il Caimano morettiano sul grande schermo?), ma altrettanto memorabile in palcoscenico, fino alle recenti prove dalle molteplici sfaccettature umane: lo spietato Roy Cohn di Angels in America, l’appassionato e malinconico professor Hector di History boys per arrivare al culmine con uno straordinario, toccante Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore di Miller, da lui stesso diretto, preceduto dalla stupefacente mimesi di Richard Nixon in Frost/Nixon di Morgan e seguito dal tormentato sopravvissuto ai lager titini Aldo Juretich in Goli Otok di Sarti. Una storia artistica, la sua, tutta coerente con il migliore milieu milanese: quello goloso di attualità, capace di collegare la Broadway con corso Buenos Aires, la drammaturgia fondante di Shakespeare con Tennessee Williams, Arthur Miller e Fassbinder. Di premi Elio De Capitani ne ha ricevuti tanti: il nostro intende consegnarlo a una trionfale maturità creativa, foriera di nuove stagioni da grande attore quale ha dimostrato di essere.
Premio Hystrio alla regia a Valerio Binasco:
Attore, pedagogo e regista: l’articolato cammino artistico di Valerio Binasco testimonia di una passione teatrale a trecentosessanta gradi. Nella sua attività di regista, iniziata sotto l’ala di Carlo Cecchi, Binasco ha mostrato una certa predilezione per la drammaturgia contemporanea, italiana e non solo. Dopo il debutto con Bar di Spiro Scimone, Valerio ha infatti messo in scena testi di autori come Fausto Paravidino, Natalia Ginzburg, Giovanni Testori e Raffaello Baldini, ma anche Martin Mcdonagh, Ludmilla Razumovskaja, Conor Mc Pherson e soprattutto Jon Fosse, che ha contribuito a rendere noti e apprezzati sulle nostre scene. Senza per altro rinunciare ai “classici”: dall’Alfieri messo in scena per lo Stabile di Torino fino all’originale lavoro compiuto su Shakespeare, a partire dalla fondazione, nel 2012, della Popular Shakespeare Kompany, con la quale ha realizzato una Tempesta e un Mercante di Venezia che hanno saputo mostrare più di qualsiasi saggio quanto il Bardo sia nostro contemporaneo. Sapienza artigianale e consapevolezza del sottotesto, ironia e malinconia, freddo straniamento e giocoso gusto per lo sberleffo, senza mai cedere alla facile ripetizione di schemi già sperimentati. Queste le caratteristiche del lavoro di Binasco che riceve un meritatissimo Premio Hystrio alla regia.
Premio Hystrio alla Drammaturgia a Michele Santeramo:
Michele Santeramo in quasi un quindicennio di attività drammaturgica ha elaborato una scrittura in continua evoluzione, ma sempre ancorata a una profonda “dicibilità” teatrale. Dai primi lavori per Teatro Minimo, da lui fondato nel 2001 con Michele Sinisi, in cui prevaleva la forma monologante e che lo hanno visto anche interprete – come ne Il Barone dei Porci o in un emozionante rifacimento del Cyrano di Rostand – a strutture compositive sempre più complesse, le sue pièce hanno suscitato l’interesse di numerose compagnie del panorama nazionale. Acuto osservatore del presente, Santeramo analizza con dolente ironia le contraddizioni del contemporaneo, filtrandole con una vena grottesca, sottilmente crudele, che spesso sfocia nel surreale o nell’iperreale e che riesce a riflettere, anche nel linguaggio, le difficoltà di un certo meridione ad affrancarsi da antichi retaggi. Pensiamo soprattutto ai lavori di questi ultimi anni – Sequestro all’italiana, Le scarpe, Il guaritore (Premio Riccione 2011), La prima cena e La rivincita, recentemente pubblicato in forma di romanzo da Baldini & Castoldi – in cui quel mondo di umiliati e offesi trova un habitat dalle molteplici implicazioni senza mai cadere nel patetico. A Michele Santeramo, sensibile cantore di un sud dell’anima in cerca di dignità esistenziale, va un meritatissimo Premio Hystrio alla drammaturgia.
Premio Hystrio altre muse a Gigi Saccomandi:
Maestro riconosciuto nell’arte di dare la giusta luce agli spettacoli, Gigi Saccomandi è da considerare autore e artista dal segno inconfondibile, frutto di una straordinaria cultura visiva e di una creatività basata sulla conoscenza delle più aggiornate acquisizioni dell’illuminotecnica. Ma tipicamente sua è anche la capacità di sperimentare e una sensibilità “registica” che lo assimila a quegli uomini di teatro “completi” che hanno rinnovato la scena del Novecento. La luce, per Saccomandi, non è soltanto un modo di “raccontare” lo spettacolo, ma è sempre stata la costante ricerca di quel ritmo segreto in cui è racchiusa l’unicità della messinscena. Un linguaggio ardito, complesso, il suo, che, in oltre quarant’anni di attività e 300 spettacoli firmati come light designer, lo ha portato a collaborare con i maggiori registi (Massimo Castri, Cesare Lievi, Pierluigi Pizzi, Luca Ronconi, Federico Tiezzi, tra i tanti) e teatri, italiani ed europei, dalla Scala al Metropolitan di New York, dal Rof di Pesaro al Festival di Salisburgo, dal San Carlo di Napoli alla Schaubühne di Berlino o al Burgtheater e la Staatsoper di Vienna. Da sottolineare, infine, è anche la sua attività di docente di illuminotecnica, alla Scuola Paolo Grassi, all’Accademia di Brera e all’Università Statale di Milano, nonché i progetti che, da primo e autentico light star della scena nazionale ed europea, ha realizzato fuori dal teatro per mostre, installazioni, palazzi storici e monumenti.
Premio Hystrio Provincia di Milano a IT Festival:
Sullo sfondo giallo shocking della locandina una pantegana ruggisce arrabbiata. Questo il simbolo di IT Festival, manifestazione tutta milanese che, nel giro di due sole edizioni, è diventata una preziosa vetrina per il teatro più indipendente, riunendo realtà profondamente diverse fra loro, per obiettivi, talento, stabilità. Con regole comunque uguali per tutti: appartenenza all’underground milanese, venti minuti per farsi conoscere, poi spazio agli altri. E con il valore aggiunto di un clima di festa e di confronto, che ha aggregato un pubblico eterogeneo in cui si mescolavano, senza gerarchie, artisti, operatori, addetti ai lavori, semplici curiosi e appassionati di teatro. Molte le potenzialità ancora da esplorare, altrettanti gli spunti di riflessione. Ma il primo progetto firmato dall’Associazione IT-Independent Theater è un successo che molto ha da insegnare per la capacità organizzativa e la concretezza autarchica di chi è uscito dal coro dei lamenti rimboccandosi le maniche, per l’abilità di chi in tre giorni ha portato oltre 4.000 persone alla Fabbrica del Vapore, riuscendo a gestire 231 repliche di 114 compagnie in 8 diversi palcoscenici. Un progetto giovane e bello, ma già dalle spalle larghe. A IT Festival va dunque il Premio Hystrio-Provincia di Milano, con la speranza che possa aggiungere entusiasmo alle prossime, attese edizioni.
Premio Hystrio Provincia di Milano a Compagnia FavolaFolle:
Fondata a Casorate Primo nel 2006, la Compagnia Teatrale FavolaFolle è oggi tra gli esempi concreti di come si possa fare e diffondere cultura teatrale anche oltre i confini della metropoli milanese. La sua attività spazia dalla produzione di spettacoli teatrali ai corsi per adulti e ragazzi, dall’organizzazione di concerti e show alle letture in biblioteche e librerie. Dal 2012 FavolaFolle intensifica la sua attività nell’hinterland sud-ovest, prendendo in gestione l’Auditorium Comunale di Gaggiano, dove realizza una stagione di prosa, musica e danza, e organizzando il FollinFestival, rassegna “impegnata” sui linguaggi del comico. FavolaFolle è stata anche, sin dagli esordi, tra le protagoniste di Invito a Teatro in Provincia, format di “abbonamento trasversale” lanciato dalla Provincia sulla scorta del grande successo del “fratello maggiore” milanese nato nel 1978. L’importanza del lavoro sul territorio realizzato da FavolaFolle si concretizza anche in importanti collaborazioni, come quelle con la Fondazione per Leggere Biblioteche Sud Ovest Milano e la Fondazione per la promozione dell’Abbiatense. A questa giovane e agguerrita Compagnia va dunque il Premio Hystrio-Provincia di Milano per la capacità di creare sinergie con realtà territoriali, dimostrando che il teatro è un mezzo di crescita, non solo culturale, per ogni singola comunità locale.
Premio Hystrio-Twister a Un bès – Antonio Ligabue di e con Mario Perrotta
Trattandosi di un premio assegnato dal pubblico attraverso una votazione online, in questo caso la motivazione si compone di alcune frasi scritte sulla pagina Facebook di Hystrio dagli spettatori che hanno votato lo spettacolo di Mario Perrotta:
«Uno spettacolo indimenticabile. Perrotta sul palco stupisce, emoziona e incanta!». (Antonella Brandizzi)
«Ho votato per Un Bès di Mario Perrotta perché la sensibilità di questo straordinario attore arriva dritta al cuore, scandaglia l’animo umano svelandone meandri sconosciuti. Il Progetto Ligabue è il riassunto di questa capacità». (Silvia Marchello)
«Ho votato lo spettacolo di Mario Perrotta per varie ragioni. Perché l’ho seguito in rete sin dal suo nascere, dalle prime interviste che Mario ha fatto per conoscere più da vicino l’uomo e il pittore Ligabue. Perché ho assistito all’interpretazione di Perrotta al Teatro Paisiello di Lecce, dove ho visto l’attore confondersi con l’uomo e col pittore in un’esibizione magistrale, commovente. E ancora, per i disegni realizzati su quel palcoscenico e per il modo in cui sono stati realizzati: Mario dipingeva e viveva i pensieri di Ligabue attraverso lo schizzo e la parola; infine, per la scena interpretata sotto il disegno che rappresenta la madre di Ligabue. Complimenti ancora a Mario Perrotta!». (Silvia Ruggeri)
«È uno spettacolo che ti porti dentro. Emoziona anche la memoria dello spettacolo, non solo la sua visione, e quello struggimento, che provi per Antonio Ligabue dopo la fine, è una sorta di “dispiacere postumo”». (Loretta Veri).
Premio Hystrio Castel dei Mondi ad Fratelli Dalla Via:
Hanno iniziato a farsi notare nel 2010, vincendo a Milano il Premio Kantor con Piccolo Mondo Alpino. Diego e Marta Dalla Via, veneti di montagna, raccontano storie e stereotipi del loro territorio, quel benessere del Nord-Est diventato malessere, la fragilità e la crisi della famiglia e dei rapporti generazionali con una scrittura scenica arguta e sferzante, utilizzando una lingua musicale e piena di ritmo appena “sporcata” dal dialetto. Dopo l’idillio apparente, in realtà nerissimo, della vita montanara di Piccolo Mondo Alpino, hanno affrontato il tema dell’appartenenza e dell’amore-odio per il Veneto e i suoi abitanti in Veneti Fair, una galleria di personaggi grotteschi che si interrogano senza pietà sul modus vivendi di una regione dove non è tutto oro quel che luccica. Ma la consacrazione arriva con il Premio Scenario, vinto nel 2013 con Mio padre era come un figlio per me, crudo ritratto del fallimento del miracolo del Nord-Est, che approfondisce la loro riflessione sulla crisi e sulla precarietà economica e psicologica di certe giovani generazioni. Quelle “nate nella cipria”, che vorrebbero ammazzare i genitori arricchiti con la fabbrichetta, ma scoprono di essere stati preceduti dal loro suicidio. Cattivissimi, ma sempre con grande leggerezza e intelligenza, ricevono il nostro Premio Hystrio-Castel dei Mondi destinato a una giovane compagnia emergente.
Premio Hystrio-Teatro a Corte a Jo Strømgren Kompani:
Consapevolezza del reale e passione per l’utopia sono alla base dello spirito che anima sin dall’inizio il lavoro della Jo Strømgren Kompani, nata nel soggiorno di una casa di Bergen nel 1998 e destinata a raggiungere il successo in più di 50 diverse nazioni con un repertorio che supera le 20 produzioni. Alla base della sua poetica c’è l’idea che il messaggio sia più importante della forma e che il punto di vista individuale sia fondamentale per osservare il mondo di oggi da diverse angolazioni. A partire dallo sport come in A Dance Tribute to the Art of the Football o in A Dance Tribute to Ping Pong, dall’arte come in The Writer, The Painter, The Pianist o da alcuni ambienti di vita collettiva come The Hospital, The Convent e The Society. In realtà, nella Jo Strømgren Kompani, la forma non passa mai in secondo piano e l’attenzione a diverse tecniche di storytelling genera un metodo espressivo unico e originale, alimentato da collaborazioni con altri artisti, come nel caso di Ulrike Quade del Nordland Visual Theatre, maestra del teatro di figura, e da incontri inaspettati fra la danza, la prosa, il visual theatre, la manipolazione e il physical theatre. Determinazione e idee chiare hanno fatto della Jo Strømgren Kompani una delle più importanti compagnie indipendenti norvegesi, che ha saputo dialogare con i teatri istituzionali del suo Paese, tessere collaborazioni all’estero e crearsi un pubblico internazionale.